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Frontalieri, via libera allo scambio dei dati salariali con l’Italia

Dossier fiscali.
Keystone / Gaetan Bally

La Svizzera apre la strada allo scambio automatico di dati salariali con l’estero. Il Consiglio nazionale ha approvato a larga maggioranza una nuova legge federale che regolerà la trasmissione internazionale delle informazioni sui redditi da lavoro, in particolare con Italia e Francia. L’entrata in vigore è prevista per il 2027, ma il meccanismo è già in moto: lo scorso marzo, oltre 21’000 buste paga sono state inviate alle autorità italiane.

Dopo una discussione rapida ma significativa, la camera bassa del Parlamento svizzero (Consiglio nazionale) ha accolto la Legge federale sullo scambio automatico internazionale di informazioni relative a dati salariali (LSADSCollegamento esterno) con 128 voti favorevoli e 64 contrari. Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati, segnando un passo decisivo verso una maggiore trasparenza fiscale e una cooperazione rafforzata con i Paesi vicini. 

Questa normativa, che si inserisce in un contesto di crescente cooperazione fiscale a livello globale, mira a regolamentare in modo chiaro e uniforme lo scambio di informazioni sui redditi da lavoro dipendente con altri Paesi, in particolare con l’Italia e la Francia, con cui la Svizzera ha recentemente siglato importanti accordi bilaterali.

La necessità di una base legale solida per lo scambio di questi dati è infatti emersa con la stipula del nuovo Accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri con l’ItaliaCollegamento esterno, entrato in vigore il 17 luglio 2023 e applicabile dal 1° gennaio 2024, e dell’Accordo aggiuntivoCollegamento esterno alla Convenzione per evitare le doppie imposizioni con la Francia (che prevede nuove norme relative all’imposizione del reddito da telelavoro) entrato in vigore il 24 luglio 2025 e applicabile dal 1° gennaio 2026.  

Entrambi gli accordi prevedono uno scambio automatico e reciproco di informazioni per garantire una corretta imposizione dei lavoratori frontalieri e di coloro che praticano il telelavoro, fenomeni sempre più diffusi e rilevanti per l’economia elvetica e dei Paesi limitrofi.

Il primo storico scambio di dati con l’Italia

Un momento cruciale in questo processo è stato il primo storico scambio di dati tra Svizzera e Italia, avvenuto nel marzo 2025. In quell’occasione, il Canton Ticino ha trasmesso all’Italia i dati completi delle buste paga di circa 10’000 nuovi frontalieri (coloro che hanno iniziato a lavorare in Svizzera dopo il 17 luglio 2023), includendo nome, cognome, stipendio e codice fiscale. Questa operazione, definita allora “storica” e “metodologica” da Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni, ha permesso per la prima volta alle autorità italiane di ricevere informazioni nominative e dettagliate sulle lavoratrici e lavoratori italiani attivi in Svizzera, che in precedenza erano conosciuti solo in forma aggregata. 

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Questo contenuto è stato pubblicato al Per la prima volta nella storia, il Canton Ticino ha trasmesso all’Italia i dati completi delle buste paga dei nuovi frontalieri, inclusi nome, cognome, stipendio e codice fiscale. Un passo fondamentale che consente anche all’Italia di conoscere e tassare i suoi cittadini che lavorano quotidianamente in Ticino.

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Oltre ai dati sui nuovi frontalieri, sono state trasmesse anche informazioni relative a circa 11’000 lavoratori italiani che, pur lavorando in Ticino, non rientrano nella nuova definizione di frontaliere. In totale, l’erario italiano ha ricevuto informazioni su circa 21’000 persone, un passo fondamentale per garantire una corretta tassazione e contrastare l’evasione fiscale. 

Il contenuto della nuova legge: compiti, procedure e protezione dei dati

La LSADS disciplina in modo dettagliato l’attuazione dello scambio automatico di informazioni sui dati salariali in Svizzera, definendo i compiti e le responsabilità delle diverse autorità coinvolte. L’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFCCollegamento esterno) assume un ruolo centrale, fungendo da sportello unico per lo scambio di dati con gli Stati partner, ad eccezione dei casi in cui i trattati prevedono una trasmissione diretta da parte dei Cantoni. Le autorità fiscali cantonali, a loro volta, sono responsabili della raccolta dei dati presso i datori di lavoro e della loro trasmissione all’AFC.

Un aspetto fondamentale della nuova legge è l’utilizzo del numero AVS (Collegamento esternoAssicurazione per la vecchiaia e per i superstiti) come numero di identificazione fiscale svizzero (paragonabile al codice fiscaleCollegamento esterno italiano), una misura che semplifica e uniforma le procedure. La legge pone inoltre una forte enfasi sulla protezione dei dati, garantendo che le informazioni scambiate siano utilizzate esclusivamente per gli scopi previsti dagli accordi internazionali e nel rispetto della privacy dei contribuenti.

