L'inflazione in Svizzera rallenta, ma non abbastanza secondo la BNS.
Keystone / Martin Ruetschi
L'inflazione è in calo, ma non abbastanza. La Banca nazionale svizzera (BNS) ha quindi annunciato questa mattina un nuovo rialzo del tasso di interesse di riferimento di 0,25%, portandolo all'1,75%. Si tratta del quinto aggiustamento al rialzo nell'ultimo anno.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
La Banca nazionale svizzera (BNS) prosegue la sua lotta contro l’inflazione (che in maggio si è attestata al 2,2%) e inasprisce ulteriormente la sua politica monetaria: il tasso guida viene accresciuto di 0,25 punti all’1,75%.
Dopo aver mantenuto il tasso di riferimento fermo per oltre sette anni, la BNS aveva operato la prima stretta di 0,5 punti (da -0,75% a -0,25%) il 16 giugno 2022, quando si era mossa a sorpresa prima della Banca centrale europea (BCE). Un secondo rialzo era intervenuto il 22 settembre: era stato quello che aveva segnato la fine dell’epoca degli interessi negativi, con il passaggio del tasso guida dal -0,25% al +0,50%. Il terzo passo (da 0,50% a 1%) è arrivato il 15 dicembre e il quarto (da 0,50% a 1,00%) il 23 marzo.
E potrebbero seguire altri ritocchi: “Per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine non è da escludere che potranno rendersi necessari nuovi rialzi del tasso di interesse”, sottolinea la BNS, la quale ribadisce inoltre la sua “disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate; nel contesto attuale sono le vendite di valuta estera ad avere preminenza”.
L’obbiettivo della BNS è un carovita compreso tra lo 0% e il 2%. Obbiettivo che secondo le stime dello stesso istituto di emissione si avvicina sempre più, ma che non sarà raggiunto prima del 2026.
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PIL in rialzo
La BNS ha inoltre confermato le sue previsioni precedenti sull’andamento congiunturale: quest’anno il prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe salire “di circa l’1,0%”, come già stimato in marzo. Il PIL, indica l’istituto nel suo esame trimestrale della situazione economica e monetaria, “ha segnato una crescita solida nel primo trimestre del 2023. Il settore dei servizi ha acquisito slancio e anche la creazione di valore nell’industria è leggermente aumentata. Il mercato del lavoro si è confermato robusto e il grado di utilizzo delle capacità produttive complessive dell’economia è rimasto buono sino alla fine del periodo considerato”.
Per il resto del 2023 la BNS, tuttavia, si aspetta “una crescita modesta. Ad avere un effetto frenante sono la domanda estera contenuta, le perdite di potere d’acquisto dovute all’inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive”, viene spiegato. In questo contesto la disoccupazione registrerà presumibilmente un lieve incremento e il grado di utilizzo delle capacità produttive dovrebbe leggermente diminuire.
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