Telelavoro per i frontalieri, ora c’è la firma
 
Da gennaio le e i dipendenti pendolari residenti in Italia possono svolgere fino a un quarto della loro attività professionale al proprio domicilio senza variazioni a livello fiscale.
La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro dell’economia e delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti hanno firmato un Protocollo di modifica dell’Accordo sui frontalieri che disciplina in modo durevole l’imposizione del telelavoro per i lavoratori frontalieri, su cui era già stata raggiunta un’intesa provvisoria.
 
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Le conseguenze del nuovo accordo sui frontalieri
Questo significa che a partire dal 1° gennaio 2024 le e i frontalieri hanno la possibilità di svolgere a casa loro fino al 25 per cento del tempo di lavoro previsto dal contratto.
Il lavoro a distanza, precisa una nota della Confederazione, “non ha ripercussioni né sullo Stato legittimato a imporre il reddito da attività lucrativa dipendente, né sullo statuto di lavoratore frontaliere”.
Superata la precedente intesa
Con la firma odierna viene quindi risolta la questione che riguardava questa categoria di lavoratrici e lavoratori che viveva in una situazione d’incertezza dal 31 gennaio 2023, quando le regole introdotte durante la pandemia erano scadute.
 
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La tassazione del telelavoro dei frontalieri ha ora una base legale
Il Protocollo di modifica siglato giovedì va quindi a sostituire la precedente intesa, i cui aspetti pregnanti non subiranno modifiche.
Dal profilo strettamente formale il Protocollo entrerà in vigore non appena entrambi i Paesi avranno concluso l’iter di ratifica con efficacia al 1° gennaio 2024.
Un accordo simile è stato raggiunto con la Francia, ma i frontalieri francesi possono lavorare in modalità remota fino al 40% pur essendo tassati in Svizzera. Lo scorso novembre, Karin Keller-Sutter ha giustificato questa disparità facendo riferimento a condizioni giuridiche diverse.
 
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