I giornalisti lasciano la Russia
Tra accuse di propaganda e di fake news, i grandi media internazionali (elvetici compresi) e di servizio pubblico se ne stanno andando dalla Russia.
Si allunga di ora in ora la lista delle emittenti internazionali che annunciano la sospensione delle coperture informative dalla Russia e che in queste ore richiamano i propri corrispondenti in patria dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Tra i giornalisti che stanno lasciano il Paese si trovano anche colleghi dell’emittente svizzero-tedesca SRF.
Negli scorsi giorni la britannica BBC e la canadese CBC hanno preso la decisione di richiamare i propri corrispondenti. Oggi è toccato all’agenzia italiana ANSA, alla RAI e alle spagnole Rtve (radio-televisione) e Efe (agenzia di stampa).
Queste decisioni sono dettate dalle ultime misure assunte da Mosca per limitare la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità della Federazione Russa. Nel Paese è ormai passibile di multa e di pena carceraria chi diffonde “fake news” sul conflitto, mentre l’accesso a Facebook e Twitter, come pure a media indipendenti è stato bloccato dalla Roskomnadzor, l’agenzia che controlla le comunicazioni. Tra i siti a cui Mosca ha limitato l'accesso c’è anche quello dell'emittente tedesca Deutsche Welle, come pure la pagina in lingua russa fondata dagli USA, Radio Free Europe/Radio Liberty.
Gli Stati Uniti intanto hanno risposto alle restrizioni mettendo nella blacklist 11 media controllati dall'intelligence di Cremlino per la diffusione di disinformazione volta a giustificare l'invasione dell'Ucraina. Non ci sono però nella lista Russia Today RT e Sputnik, su cui invece c'è stata una stretta nei giorni scorsi in Europa e Ucraina, da parte di Meta, Google e Twitter.
Il ritorno delle onde corte
Per cercare di garantire l'accesso alle informazioni e aggirare la censura del Cremlino, la britannica BBC ha riattivato le onde corte, come ai temi di Radio LondraLink esterno. cerca di aggirare la censura del Cremlino.
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