Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
nel bollettino di ieri vi abbiamo parlato dell'esercitazione militare durante la quale dei jet da combattimento sono atterrati sull'autostrada tra Payerne e Avenches, nel canton Vaud. Ebbene, gli svizzeri restano fedeli a loro stessi, ligi alle regole: i quattro velivoli militari erano dotati del regolamentare contrassegno autostradale, ben visibile sul tettuccio. Contrassegno, ricordiamo, obbligatorio per circolare sulle autostrade elvetiche. Non sappiamo però se questo obbligo vale anche per aerei da combattimento…
Si è trattato di un gesto scherzoso da parte dei piloti, che hanno usato lo scotch per attaccare i contrassegni. Gesto, in teoria, multabile, ma siamo sicuri che nessuno se la prenderà con l'esercito.
Vi lascio ora alla lettura delle notizie del giorno.
Da subito potete seguirci anche tramite il nostro canale Telegram (cliccando sul questo link o cercando “tvsvizzera” direttamente nell’app), sul quale troverete le notizie che vengono pubblicate sul nostro sito.
Il Consiglio nazionale (la Camera bassa del Parlamento) ha dato il via libera al doppio cognome per i coniugi, approvando oggi la pertinente revisione del Codice civile. Non sarà però un ritorno al passato, visto che la legislazione in vigore fino al 2013 consentiva solo alle donne di portarlo.
Attualmente per una coppia sposata ci sono due possibilità: ognuno mantiene il proprio cognome oppure si sceglie quello di uno dei due coniugi come nome di famiglia.
Con la riforma adottata oggi, che deve ancora ottenere l’avallo del Consiglio degli Stati, le coppie avranno invece totale libertà di scelta. Prendiamo l’esempio di una ipotetica Gianna Keller-Sutter che, in seconde nozze, dovesse sposare un certo Ivo Bernasconi. Ogni coniuge potrà individualmente scegliere di chiamarsi Keller, Sutter, Bernasconi, Keller-Sutter, Keller-Bernasconi, Sutter-Bernasconi, Sutter-Keller, Bernasconi-Keller o Bernasconi-Sutter. In caso di scelta di un doppio cognome, il coniuge dovrà indicare se i due cognomi dovranno o meno essere separati da un trattino. Se per gli sposi non sarà obbligatorio portare lo stesso cognome, dovranno scegliere il cognome dei figli, che non potrà essere doppio.
La sinistra avrebbe voluto estendere la possibilità di avere un doppio cognome anche alla prole, come succede già in Francia e Austria. I contrari alla proposta hanno fatto notare che non sarebbe giusto per i figli che, qualora dovessero sposarsi potrebbero essere chiamati a scegliere se continuare a portare il cognome del padre o quello della madre. Un conflitto di coscienza ingiusto, è stato detto.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- “Perché i doppi cognomi suscitano controversia in Svizzera”: un articolo della mia collega Jessica Davis Püss.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “In Svizzera ritorna in auge il doppio cognome”Collegamento esterno.
Il tasso di suicidi nelle prigioni Svizzere è il secondo più alto d’Europa: nel 2022, su 10’000 detenute/i, 20,5 si sono tolti la vita, stando a un rapporto del Consiglio d’Europa sulla popolazione carceraria pubblicato giovedì, dal quale emerge che la media europea è di 5,3. Solo la Lettonia è messa peggio della Confederazione, con un tasso di 21,7.
Dallo studio emerge anche che in Svizzera il numero di detenuti e detenute è più basso rispetto alla media europea: 73 persone ogni 100’000 abitanti, contro le 124 nel Vecchio continente. “Campione” di questa triste classifica è la Turchia, con 408 persone ogni 100’000 abitanti. La Confederazione, però, ha un tasso di suicidi in carcere più alto della media.
Oltre a quello di suicidi, la Confederazione detiene anche un altro (quasi) primato: ha il secondo tasso (tra i Paesi con più di 500’000 abitanti) più alto di popolazione carceraria di origine straniera (il 71% contro una media del 25% a livello europeo).
Il rapporto, redatto ogni anno dall’Università di Losanna per conto del Consiglio d’Europa, contiene dati sui detenuti di 45 Paesi europei. Solo le autorità carcerarie della Bosnia-Erzegovina non hanno fornito informazioni al riguardo.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch, un contributo della mia collega Patricia Islas: “Perché 7 detenuti su 10 in Svizzera sono stranieri?”
- Lo studio sulla popolazione carcerariaCollegamento esterno.
L’annosa questione della tassazione del telelavoro delle e dei frontalieri italiani, in una situazione d’incertezza dal 31 gennaio 2023, quando le regole introdotte durante la pandemia erano scadute, è stata definitivamente risolta oggi con la firma di un protocollo in tal senso da parte della consigliera federale e direttrice del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Karin Keller-Sutter e dal ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti.
Si tratta di un protocollo di modifica del vigente Accordo sui frontalieri che disciplina durevolmente l’imposizione del telelavoro per lavoratrici e lavoratori frontalieri. Concretamente prevede che dal primo gennaio 2024 questa categoria ha la possibilità di svolgere in modalità remota presso il proprio domicilio fino al 25% del tempo di lavoro.
La regolamentazione si basa sulla procedura amichevole sottoscritta dalla Svizzera e dall’Italia nel novembre del 2023. Il protocollo sottoscritto oggi sostituirà tale accordo amichevole senza modificarne i punti principali.
Un accordo simile è stato raggiunto con la Francia, ma frontaliere e frontalieri francesi possono lavorare in modalità remota fino al 40% pur essendo tassati in Svizzera. Lo scorso novembre, Karin Keller-Sutter ha giustificato questa disparità facendo riferimento a condizioni giuridiche diverse.
- Il comunicatoCollegamento esterno del DFF e il testo del protocolloCollegamento esterno firmato oggi.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Il focus di tvsvizzera.it sulle conseguenze del nuovo accordo sui frontalieri.
Secondo il Consiglio nazionale (camera bassa del Parlamento), il reato di stalking dovrebbe essere incluso nel Codice penale come reato specifico. Un progetto in tal senso è stato adottato oggi con 151 voti favorevoli, 29 contrari e 9 astenuti. La proposta è sostenuta anche dal Consiglio federale.
Lo “stalking” consiste nel perseguitare, molestare o spiare ripetutamente una persona. L’intensità e la ripetizione di tali atti possono farli diventare minacciosi per chi li subisce, limitare la libertà e condizionare le abitudini di vita delle vittime, incutendo paura. I casi sono sempre più diffusi grazie ai social network. Circa il 19% di giovani dichiara di essere vittima di molestie.
I promotori del progetto hanno sottolineato che riconoscere lo stalking come reato lancia un chiaro segnale agli autori: “Il vostro comportamento è inaccettabile e sarà punito”. Ma anche un messaggio alle vittime: “Chiedete aiuto, vi aiuteremo”. Le molestie ossessive dovrebbero essere punite con una pena detentiva fino a tre anni o con una pena pecuniaria.
Inizialmente contrario all’inserimento dello stalking nel Codice penale, anche il Consiglio federale ne ha riconosciuto la necessità, ha spiegato il consigliere federale Beat Jans. Il ministro della giustizia ha inoltre sottolineato che lo stalking è spesso il primo passo prima della violenza fisica. Una condanna potrebbe fermare questa spirale prima della violenza.
- La notizia riportata dal portale RTS InfoCollegamento esterno (in francese).
- Dagli archivi della RSI, un approfondimento sullo stalkingCollegamento esterno.
- Il parereCollegamento esterno del Consiglio federale.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative