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Zelensky pronto al dialogo ma non alla resa

Stop alla guerra, un cartello a Washington in una via rinominata President Zelensky Way
La via davanti all'ambasciata russa a Washington è stata rinominata dai dimostranti a favore dell'Ucraina, "President Zelensky Way". Keystone / Michael Reynolds

L'Ucraina non si arrenderà mai all'invasore russo ma lascia aperta la porta del dialogo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky apre alla possibilità di trovare un compromesso sui territori del Donbass e della Crimea, ma dice chiaramente che l'Ucraina non capitolerà.

Nel Paese, dove le armi non tacciono mai, sono in corso operazioni di evacuazione – donne, anziani, bambini – da diverse città, dove la popolazione sotto assedio è ormai allo stremo e dove si continua a morire. 

Intervistato dall’emittente americana Abc, Zelensky afferma che si può discutere e trovare “un compromesso su come questi territori continueranno a vivere”, riferendosi alla Crimea e alle “pseudo Repubbliche” separatiste del Donbass. Dialogo ma niente resa, e lancia un ‘j’accuse’ all’Occidente, reo di “promesse non mantenute”.

A Zelensky si è rivolto l’ex presidente filorusso dell’Ucraina, Viktor Yanukovich: in una lettera pubblicata dai media russi, rilanciata dal Kyiv Independent, gli chiede di “fermare lo spargimento di sangue” e di “mettere da parte l’orgoglio”.

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Perdite russe importanti

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba dà un nuovo bilancio delle perdite inflitte ai russi, con almeno 12’000 soldati uccisi. Tra le perdite che peserebbero di più il generale russo Vitaly Gerasimov. Gli ucraini affermano di averlo ucciso a Kharkiv ma Mosca non conferma e la notizia non trova verifiche indipendenti.

Quel che è certo è che la crisi umanitaria raggiunge cifra imponente: due milioni i profughi secondo l’Unhcr, di cui oltre la metà ha varcato il confine dalla Polonia. La Francia teme una crisi alimentare mondiale.

Coinvolgimento britannico

Dopo l’intervento davanti all’Europarlamento dei giorni scorsi, stasera, alle 18 (ora svizzera), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlerà in videocollegamento ai deputati della Camera dei Comuni britannica.

Un segno del coinvolgimento sempre maggiore del Regno Unito e di Boris Johnson. Il premier britannico martedì riceve a Londra i leader dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad (V4): Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Sul tavolo la questione della fornitura di nuove armi alle forze ucraine.

Mediazione francese con la Cina

Parigi è l’altro perno europeo per una possibile soluzione al conflitto, col tentativo di coinvolgere Pechino nella mediazione. In giornata c’è atteso un incontro tra il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il leader cinese, Xi Jinping.

Secondo quanto rtapelato dall’incontro, il presidente cinese Xi Jinping durante la telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrebbe chiesto la “massima moderazione” sulla crisi ucraina.

La Cina chiede la “massima moderazione” per prevenire una crisi umanitaria su larga scala in Ucraina, valutando come massima “priorità quella di evitare che le tensioni aumentino o addirittura sfuggano al controllo”, ha detto Xi Jinping nel vertice via video avuto con Macron e Scholz.

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