Per quanto riguarda gli obblighi dei datori di lavoro, la legge prevede che questi debbano fornire annualmente alle autorità fiscali cantonali un’attestazione sui dati salariali dei lavoratori non domiciliati in Svizzera per i quali è previsto lo scambio automatico di informazioni. I Cantoni hanno la facoltà di richiedere la trasmissione di questi dati in formato elettronico, al fine di rendere le procedure più efficienti e snelle.

Attuazione e tempistiche: un processo graduale verso la piena operatività

L’entrata in vigore della LSADS è prevista per il 1° gennaio 2027, in modo da consentire all’AFC di disporre delle informazioni necessarie per effettuare il primo scambio di informazioni con la Francia nel 2027, relativo ai dati del 2026. Per quanto riguarda l’Italia, il primo scambio di informazioni è già avvenuto, come detto, nel marzo 2025, con riferimento all’anno fiscale 2024, in conformità con l’Accordo sui frontalieri. A partire dal 2027, l’AFC trasmetterà alle autorità fiscali cantonali le informazioni ricevute dall’Italia.

Questo approccio graduale permetterà a tutte le parti coinvolte – datori di lavoro, autorità cantonali e federali – di adeguarsi alle nuove procedure e di garantire un’applicazione corretta ed efficiente della normativa.

L’iter legislativo e la consultazione pubblica

Il percorso verso l’approvazione della LSADS ha seguito un processo democratico trasparente e partecipato. Il 14 maggio 2025, il Consiglio federale (Governo svizzero) ha licenziato il messaggio concernente la legge federale, istituendo così la base legale necessaria per attuare lo scambio di informazioni concordato negli accordi con Francia e Italia. Questo passo formale ha rappresentato il culmine di una fase di consultazione pubblica che si è svolto da giugno a settembre 2024. 

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Durante la procedura di consultazione, il progetto di legge è stato accolto per lo più favorevolmente dalle parti interessate, segno del consenso esistente sulla necessità di una maggiore trasparenza fiscale internazionale. Il Consiglio federale ha dimostrato anche attenzione alle preoccupazioni espresse, tenendo conto di una serie di punti critici e adeguando di conseguenza il progetto di legge. Tra gli adeguamenti più significativi figura la possibilità per i Cantoni di richiedere che i datori di lavoro trasmettano i dati salariali alle autorità competenti in forma elettronica, una misura che dovrebbe semplificare e velocizzare le procedure amministrative. 

Un passo avanti verso la trasparenza e l’equità fiscale

L’introduzione della Legge federale rappresenta un passo fondamentale per la Svizzera nel suo percorso verso una maggiore trasparenza e cooperazione fiscale a livello internazionale. Questa normativa, oltre a garantire il rispetto degli impegni assunti con l’Italia e la Francia, rafforza la posizione della Confederazione come piazza finanziaria affidabile e conforme agli standard internazionali. 

La LSADS, pur introducendo nuovi obblighi per i datori di lavoro e le amministrazioni fiscali, è stata concepita per garantire procedure quanto più uniformi e automatizzate possibile, al fine di limitare i costi e la complessità. L’obiettivo finale è quello di assicurare un’imposizione corretta ed equa dei redditi da lavoro dipendente, a beneficio sia dei contribuenti che delle finanze pubbliche degli Stati coinvolti.

Impatto economico per il Canton Ticino

Nonostante le preoccupazioni iniziali, i dati sembrano confermare che il nuovo accordo fiscale con l’Italia non ha avuto effetti negativi sul mercato del lavoro ticinese. Il notevole differenziale salariale tra Italia e Svizzera continua a rappresentare un forte incentivo per i lavoratori italiani, che continuano a scegliere il Ticino come destinazione lavorativa. Come ha sottolineato il sindacato italiano UIL-frontalieri, “affermare che l’accordo fiscale abbia frenato l’arrivo di frontalieri è una favola”.

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Il nuovo accordo ha avuto un impatto positivo anche sulle casse del Canton Ticino. La massa salariale relativa ai nuovi frontalieri ammonta a circa 227 milioni di franchi, con un’imposta trattenuta di circa 13 milioni di franchi. A questa cifra si aggiungono i 40 milioni di franchi di imposta trattenuta sugli altri 11’000 lavoratori, per un gettito totale di circa 53 milioni di franchi. Sebbene sia ancora prematuro fare una stima precisa degli incassi complessivi, è evidente che il nuovo accordo fiscale porterà vantaggi economici per il Cantone.

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