La televisione svizzera per l’Italia

Acquisto degli F-35, gli Stati Uniti chiedono fino a 1,3 miliardi in più

aerei
Recentemente gli F/A-18 delle Forze aeree svizzere (a sinistra) sono stati impegnati in un'esercitazione con gli Eurofighter e gli F-35 (al centro) delle Forze aeree italiane. Keystone / Donat Achermann

Il prezzo per i 36 caccia F-35 potrebbe essere più alto dei sei miliardi finora concordati. Il Governo svizzero ha però ribadito mercoledì che contrattualmente è stato stipulato un prezzo fisso.

Quanto anticipato qualche giorno fa dalla Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRFCollegamento esterno ha trovato conferma mercoledì: per i 36 caccia F-35 gli Stati Uniti chiedono di più dei sei miliardi di franchi concordati inizialmente.

“Un malinteso”

“Alla fine di febbraio 2025, la Defense Security Cooperation Agency (DSCA) ha informato per iscritto la Svizzera che, a suo avviso, il prezzo fisso è stato frutto di un malinteso, senza quantificare i costi aggiuntivi”, si legge nel comunicatoCollegamento esterno diramato giovedì dal Governo elvetico.

L’allora ministra della difesa Viola Amherd aveva informato i suoi colleghi del Consiglio federale in merito a questa richiesta.

“A metà giugno 2025 – prosegue la nota – gli Stati Uniti hanno confermato la propria posizione ad alcuni rappresentanti del DDPS [il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, ndr] e hanno quantificato per la prima volta l’importo”.

Questo importo aggiuntivo è compreso tra 650 milioni e 1,3 miliardi di dollari, secondo le cifre fornite mercoledì dal capo dell’armamento Urs Loher.

Le ragioni dell’aumento? L’elevata inflazione degli ultimi anni registrata negli USA e il forte aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, secondo la DSCA.

“Soluzione diplomatica”

Il Governo svizzero ha sottolineato però che il prezzo convenuto contrattualmente è “fisso” ed è “stato confermato pubblicamente da perizie fatte da diversi studi legali come pure dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Berna”.

Berna non intende comunque fare dietrofront sull’acquisto dei 36 cacciabombardieri della Lockheed-Martin, assemblati in gran parte nello stabilimento della Leonardo a Cameri, in provincia di Novara.

Altri sviluppi

Per dirimere la vertenza, sarà necessaria una soluzione diplomatica, precisa il Consiglio federale

La Confederazione acquista infatti gli F-35A tramite il programma «Foreign Military Sales» (FMS) degli Stati Uniti che “esclude la composizione giudiziale delle controversie”.

Il Governo ha così deciso di proseguire i colloqui e ha incaricato il DDPS di presentargli una proposta concreta di attuazione in merito al prezzo fisso.

Rispondendo a un giornalista sulle possibili strade da seguire in caso di aumento della fattura, il ministro della difesa Martin Pfister ha evocato opzioni che potrebbero andare dall’acquisto di meno aerei a un eventuale credito supplementare da sottoporre al popolo. Il costo della rescissione del contratto non è invece stato stimato, ha precisato Loher.

tre uomini
Dal primo aprile a dirigere il Dipartimento della difesa è il consigliere federale Martin Pfister (al centro). Keystone / Anthony Anex

Questo passo avrebbe però notevoli conseguenze, ha messo in guardia Pfister. “La Svizzera non sarebbe più in grado di garantire la sicurezza dello spazio aereo e della popolazione a partire dal 2032, poiché gli attuali aerei da combattimento F/A-18 avranno raggiunto la fine del loro ciclo di vita”, ha ricordato il ministro della difesa, spiegando di voler essere trasparente e continuare a informare le commissioni competenti e il pubblico in merito agli sviluppi del dossier.

Rispetto del gioco democratico

In gioco non vi è solo un miliardo di franchi, ma anche il rispetto delle regole del gioco democratico. Il 27 settembre 2020, l’elettorato svizzero ha infatti detto “sì” per una manciata di voti (poco più di 8’000 schede di differenza) non all’acquisto di 36 caccia F-35 statunitensi, ma a un credito di sei miliardi di franchi per rinnovare la flotta di aerei da combattimento. Sei miliardi e non sette.

Prima dell’annuncio odierno, il Partito socialista aveva già anticipato i tempi, presentando due mozioni che chiedono che ogni superamento del budget iniziale sia sottoposto a referendum popolare.

La comunicazione del Governo di mercoledì non ha mancato di suscitare numerose reazioni. Il consigliere nazionale socialista Fabian Molina, membro della commissione della politica di sicurezza, ha dichiarato che “per far passare l’F-35, si è mentito e imbrogliato”, deridendo e mettendo a tacere le voci critiche e ora il popolo si trova a dover affrontare un “danno da miliardi”.

L’alleanza Stop-F35, che una settimana fa ha presentato una petizione corredata da 42’500 firme per opporsi all’acquisto dei caccia statunitensi, ha chiesto da parte sua la fine immediata dell’operazione. “È sorprendente e profondamente deludente che il Consiglio federale continui ad affermare che un prezzo fisso è garantito”, ha dichiarato Pauline Schneider, segretaria del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsA), membro dell’alleanza con il Partito socialista e i Verdi, citata in un comunicato.

Tra le fila dei partiti di centro e di destra, si tende invece a difendere la posizione del Consiglio federale. Intervistata dall’agenzia Keystone-ATS, la consigliera agli Stati del Centro Marianne Binder-Keller ha sottolineato che in un contesto internazionale teso, la Svizzera ha bisogno di questi caccia per potersi difendere.

Per la senatrice argoviese, bisogna attenersi al prezzo fissato, come propugnato dal Consiglio federale, ma se la fattura dovesse essere più alta non si deve rinunciare all’acquisto.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR