Canone radio-tv, verso il no all’abolizione
Se si votasse oggi, il popolo svizzero respingerebbe l'iniziativa per l'abolizione del canone radiotelevisivo. È quanto stima un sondaggio del gruppo editoriale Tamedia, pubblicato venerdì.
Dal rilevamento effettuato il 15 gennaio su Internet, al quale hanno partecipato 15’197 persone delle tre regioni linguistiche, emerge che il ‘no’ all’iniziativa prevale per il 63% nella Svizzera francese, 57% in quella tedesca e il 58% nella Svizzera italiana.
A livello nazionale, quasi tre persone su cinque (59%) sarebbero contrarie alla modifica costituzionaleCollegamento esterno, che metterebbe fine alla riscossione di un canone radio-tv e proibirebbe alla Confederazione di sovvenzionare le emittenti.
I favorevoli al testo, sul quale gli svizzeri voteranno il prossimo 4 marzo, risultano il 40%. Il maggior numero di sostenitori (73%) è tra gli elettori dell’UDC, Unione democratica di centro (destra populista).
Un precedente sondaggio, il 24 dicembre, aveva indicato un 56,5% di favorevoli ad abolire la tassa di ricezione.
“Si tratta di un’inversione di tendenza spettacolare”, ha dichiarato il politologo all’Università di Losanna René Knüsel al quotidiano Le Matin. Knüsel ha però sottolineato che questi studi vanno presi con cautela: spesso esprimono più lo stato emotivo degli interrogati che un’opinione obiettiva.
Un’approvazione di ‘No Billag’ (Billag è il nome dell’attuale società di riscossione del canone, ndr) metterebbe di fatto fine al servizio pubblico radiotelevisivo e a rischio l’esistenza di stazioni private, che beneficiano di una parte della tassa di ricezione.
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