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Più startup in Svizzera nel primo semestre 2023, in quasi tutte le regioni

Stabilimento per la creazione di criptomoneta in Ticino.
Il mercato delle criptomonete ha subito una battuta d'arresto in Svizzera. Keystone/ Valentin Flauraud

I dati della prima parte dell'anno mostrano un incremento di nuove imprese. Il 42% è stato fondato da persone provenienti da altri Paesi, europei e non.

Pannelli solari e intelligenza artificiale, sistemi di pagamento digitali e tecnologie biomediche. Ma anche formaggi vegani, metodi innovativi per il riciclaggio della spazzatura, fino a media indipendenti e attività aperte al pubblico. Il mondo delle startup svizzere è caratterizzato da una grande varietà di settori di applicazione, e da un crescente successo.

Nel primo semestre 2023, il numero delle nuove aziende iscritte al registro di commercio elvetico ha segnato un incremento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, e addirittura dell’8% rispetto al secondo semestre dello stesso anno. 

Si tratta di 26’546 nuove imprese. Secondo i dati analizzati dalla piattaforma startups.chCollegamento esterno, hanno registrato un andamento particolarmente positivo la Svizzera nord-occidentale (+7,3%) e la Svizzera orientale (+6,2%). Significativo anche l’aumento nel canton Zurigo (+4,4%), mentre si registra un rallentamento nella Svizzera francese, dove l’incremento è stato solo del 2,2%. Secondo Michele Blasucci, fondatore e amministratore delegato di startups.ch, non ci sarebbe però da preoccuparsi. Pur essendo un dato più basso degli anni precedenti: “può essere interpretato come una pausa dopo anni di crescita elevata”.

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Vento di ottimismo a sud delle Alpi

Buoni invece i dati che riguardano il Ticino: +6,7%. Il cantone italofono mostra dunque chiari segnali di ripresa, dopo avere sofferto la mancanza degli imprenditori italiani, che a causa delle restrizioni pandemiche non hanno potuto lavorare a sud delle Alpi per parecchio tempo. Francesco Lurati, direttore di USI Startup Centre, l’osservatorio startup presso l’Università della Svizzera italianaCollegamento esterno (USI) che comprende anche un incubatore, racconta: “A livello di settori, nel 2023 notiamo nell’ambito del nostro incubatore un incremento dei progetti Life Science (Scienze della vita) che attualmente rappresentano il 50% di tutte le nostre startup”. Il centro di competenza USI si rivolge principalmente a progetti in fase iniziale che abbiano una forte componente scientifica e un legame con il mondo accademico ticinese.

Spiega Lurati: “Nell’ambito del nostro programma di incubazione selezioniamo progetti promettenti e aiutiamo i promotori a trasformare le loro invenzioni in startup innovative in grado di raccogliere finanziamenti e portare i loro prodotti sul mercato sviluppando modelli di business sostenibili”. Dalla sua nascita, nel 2004, ha ricevuto 1’248 richieste di consulenza, e nel 2022 contava 30 startup incubate. I dati del 2023 saranno disponibili all’inizio dell’anno prossimo.

Criptovalute e intelligenza artificiale

Tornando alle tendenze nazionali, le cifre del registro di commercio elaborate da startups.ch segnalano la flessione del settore delle criptovalute, colpito da una relativa crisi a causa del fallimento di alcune aziende di peso nel panorama globale. Dopo lo sviluppo negativo registrato nel 2022, comunque, il numero di imprese in Svizzera si sarebbe stabilizzato (-1,4%), con l’eccezione del canton Zugo che ha segnato un netto calo (-3,8%). Secondo Michele Blasucci: “Grazie al boom delle criptovalute e alle tasse basse, nel corso degli anni il cantone aveva attirato frotte di giovani imprenditrici e imprenditori. Per questo ha particolarmente risentito del crollo del criptomercato”.

Distributore di bitcoin a Zugo.
Un distributore di Bitcoin a Zugo. © Keystone / Alexandra Wey

Dai dati emerge anche il fenomeno di nuove startup nel settore dell’intelligenza artificiale (AI), per esempio nell’ambito della consulenza o delle applicazioni per il marketing. Francesco Lurati conferma che anche nell’ambito dell’Incubatore USI si assiste ad un crescente numero di progetti che dichiarano di utilizzare l’AI. Tuttavia, precisa: “è importante fare la differenza tra progetti in cui questa tecnologia è centrale per il prodotto o servizio e quelli in cui viene integrata come tecnologia a supporto”. Lurati mette in guardia anche sulle conseguenze di una certa “hype”, che attualmente circonda l’intelligenza artificiale: “Nel mondo startup ci sono sempre trend tecnologici che attirano l’attenzione degli investitori e del pubblico, e quindi queste tecnologie vengono segnalate anche se applicate solo a complemento di un’altra tecnologia, proprio per sfruttare l’elevato interesse che esse sollevano”.

Il ruolo di chi arriva dall’estero

I dati nazionali evidenziano come ben il 42% delle nuove startup elvetiche abbia alle spalle persone che arrivano da un altro Paese. Il maggior numero di imprese è stato fondato da cittadini tedeschi, seguiti da italiani e francesi, seguiti da giovani imprenditrici e imprenditori di altri Paesi europei. Inoltre, un numero consistente delle persone che in Svizzera hanno fondato nell’ultimo anno una nuova startup proviene da Kosovo, Portogallo, Macedonia del Nord e Turchia.

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L’amministratore delegato di startups.ch Michele Blasucci considera il fenomeno poco sorprendente per l’economia della Confederazione: “Notiamo che le persone straniere sono in linea di massima più propense al rischio rispetto alle cittadine e ai cittadini svizzeri. In fin dei conti, hanno lasciato il loro Paese di origine per cercare successo economico all’estero. Quindi se vedono l’opportunità di diventare autonome, è più probabile che la colgano rispetto alle svizzere e agli svizzeri, che invece preferiscono una carriera all’interno di una grande azienda”.

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