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Rimossa definitivamente la presidente coreana

La presidente Park Geun-hye, prima donna al vertice istituzionale più alto della Corea del Sud, è stata rimossa dalla Corte costituzionale che ha confermato all'unanimità (otto voti su otto) l'impeachment approvato il 9 dicembre dal parlamento, completando la prima procedura del genere nella giovane storia democratica del Paese. Alla notizia ci sono stati tafferugli tra sostenitori della presidente e la polizia che hanno provocato due morti tra i manifestanti.

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“La speranza è che la sentenza chiuda le divisioni nazionali – ha introdotto leggendo il dispositivo di “condanna” in diretta tv, la presidente della Corte Lee Jung-mi, altra donna salita ai vertici in una nazione dalla solida tradizione maschilista e il cui mandato è in scadenza il 13 marzo -. Gli effetti negativi delle azioni presidenziali e le loro ripercussioni sono gravi, e i benefici della difesa della Costituzione con la sua rimozione dalla carica sono enormemente ampi”.

Nelle manifestazioni a Seul, dove la tensione è alta, si è registrata la morte di due sostenitori pro Park.

La Corte ha certificato il ruolo nefasto della “sciamana” e confidente, Choi Soon-sil, che si è “immischiata in affari di Stato” per colpa di Park, responsabile della ripetuta e continua “fuga di molti documenti riservati”. Non solo, ha riconosciuto anche il ruolo coordinato nel premere sulle imprese sudcoreane per l’erogazione di fondi a due dubbie fondazioni promosse da Choi che avrebbero incassato decine di milioni di dollari.

Secondo la costituzione, nuove elezioni si terranno entro 60 giorni, con ogni probabilità il 9 maggio. L’ex capo delle opposizioni Moon Jae-in, sconfitto da Park nel 2012, è dato da tutti i sondaggi come il favorito, con un gradimento ampiamente superiore al 30%.



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