Cassis ha inaugurato la nuova ambasciata al Vaticano
Il capo del Dipartimento degli affari esteri ha inaugurato la nuova sede dell'ambasciata svizzera nella Santa Sede, attiva da un anno.
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tvsvizzera.it/MaMi
Il consigliere federale a capo del Dipartimento degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis si trova da ieri a Roma per tre giorni di colloqui con le autorità della Santa Sede e della Repubblica Italiana.
Il ministro degli esteri ha inaugurato ufficialmente mercoledì la nuova sede dell’ambasciata svizzera al Vaticano. La sede diplomatica elvetica è presente nello Stato Pontificio da maggio 2022. La cerimonia di apertura dello scorso anno è stata però anche l’occasione per avviare la ristrutturazione della struttura che ospita la rappresentanza elvetica. Sede che, con l’inaugurazione, diventa quindi pienamente operativa.
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“A un ministro degli affari esteri svizzero non capita spesso di inaugurare una nuova ambasciata”, ha affermato Cassis.
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La Svizzera ha nominato il primo rappresentante diplomatico presso la Santa Sede solo 30 anni fa. Ora Berna vuole aprire un’ambasciata in Vaticano.
Il Consiglio federale l’ha voluta “per sfruttare al meglio il potenziale di collaborazione bilaterale e internazionale nei settori prioritari della politica estera svizzera”, si legge in una nota del DFAE, e per rispondere all’aumento degli scambi registrati negli ultimi anni. “I nostri Paesi sono uniti da legami duraturi, fra tradizione e sfide future”, aveva scritto Cassis su Twitter nel maggio di un anno fa.
“Perché aprire un’ambasciata svizzera presso la Santa Sede? La domanda andrebbe posta al contrario: perché finora la Svizzera non aveva una rappresentanza in Vaticano”, ha dichiarato il consigliere federale”.
Le relazioni diplomatiche tra Confederazione e VaticanoCollegamento esterno hanno radici molto antiche. Dopo la Francia, la Santa Sede è il secondo Stato straniero a istituire una rappresentanza diplomatica permanente nel territorio della Confederazione. La presenza di un nunzio apostolico a Lucerna fin dal 1586 ha un ruolo importante nel consolidamento del cattolicesimo in Svizzera nel XVI e XVII secolo.
Salvo una temporanea interruzione dei rapporti diplomatici durante la Repubblica elvetica, tra il 1798 e il 1803, la nunziatura ha sempre svolto la sua attività diplomatica in Svizzera anche dopo la Rivoluzione francese. Il nunzio è però ora accreditato presso la Confederazione e non più solo presso i cantoni cattolici.
Per contro, dopo la pubblicazione dell’enciclica Etsi multa luctuosaCollegamento esterno da parte della Santa Sede, che critica aspramente la politica di cantoni e Confederazione verso la chiesa cattolica, nel dicembre 1873 il Governo svizzero ha rotto le relazioni diplomatiche con il Vaticano.
Nell’immediato dopoguerra l’ipotesi di nominare un rappresentante diplomatico in Vaticano è scartata sia per evitare “lotte confessionali in alcune zone del nostro paese”, sia perché “complicherebbe il problema delle nostre relazioni con l’URSS”.
L’unilateralità delle relazioni diplomatiche è rigorosamente rispettata anche durante e dopo la Seconda guerra mondiale. È solo con il clima di distensione ecumenica inaugurato dal Concilio Vaticano II all’inizio degli anni Sessanta che la Svizzera comincia a riconsiderare propria posizione.
L’offensiva diplomatica a tutto campo del pontificato di Giovanni Paolo II finirà per spingere anche la Svizzera a pensare concretamente dal 1987 la possibilità di una “normalizzazione graduale”.
Infine, c’è voluto il “caso Haas”, all’inizio degli anni Novanta, per smuovere le acque dei rapporti tra Berna e Città del Vaticano (ne abbiamo parlato qui). Le polemiche e le discussioni sorte attorno alla nomina dell’ultraconservatore Wolfgang Haas alla testa della diocesi di Coira hanno contribuito a rendere consapevoli le autorità federali della necessità di avere un rappresentante diplomatico in Vaticano.
Durante questa tre giorni romana, Ignazio Cassis ha in programma diversi appuntamenti bilaterali. Il consigliere federale incontrerà il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, e il segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher.
Al centro delle discussioni tra le parti ci saranno le relazioni bilaterali fra Svizzera e Santa Sede, oltre all’attualità internazionale e a temi di interesse comune, come l’impegno per promuovere la pace e i diritti umani nel mondo. Ignazio Cassis visiterà inoltre la Comunità di Sant’Egidio, organizzazione cristiana internazionale attiva in particolare nei campi del sostegno ai più deboli e della mediazione tra parti in conflitto.
Dopo la Santa Sede, Roma
Al termine della visita nella Città del Vaticano, per il capo degli Affari esteri sarà anche la prima occasione ufficiale in Italia dopo la costituzione del nuovo Governo. Il consigliere federale si intratterrà con il suo omologo Antonio Tajani. I due, che si erano già incrociati in febbraio all’Assemblea generale dell’ONU a New York, discuteranno in particolare delle relazioni bilaterali fra i due Paesi, oltre a temi di carattere internazionale come la guerra in Ucraina, il seggio non permanente della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU e le relazioni fra Svizzera e Unione Europea.
A seguire, sul tavolo dell’incontro con il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti vi saranno invece i dossier ancora aperti fra i due Paesi in ambito finanziario.
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