Un gruppo di esperti/e ha messo a punto quattro raccomandazioni per evitare il fallimento di banche di rilevanza sistemica che potrebbe riverberarsi sulla piazza finanziaria elvetica.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La fusione tra le due maggiori banche elvetiche decisa lo scorso mese di marzo, coordinata da Governo federale, Banca nazionale (BNS) e autorità di sorveglianza FINMA per salvare Credit Suisse, è stata evocata giovedì in occasione dei dati trimestrali di UBS.
Conti positivi che per la prima volta hanno tenuto conto dell’integrazione in corso delle attività dei due gruppi bancari.
Oggi, venerdì, sono invece stati illustrati i risultati del gruppo di esperti/e incaricato dal Governo federale a definire una strategia che possa mettere al riparo la piazza finanziaria svizzera da possibili crolli di grandi banche di rilevanza sistemica (“too big to fail”).
Un’eventualità non del tutto scongiurata come dimostrano la crisi di UBS nel 2008 per UBS e nell’ultimo anno per Credit Suisse, su cui l’esecutivo ha chiesto il parere di esperti del ramo allo scopo di nuovi casi analoghi. Lo scopo è quello di prevenire dissesti di grandi banche che potrebbero riverberarsi sull’economia nazionale e valutare l’efficacia delle norme adottate nel frattempo.
Agli esperti/e Berna ha chiesto di concentrarsi sulle questioni relative ai mercati finanziari e alla stabilità. Non è quindi stata fatta un’analisi retroattiva di quanto accaduto, di cui si dovrà occupare la Commissione parlamentare d’inchiesta che è stata nominata recentemente.
Tra le quattro raccomandazioni enunciate nel documento elaborato dal gruppo, che con la sparizione di Credit Suisse finiscono per riguardare ormai unicamente UBS, figura innanzitutto l’invito a rafforzare la collaborazione tra Dipartimento federale delle finanze (DFF), Banca nazionale (BNS) e autorità di sorveglianza (FINMA).
Viene inoltre proposto di ampliare, in caso di necessità, la liquidità della banca attraverso aiuti straordinari della BNS o crediti con garanzia statale in vista di ristrutturazione. Viene inoltre suggerito di estendere i poteri di vigilanza da parte della FINMA, in particolare delineando misure di intervento prima che si verifichi il rischio di insolvenza della banca.
Non da ultimo il gruppo di esperti ed esperte hanno lamentato il deficit di trasparenza nell’ottenimento dei capitali, su cui occorrerebbe agire in futuro.
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