SSR ed editori svizzerotedeschi annunciano accordo cooperazione
Cambia l'online della SSR...
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La SSR e l'associazione degli editori svizzerotedeschi Verband Schweizer Medien (VSM) hanno annunciato oggi un accordo di cooperazione che prevede una limitazione delle attività online dell'ente radiotelevisivo di servizio pubblico.
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In cambio la VSM respinge l’iniziativa che mira a ridurre il canone radio-TV a 200 franchi.
Con questo accordo, descritto come una prima, i media privati e la SSR vogliono “rafforzare la fiducia della popolazione e dei politici e proteggere la diversità dei media”, viene indicato in comunicato congiunto pubblicato poco prima dell’apertura dello Swiss Media Forum di Lucerna, principale incontro del settore dei media in Svizzera.
L’accordo sarà sottoposto alla Commissione della concorrenza (ComCo) per un esame ai sensi della legge sui cartelli. TX Group, il più grande gruppo mediatico privato della Svizzera, non ne fa parte, ma continuerà a partecipare alle discussioni, precisa il comunicato. L’obiettivo è che anche l’associazione degli editori romandi Médias Suisses e quella ticinese Stampa Svizzera firmino formalmente l’accordo. Médias Suisses ha indicato a Keystone-ATS che deciderà già la prossima settimana se firmare o meno.
Il servizio del TG 20.00 della RSI del 15 maggio 2025:
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Per Susanne Wille, direttrice generale della SSR, era importante – dopo l’assunzione dell’incarico – parlare con gli editori e porre fine a un conflitto d’interessi che durava da tempo: “Dipendiamo tutti l’uno dall’altro e siamo corresponsabili della piazza mediatica svizzera”, non giova a nessuno se una delle due parti si indebolisce, ha detto in occasione della conferenza stampa tenutasi a Lucerna.
Andrea Masüger, presidente della VSM, ha descritto la collaborazione come una svolta nelle relazioni con la SSR, che in passato non erano sempre state amichevoli: “Con Susanne Wille il vento è cambiato. Gli editori percepiscono che la SSR è disposta a cambiare”, ha detto Masüger.
Il core-business della SSR restano radio e TV
La VSM riconosce che l’offerta online è di “importanza esistenziale” per la SSR: solo così potrà continuare a svolgere il suo mandato di servizio pubblico anche in futuro. Allo stesso tempo, in futuro la radiotelevisione pubblica si concentrerà “ancora di più” sul suo core business radio e TV.
Concretamente, ciò significa, tra l’altro, che la SSR continuerà ad astenersi dalla pubblicità online e non arricchirà la propria offerta con testi troppo lunghi (massimo 2’400 caratteri). I formati interattivi rimarranno un’eccezione e rinuncerà a liveticker testuali per le competizioni sportive che trasmette in esclusiva. Ove opportuno, la SSR si collegherà anche ai contributi delle emittenti private, rafforzando così la loro portata.
Nell’ambito delle trasmissioni delle competizioni sportive, la SSR si concentrerà sui contenuti non coperti dai fornitori commerciali. Potrà anche tenere in maggiore considerazione fornitori privati ed esaminare attivamente delle cooperazioni.
Inoltre, in futuro la SSR metterà a disposizione di altri media materiale grezzo e una piattaforma di streaming per l’utilizzo gratuito. La SSR intende anche rafforzare il mercato pubblicitario investendo gran parte delle sue attività di marketing nei media svizzeri.
La SSR sostiene inoltre gli editori nelle iniziative normative a tutela dei contenuti giornalistici (diritto di protezione delle prestazioni). In cambio, la VSM si dichiara favorevole al finanziamento della SSR attraverso il canone e respinge l’iniziativa lanciata dall’UDC “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)”.
Non c’è unanimità
Tuttavia, gli editori non sono unanimi: ieri l’editore di Tamedia e presidente del TX Group Pietro Supino in un “Appello per una politica dei media illuminata” sui portali di Tamedia ha spiegato perché lui e la sua casa editrice sostengono la proposta di ridurre drasticamente il finanziamento della SSR.
Le attività radiotelevisive, il core business dell’azienda di servizio pubblico sancito dalla Costituzione, potrebbero essere finanziate con un canone di 200 franchi per economia domestica, ha affermato Pietro Supino.
Sommati ai 200 milioni di franchi di entrate commerciali, i 600 milioni di franchi raccolti attraverso il canone sarebbero sufficienti. I costi di produzione dovrebbero essere ridotti, ma bisogna anche tenere conto del fatto che la popolazione svizzera è in crescita, ha sostenuto l’editore zurighese. Anche così, la somma a disposizione della SSR supererebbe il budget dei media dei gruppi Tamedia e CH Media messi insieme. Il Gruppo TX è membro della VSM, di cui Supino è addirittura presidente onorario.
Sostenuta dall’UDC, dall’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e dai Giovani PLR, l’iniziativa prevede la riduzione del canone annuale da 335 a 200 franchi e l’esenzione dal pagamento per tutte le aziende. Il Consiglio federale, che respinge l’iniziativa, propone di ridurre il canone a 300 franchi entro il 2029, il che costringerebbe la SSR a risparmiare circa 270 milioni di franchi entro quella data.
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