In diverse città Svizzere migliaia di manifestanti hanno protestato contro il conflitto che da 10 giorni scuote l'Ucraina.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Sabato mattina migliaia di persone si sono riunite a Zurigo per manifestare contro la guerra in Ucraina. Al suono del motto “Pace ora” hanno chiesto un immediato cessate il fuoco, negoziati diplomatici e il ritiro immediato delle truppe russe dal Paese.
La manifetsazione autorizzata è partita da Platzspitz, nei pressi della stazione centrale della città sulla Limmat. Il corteo si è poi spostato attraverso la città fino alla piazza della Sechseläuten, dove si sono tenuti diversi discorsi. I partecipanti considerano che non c’è alcuna giustificazione per l’attacco all’Ucraina, che viola i principi della Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e il diritto umanitario .
L’appello a manifestare è stato lanciato da diversi sindacati, dal Partito Socialista e dai Verdi. Altre manifestazioni sono state organizzate a Berna e a Ginevra.
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Il conflitto intanto è giunto al decimo giorno ed è oggi, sabato, il giorno dell’apertura dei corridoi umanitari, sui quali le due parti si sono messe d’accordo nel corso di negoziati tenutisi negli scorsi giorni.
Mosca ha acconsentito a un cessate il fuoco temporaneo in due città per permettere l’evacuazione di migliaia di civili. A beneficiare dell’apertura di corridoi umanitari sono due località circondate e bombardate da giorni: Volnovaka (15’000 persone in fuga), un punto strategico tra i territori dei separatisti e la Crimea russa e Mariupol (200’000 persone in fuga) da giorni sotto assedio, senza più elettricità, acqua potabile e medicine. Se Mariupol dovesse cadere, darebbe alla Russia il controllo di uno dei porti più grandi dell’Ucraina.
Le persone che finora sono fuggite dall’Ucraina sono un milione e mezzo. Tra queste, però, non risulta esserci il presidente ucraino Volodimyr Zelensky, che, ancora una volta, ha smentito di aver abbandonato il suo Paese. Non sono quindi vere le voci che fosse fuggito in Polonia. Voci che tornano a farsi sentire regolarmente dall’inizio del conflitto e che regolarmente vengono smentite dal diretto interessato.
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Nel corso di questo fine settimana dovrebbero inoltre proseguire i negoziati tra Mosca e Kiev: lo ha confermato venerdì lo stesso presidente russo Vladimir Putin in un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Intanto le truppe russe continuano ad avanzare e si stanno avvicinando alla seconda maggiore centrale nucleare ucraina, una delle quattro attive nel Paese. Secondo gli analisti, la strategia di Mosca è quella del controllo dell’elettricità nel Paese. Ricordiamo che ieri è stato bombardato l’impianto di Zaporizhhia, la maggiore centrale in Europa e fra le 10 più grandi al mondo.
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