La televisione svizzera per l’Italia

Una Svizzera sempre più cashless, ma non piace a tutti

pagamento con smartphone in un supermercato 
I pagamenti con l'applicazione Twint sono sempre più diffusi, ma i fautori dei contanti si battono per il loro mantenimento. © Keystone / Christian Beutler

Nel 2023 l'app svizzera di pagamenti senza contanti Twint ha registrato una forte diffusione del suo sistema di pagamento digitale, soprattutto nei negozi. L'azienda, che è di proprietà di diverse banche, vuole sviluppare ulteriormente il suo sistema di pagamento per renderlo più facile da usare. 

Nel 2023, Twint ha registrato 590 milioni di transazioni finanziarie, dopo i 386 milioni del 2022. L’azienda ha oltre 5 milioni di utenti attivi, una cifra più o meno stabile rispetto a quella annunciata a fine febbraio 2023. 

Circa il 72% delle manovre effettuate con questa applicazione ha riguardato transazioni commerciali e il 28% pagamenti tra privati, ha sottolineato la società in una nota diffusa lunedìCollegamento esterno.  

I pagamenti nel settore della vendita al dettaglio tradizionale sono quasi raddoppiati, soprattutto alle casse dei supermercati. Queste ultime operazioni vogliono essere rese ancora più veloci da Twint, che ha in serbo nuove soluzioni tecniche. 

La Svizzera snobba banconote e monete

I risultati di Twint – che, insieme ad Apple Pay e Samsung Pay, è uno dei sistemi di pagamento cashless più diffusi in Svizzera – sono la dimostrazione della sempre minore propensione della popolazione elvetica a ricorrere all’uso di denaro contante.  

Stando a una recente analisi internazionale, infatti, la Confederazione è uno dei maggiori utilizzatori di sistemi di pagamento senza contanti. A fare meglio sono solo alcuni Paesi scandinavi e i Paesi Bassi. Da uno studio della Commissione europea è emerso che ormai più di una persona su due (il 55% per l’esattezza) preferisce carte, telefoni e smartwatch al denaro contante.  

Il declino di banconote e monete ha subìto un’accelerazione durante la pandemia: se prima di essa, la metà delle transazioni commerciali si faceva i contanti (52% nel 2019), negli ultimi anni questa percentuale è scesa al 36% (dato del 2022 della BNSCollegamento esterno) e, anche se le cifre non sono ancora note, è probabile che si sia ulteriormente ridotta nel 2023. I primi tempi era una raccomandazione delle autorità: il denaro contante, che cambia costantemente di proprietà, è uno dei vettori più efficaci per la diffusione di virus e batteri. Per questo motivo ne era sconsigliato l’uso. La popolazione ha obbedito e ha cambiato le proprie abitudini. Tanto che, soprattutto nelle grandi città elvetiche, si diffondono sempre di più locali e commerci che accettano unicamente pagamenti cashless e che rifiutano quelli in contanti. Questo capita in particolare nel corso di manifestazioni, festival o concerti. 

+ Coronavirus, boom dei pagamenti senza contanti

Un segno, anche questo, della globalizzazione: in alcune città europee risulta a volte difficile trovare posti che accettano denaro contante, il che fa presagire un futuro poco roseo per gli uffici di cambio.  

I difensori dei contanti non ci stanno 

Non tutte e tutti, però, sono soddisfatti di questa evoluzione: il Movimento svizzero per la libertà (MSL), per esempio, ha lanciato l’iniziativa “Sì a una valuta svizzera indipendente e libera con monete o banconote (Il denaro contante è libertà)”, che ha raccolto oltre 157’000 firme. L’iniziativa del MSL chiede di aggiungere nella Costituzione elvetica due capoversi all’articolo 99 (quello che riguarda la politica monetaria)Collegamento esterno. Il testo esige dalla Confederazione che il denaro contante sia sempre disponibile in quantità sufficiente e che la sostituzione del franco con un’altra moneta sia sottoposta al voto del popolo e dei Cantoni. 

Altri sviluppi
persona paga con un app

Altri sviluppi

Lanciata iniziativa per garantire la possibilità di pagare in contanti

Questo contenuto è stato pubblicato al In Svizzera attualmente non vige nessuna particolare regolamentazione in materia di pagamenti: ogni commercio è libero di decidere se accettare il contante, le carte o entrambi. Capita che in alcuni punti vendita si possa pagare solo con la carta (o con un’app del cellulare). Ma si tratta di casi piuttosto rari. Dallo scoppio della pandemia…

Di più Lanciata iniziativa per garantire la possibilità di pagare in contanti

I promotori dell’iniziativa avevano spiegato, in occasione del lancio della raccolta di firme nell’agosto del 2021, che temono l’abolizione del denaro contante e sono particolarmente preoccupati dalle attuali “tendenze politiche”, che auspicano un futuro in cui ne circola sempre meno. Una restrizione o addirittura una rinuncia al contante equivarrebbe a un “mondo trasparente in cui le azioni di ogni individuo sarebbero costantemente monitorate” avevano spiegato. Il denaro contante, avevano aggiunto, è un valore sicuro e permette i pagamenti “anche in caso di interruzioni di corrente o di attacchi informatici”.  

Il Consiglio federale, dopo aver analizzato il testo dell’iniziativa ha dal canto suo deciso di presentare un controprogetto diretto. L’Esecutivo, si legge in una nota, “riconosce l’importanza del denaro contante per l’economia e la società”. La legislazione in vigore  (Legge del 3 ottobre 2003 sulla Banca nazionale svizzera (BNS)Collegamento esterno e Legge federale del 22 dicembre 1999 sull’unità monetaria e i mezzi di pagamentoCollegamento esterno) garantisce già sia l’approvvigionamento sufficiente in denaro contante che la permanenza del franco come moneta svizzera, scrive il Governo, che però si dice “disposto a inserire tali principi, già previsti nelle disposizioni di legge, anche nella Costituzione federale, per sottolineare l’importanza delle richieste avanzate dal comitato”. Richieste che però considera poco precise e che intende elaborare in maniera più precisa nel controprogetto diretto.  

BNS preoccupata da un “circolo vizioso” 

Non solo iniziative popolari: anche la BNS, che il denaro contante lo fabbrica, non vuole vederlo scomparire. Il timore dell’istituto di credito nazionale è che l’uso ridotto di contanti crei un circolo vizioso nel quale una loro minore disponibilità ne faccia calare ancora di più l’utilizzo.  

Certo, dai risultati del sondaggio sull’uso di contanti, emerge una sempre maggiore diffusione di carte di credito e applicazioni di pagamento per smartphone, ma allo stesso modo, il 95% delle persone interpellate ha dichiarato di rimanere comunque attaccato al contante come metodo di pagamento. Insomma, la popolazione vuole continuare ad avere la libertà di scelta sul metodo da utilizzare per i propri pagamenti.  

Altri sviluppi

Tuttavia, la tendenza osservata in Svizzera non è particolarmente rassicurante agli occhi della BNS, che ha “constatato con preoccupazione” che il numero dei bancomat è in costante diminuzione, ha dichiarato il numero due dell’istituto Martin Schlegel lo scorso 14 dicembre in occasione dell’esame della situazione economica e monetaria elvetica. “Se vogliamo continuare a pagare in contanti”, ha spiegato Schlegel, “è necessario che questi siano facilmente reperibili, ad esempio presso i distributori automatici, e che siano ampiamente accettati nel settore del commercio al dettaglio”. 

 “Anche la BNS è inoltre sensibile, come i promotori, ai temi della libertà personale e della sfera privata: l’uso di contanti, infatti, non richiede la divulgazione di dati personali, a differenza del cashless, che deve essere associato a un account per poter essere usato.  

Infine, il contante, il cui uso è semplice (e questo è un argomento che va a favore delle generazioni più anziane, che hanno meno facilità con le nuove tecnologie), secondo la BNS permette di avere un maggiore controllo delle proprie spese.  


In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR