La televisione svizzera per l’Italia
Bandiera con la svastica esibita in pubblico.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

chi volesse approfittare dell'arrivo della bella stagione per inoltrarsi nei boschi e in altri ambienti verdi è pregato di adottare un atteggiamento vigile.

Sono infatti più che raddoppiate (27, +16) in un anno le meningoencefaliti provocate dalle punture delle zecche nel primo trimestre. Una patologia che non va sottovalutata poiché, come ha evidenziato l'Ufficio federale di sanità pubblica, può dare origine in menomazioni permanenti.

In leggero regresso sono invece le infezioni di borreliosi che vengono trattate con comuni antibiotici. Da notare che si è ampliata l'area in cui è attivo questo fastidioso parassita che dall'Altipiano si è diffuso anche nelle regioni prealpine meridionali.

Buona lettura.

Panoramica di Mosca.
KEYSTONE

La Svizzera fa già abbastanza in tema di sanzioni alla Russia e non è necessaria un’adesione formale di Berna alla commissione internazionale REPO (Russian Elites, Proxies and Oligarchs).

La Camera bassa ha bocciato una mozione, osteggiata anche dal Governo, che chiedeva un ulteriore impegno della Confederazione contro Mosca, entrando nell’organismo creato dal G7 che garantirebbe un migliore scambio di informazioni e un maggiore coordinamento con gli altri Paesi.

La promotrice dell’atto parlamentare, la verde Franziska Ryser aveva in proposito sottolineato che in Svizzera vi sono importanti patrimoni riconducibili a esponenti russi. Ma nell’aula del Consiglio Nazionale ha prevalso la tesi opposta, secondo la quale sta funzionando in modo soddisfacente la collaborazione con la task force internazionale.

Inoltre, è stato ancora osservato, un’adesione a REPO farebbe perdere a Berna la sua autonomia in materia di politica delle sanzioni e avrebbe delle ripercussioni di natura giuridica non del tutto chiare. Non da ultimo, rischierebbe di offuscare il ruolo di mediatrice della Confederazione, riconosciuta internazionalmente per la politica dei “buoni uffici”. 

Bandiera con la svastica esibita in pubblico.
KEYSTONE

L’esibizione di simboli nazisti o razzisti in pubblico sarà vietata nella Confederazione. È quanto prevedono una mozione e due iniziative approvati a larga maggioranza in Consiglio Nazionale (Camera bassa).

In particolare, il Governo viene sollecitato dalla mozione, che è già stata votata lo scorso 20 dicembre dall’altra Camera, a introdurre norme specifiche che sanzionino in modo esplicito l’uso, l’esposizione e la diffusione pubblica di segni e simboli di propaganda razziale o che inneggiano alla violenza e all’estremismo (tra i quali gesti, slogan, saluti e bandiere, soprattutto di matrice nazionalsocialista).

Non sono comunque mancate le voci dissenzienti. C’è infatti chi ha criticato il fatto che vengano vietati in pubblico solo i simboli nazisti, in particolare quelli legati direttamente al Terzo Reich, altri volevano reprimere anche altre rappresentazioni estremiste, in particolare quelle legate al comunismo. Una minoranza infine, si è opposta a porre dei divieti in materia, in omaggio a teorie di matrice libertaria.

Da parte sua il consigliere federale Beat Jans, che si è detto favorevole a una legge speciale che preveda multe disciplinari, non ha nascosto le difficoltà di ordine giuridico nell’operazione. In precedenza, 20 anni fa, era stata avanzata una proposta analoga ma non era stata accolta dal Parlamento. Oggi, sulla scia dell’impennata degli episodi di razzismo, in particolare contro la comunità ebraica, le sensibilità sono evidentemente cambiate.

Paziente infortunato a una gamba.
KEYSTONE/© KEYSTONE / GAETAN BALLY

Sono aumentate del 16% in un anno le truffe ai danni della SUVA, l’istituto svizzero di assicurazione contro gli infortuni.

Secondo quanto ha riferito l’ente federale, delle 2’969 segnalazioni ricevute l’anno scorso, 939 – vale a dire quasi una su tre (28%) – si sono rivelate fondate. Gli accertamenti effettuati, indica una nota, hanno consentito di risparmiare 32,6 milioni di franchi.

Il risultato è stato possibili grazie alla nuova politica adottata dalla SUVA che nel 2007 ha creato un apposito servizio contro le truffe che finora è riuscito a individuare raggiri per un importo complessivo di 272 milioni.

“Contrastando le frodi assicurative vogliamo tutelare chi paga i premi in modo onesto: per questo abbiamo adottato una politica di tolleranza zero“, ha afferma Roger Bolt, responsabile delle attività anti-frode dell’istituto federale.

Interno di una farmacia.
KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

I e le pazienti elvetiche potrebbero in futuro ricorrere a cure prestate all’estero, i cui costi sono generalmente più contenuti rispetto a quelli vigenti nella Confederazione, a spese del sistema sanitario nazionale. Una proposta in tal senso sta facendosi strada in Parlamento.

Il progetto-pilota promosso da una mozione del liberale Philippe Nantermod, che è stato approvato oggi dalla Camera del popolo con 100 voti contro 85, intende consentire in concreto il rimborso da parte delle assicurazioni private (casse malati) delle prestazioni ricevute nei Paesi vicini.

A detta del deputato vallesano, “è risaputo” che talune prestazioni mediche, in particolare nell’ambito dei farmaci generici, sono fornite oltre confine a tariffe sensibilmente più vantaggiose, “senza che vi siano per forza giustificazioni oggettive”. L’accoglimento della sua mozione, ha aggiunto, permetterebbe di introdurre una certa concorrenza, in particolare sui prodotti sanitari più costosi, e questo avrebbe delle ripercussioni positive sulla spirale della spesa sanitaria.

Del resto, ha aggiunto Philippe Nantermod in risposta alle e agli scettici, “una volta nella vita tutti hanno acquistato un farmaco in Francia o in Germania e non sono mica morti“.

  • Il testo e l’iter parlamentare della mozioneCollegamento esterno.
  • Sul funzionamento del sistema sanitario elvetico l’approfondimento di swissinfo.ch.QuiCollegamento esterno le spiegazioni della
  • Confederazione sull’attuale regime per le e i residenti in Svizzera, che ricorrono a prestazioni sanitarie all’estero.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR