La televisione svizzera per l’Italia
ghiaccio che si scioglie

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

siamo abituati a vedere le risse di e tra politici in altri Paesi. Di solito la visione di queste scene è accompagnata da frasi tipo "Robe da matti! In Svizzera non succede (quasi) mai!". Ebbene… è successo anche a Berna!  

Mercoledì mattina a palazzo federale c'è stata la visita del presidente del Parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk. In questa occasione il presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer ha voluto farsi scattare una foto con lui di fronte alla statua dei tre confederati. Scatto per il quale la polizia federale ha bloccato l’accesso all’atrio. Proprio in quel momento sono sopraggiunti due consiglieri nazionali dell’UDC che hanno insistito per passare: il capogruppo del partito Thomas Aeschi e il deputato Michael Graber. Il primo è venuto alle mani con gli agenti, che poi lo hanno trascinato via, dopo che era anche finito al suolo, mentre il secondo è stato bloccato. "Uno scontro fisico tra deputati e polizia in Parlamento. Scene simili non ne ricordo", ha commentato un inviato della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, presente sul posto. 

Ora vi lascio alla lettura delle notizie del giorno. 

+ Da subito potete seguirci anche tramite il nostro canale Telegram (cliccando sul questo link o cercando “tvsvizzera” direttamente nell’app), sul quale troverete le notizie che vengono pubblicate sul nostro sito. 

ghiaccio che si scioglie
Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved.

Dopo il Consiglio degli Stati, anche quello Nazionale ha criticato la sentenza della CEDU, che ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale.  

Non c’è alcun motivo per dar seguito alla recente sentenza della CEDU: dopo il Consiglio degli Stati, Oggi, con 111 voti a 72 e 10 astensioni, la Camera bassa del Parlamento elvetico ha approvato una dichiarazione non vincolante in tal senso che invita il Governo ad attivarsi presso il Consiglio d’Europa per far conoscere la posizione della Confederazione

Il testo, intitolato “Una protezione efficace dei diritti fondamentali da parte dei tribunali internazionali piuttosto che l’attivismo giudiziario”, sottolinea che la sentenza a favore delle Anziane per il clima “oltrepassa i limiti dell’interpretazione dinamica” e che la Corte, così facendo, “travalica i limiti dello sviluppo del diritto concessi a un tribunale internazionale“. 

Quanto già fatto in precedenza e quanto sta attualmente facendo la Svizzera in materia di politica climatica è sufficiente, viene sottolineato, come d’altronde già fatto in una dichiarazione della Camera alta. Il Nazionale riconosce il valore della CEDU e delle sue sentenze, è un organo prezioso per la tutela dei diritti umani, ha affermato a nome della commissione preparatoria il deputato liberale radicale ticinese Simone Gianini, aggiungendo però che c’è l’impressione che spingendosi così lontano la corte scateni un effetto controproducente. Il perseguimento degli obiettivi climatici è un compito politico, non della CEDU, ha rilevato. 

confezione di cerelac
Keystone / Gaetan Bally

L’ONG svizzera Public EyeCollegamento esterno (che incoraggia la politica e le imprese elvetiche a rispettare i diritti umani e l’ambiente nei Paesi poveri) chiede alla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) di trascinare davanti alla giustizia Nestlé, rea secondo l’organizzazione di vendere prodotti per l’infanzia con zucchero aggiunto nei Paesi a basso reddito. Stando a Public Eye una violazione della legge federale contro la concorrenza sleale (LCSl). 

A metà aprile l’ONG aveva accusato la multinazionale di aggiungere zucchero ai suoi prodotti per l’infanzia, abituando quindi i bambini al gusto dolce, cosa che potrebbe causare in seguito problemi di salute, come il diabete o malattie cardiovascolari. Particolarmente criticato era il fatto che mentre i cereali e il latte di proseguimento in Europa non contengono zuccheri aggiuntivi, Nestlé arricchisce gli stessi prodotti nei Paesi del terzo mondo e in quelli emergenti, praticando cioè quello che l’ONG considera un doppio standard.  

Sempre secondo l’associazione nelle nazioni meno ricche Nestlé promuove inoltre gli articoli in questione – dei noti marchi Nido e Cerelac – come prodotti sani per i bambini e sviluppati appositamente per le loro esigenze, ricorrendo anche a professionisti della salute e influencer. Da parte sua Nestlé in aprile aveva replicato affermando di rispettare gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e le normative locali in un comparto, quello degli alimenti per l’infanzia, altamente regolamentato. L’azienda aveva anche sottolineato come la quantità totale di zuccheri aggiunti sia stata abbassata negli ultimi 10 anni. 

Ora Public Eye torna alla carica, chiedendo allo Stato svizzero di agire. L’organizzazione fa riferimento all’articolo 10 della Legge federale contro la concorrenza slealeCollegamento esterno, che permette alla Confederazione di avviare un’azione legale se ritiene necessario tutelare l’interesse pubblico, in particolare se è minacciata la reputazione della Svizzera all’estero. 

coltellini svizzeri di diversi colori
Poche le eccezioni per l’utilizzo dello stemma. Tra queste quella concessa a Victorinox. Keystone / Gaetan Bally

La Camera alta del Parlamento elvetico (il Consiglio degli Stati) ha adottato oggi una mozione del senatore liberale radicale lucernese Damian Müller che chiede che, per ragioni emotive e di identificazione con il Paese, le squadre sportive nazionali possano indossare capi con lo stemma della Svizzera – protetto per legge – e non solo con la semplice croce bianca. L’oggetto passa ora al Nazionale.  

L’origine della mozione, come ricordato da Müller, è dovuta alla polemica che ha investito la squadra nazionale di hockey, presentatasi ai recenti mondiali a Praga con una maglia ufficiale sulla quale faceva bella mostra di sé il noto scudo rossocrociato, ossia lo stemma ufficiale della Confederazione. 

Nella sua risposta, il consigliere federale Beat Jans ha sottolineato che lo stemma della Confederazione è protetto per legge onde evitarne l’abuso. Solo alcune aziende che lo hanno utilizzato per decenni – come per esempio la produttrice di coltellini svizzeri Victorinox, oppure il Touring club svizzero TCS – hanno il diritto di utilizzarlo. “Se facciamo un’eccezione per le squadre nazionali”, ha spiegato il ministro di giustizia e polizia, “rischiamo di aprire il vaso di Pandora, perché altri soggetti si faranno avanti. Insomma, sarebbe un autogol da parte nostra”. 

Jans ha poi ricordato che la Federazione elvetica di hockey – protagonista di una vertenza giuridica attualmente in corso che la oppone alla Confederazione – era al corrente del problema, ma ha persistito nel volere lo stemma sulle maglie di gioco. Tra l’altro si tratta dell’unica federazione sportiva elvetica che utilizza – abusivamente – lo scudo rossocrociato. 

cartelli che indicano direzioni in ucraino e tedesco
Keystone / Peter Klaunzer

Le condizioni e le regole riguardanti lo statuto di protezione S concesso alle rifugiate e ai rifugiati ucraini vanno inasprite per evitare abusi. È l’obiettivo che si pongono due mozioni – inoltrate dai senatori sangallesi Benedikt Würth (Centro) ed Esther Friedli (UDC) – adottate oggi dal Consiglio degli Stati. Su questi atti parlamentari, che il Consiglio federale chiedeva di bocciare, dovrà ancora esprimersi il Nazionale. 

Würth ha denunciato un certo “turismo” generato da chi beneficia dello statuto S, che sembra essere sempre meno accettato dalla popolazione. Alcuni cittadini ucraini, ha detto, rinunciano alla protezione per rientrare in Patria godendo dell’assistenza offerta dalla Confederazione, per poi rientrare in Svizzera e richiederlo. Tutto ciò, secondo Würth, genera costi elevati. 

Con la sua mozione, la senatrice Friedli vuole limitare lo statuto S agli ucraini che vivono nelle regioni occupate dalla Russia o colpite dai combattimenti. Il testo chiede inoltre di revocarlo a coloro il cui ultimo luogo di residenza non si trovava in tali regioni, nonché ai cittadini non ucraini, a eccezione dei rifugiati riconosciuti dall’Ucraina. 

Il consigliere federale Beat Jans si è opposto a entrambe le mozioni. Pur condividendo le preoccupazioni sugli abusi, ha dichiarato che a suo avviso la legislazione attuale soddisfa già le richieste della mozione. Circa la mozione Friedli, il ministro di giustizia e polizia ha sottolineato che la situazione della sicurezza è incerta in tutta l’Ucraina. 

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR