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carote in cassa di legno

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

al ritorno da qualche giorno al mare su un'isola in Italia, dove l'estate è già iniziata (come lo dimostra anche l'ustione tipica da turista troppo entusiasta della prima uscita in spiaggia), torno in Ticino e trovo un'allerta maltempo di grado 3 per le prossime 36-48 ore. Pioggia, pioggia, pioggia e ancora pioggia (e un po' di neve, ma solo sopra i 2'300 metri di altitudine). Non c'è più la Sonnenstube (ossia "salotto soleggiato", come viene chiamato il Ticino dagli svizzero-tedeschi) di una volta, insomma…

Buona lettura delle notizie del giorno.

tessere cassa malati
© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

L’assicurazione malattia pesa sempre di più sui budget delle famiglie elvetiche. A essere maggiormente colpite sono quelle del canton Ticino. Il 9 giugno la popolazione elvetica è chiamata a votare su tre temi sanitari e due di questi riguardano proprio l’ammontare dei premi: l’iniziativa per premi meno onerosi e quella per un freno ai costi.

Il cantone italofono da diversi anni è in cima alle classifiche, ma per ragioni poco invidiabili: i salari sono i più bassi della Confederazione, mentre gli aumenti dei premi di cassa malati sono i più alti del Paese (+10,5% nel 2024, contro l’8,3% a livello nazionale).

Le ragioni principali sono due: l’offerta sanitaria è alta, come lo è anche la percentuale di assicurate e assicurati over 65, ha spiegato a tvsvizzera.it, il responsabile dell’Area di gestione sanitaria del Dipartimento cantonale della sanità e della socialità Salvatore Simone.

Costi pesanti che portano sempre più persone a ricorrere agli aiuti cantonali (i cosiddetti “sussidi”) per poter pagare questa assicurazione obbligatoria (nel 2023 sono 110’000 i e le ticinesi che li hanno richiesti, ossia quasi una persona su tre) o addirittura a pensare di traslocare in un altro cantone o all’estero.

carote in cassa di legno
KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Si è confermata anche nel 2023 una tendenza in atto da diversi anni: un sempre maggiore numero di aziende agricole passano dall’agricoltura convenzionale a quella biologica. È quanto emerge dal rapporto annuale o pubblicato oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST), che però conferma anche un’altra tendenza: sempre più piccole aziende scompaiono lasciando spazio a quelle grandi

Alla fine dello scorso anno in Svizzera le aziende che praticavano agricoltura bio erano 7’896 su una superficie di 190’000 ettari. Questo rappresenta un incremento dell’1% per quanto riguarda il totale di aziende attive, che ora rappresentano il 16,7% di tutte quelle presenti nella Confederazione. La superficie di terreni coltivati è aumentata del 2% in più rispetto al 2022. 

Il 2023 ha confermato anche un altro trend degli ultimi anni, ossia la diminuzione delle aziende di piccole dimensioni a vantaggio di quelle più grandi: sono state censite 47’719 aziende agricole, 625 in meno (-1,3%) rispetto all’anno precedente, che davano lavoro a 148’900 persone, circa lo 0,5% in meno rispetto al 2022. Il numero di fattorie al di sotto dei 30 ettari è diminuito (-2,2%), mentre è aumentato quello delle aziende con una superficie di 30 ettari o più (+1,6%).  

È diminuita la produzione di cereali, mentre è aumentata in maniera considerevole la superficie dedicata alla coltivazione dei girasoli (+21,7%), usato soprattutto per la produzione di olio commestibile. Infine, gli allevamenti hanno prodotto più carne (pollame e bovini in aumento, carne di maiale in diminuzione), ma meno latte (-2% per quanto riguarda la presenza sul territorio di vacche da latte).  

persona beve vino
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Un nuovo gel sviluppato al Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) dovrebbe permettere di consumare alcolici senza subirne gli effetti nocivi. Test effettuati sui topi hanno infatti mostrato che il preparato scompone l’alcol nel tratto gastrointestinale prima che entri nel flusso sanguigno. 

“La nostra tecnologia potrebbe offrire una soluzione innovativa nella lotta contro il problema globale dell’abuso di alcol“, ha detto a Keystone-ATS il professor Raffaele Mezzenga, direttore dell’Istituto di scienze dell’alimentazione presso l’ETHZ e responsabile dello studio i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Nanotechnology.  

“Il gel converte l’alcol ingerito in acido acetico senza produrre acetaldeide”, spiega Mezzenga. Ed è proprio l’acetaldeide a essere dannosa per il fegato. Bisognerà però aspettare ancora prima di trovare questa sostanza in commercio. Prima che possa essere approvata per l’uso umano, infatti, saranno necessari test clinici. “Abbiamo in programma di effettuarli presto”, dichiara il professore. Intanto un brevetto è già stato richiesto.  

Il gel è prodotto a partire da una proteina del siero del latte che a sua volta è un sottoprodotto della produzione di formaggio. Questa proteina viene bollita per diverse ore in modo da formare lunghi filamenti ai quali vengono aggiunti acqua e sale per formare la gelatina. Vengono poi aggiunti ferro, glucosio e oro. 

polline
KEYSTONE

I cambiamenti climatici, lo sappiamo, hanno conseguenze in tutti gli aspetti della nostra vita, anche in quelli dove non ce lo aspettiamo. Tra questi anche un aumento esponenziale di casi di raffreddore da fieno

Mentre 100 anni fa questo disturbo era praticamente sconosciuto (nel 1926, lo 0,8% della popolazione elvetica era allergica ai pollini), oggi una persona su cinque ne è affetta, secondo l’Accademia svizzera di scienze naturali (SCNAT). Le conseguenze del riscaldamento globale sono un periodo del raffreddore da fieno sempre più lungo, l’aumento delle concentrazioni di polline e la sempre maggiore diffusione di piante invasive altamente allergeniche, come per esempio l’ambrosia. Informazioni, queste, che si trovano su una nuova scheda informativa Collegamento esternopubblicata oggi dalla Commissione svizzera per la chimica e fisica dell’atmosfera della SCNAT e MeteoSvizzera. 

Asma e raffreddore da fieno vengono esacerbati anche dall’inquinamento atmosferico, che danneggia le vie respiratorie delle persone. Le piante stressate da una cattiva qualità dell’aria sembrano inoltre produrre pollini che scatenano reazioni allergiche più forti.

I costi annuali legati a disturbi allergici di questo tipo sono di 1-4 miliardi di franchi e per questo motivo gli autori dello studio sostengono che il raffreddore da fieno dovrebbe essere oggetto di misure delle autorità pubbliche. Tra queste, una limitazione dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico, l’implementazione di sistemi di allarme o ancora la lotta contro le specie invasive e piantagioni pubbliche adatte nei comuni. 

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