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Treni cargo in un terminal ferroviario.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

per ottenere il passaporto elvetico è bene prestare molta attenzione a come si provvede al mantenimento del proprio giardino. È la riflessione su cui starà sicuramente rimuginando il cittadino francese che si è visto rifiutare la naturalizzazione per aver incautamente utilizzato la falciatrice nei giorni festivi, che nella Confederazione sono sacri.

L'assemblea comunale del piccolo borgo giurassiano di Clos du Doubs, in cui evidentemente devono figurare diversi suoi vicini, ha infatti votato pochi giorni fa contro la richiesta del candidato alla cittadinanza svizzera. Il mancato rispetto delle regole locali, secondo la maggioranza dell'organo comunale, dimostra la scarsa integrazione del cinquantenne francese.

Ora, se vorrà insistere nel suo proposito, sarà costretto a trasferirsi in un altro Comune (sempre però all'interno del cantone giurassiano), evitando però di azionare il proprio tagliaerba negli orari non consentiti.

Buona lettura.

Treni cargo in un terminal ferroviario.
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Berna finanzia con 38,8 milioni di franchi la futura stazione di trasbordo delle merci della CargoBeamer AG di Lipsia che sorgerà a Domodossola.

Nella cittadina piemontese inizierà a breve la costruzione dell’impianto – investimento previsto di 67,1 milioni di franchi – che consentirà di trasferire i container e i rimorchi dalla strada alla ferrovia lungo l’asse del Loetschberg-Sempione.

L’obiettivo è di trasbordare su rotaia 185’000 invii di autocarri all’anno, potenziando così la capacità di trasporto ferroviario attraverso le Alpi, come prevede la politica svizzera di trasferimento delle merci su rotaia.

Non si tratta comunque di una prima per la Confederazione: Berna ha già contribuito finanziariamente alla realizzazione di altri terminali per il traffico combinato all’estero, in particolare in Italia (Gallarate, Piacenza e Milano-Smistamento), Germania (Duisburg e Singen) e Belgio (Anversa) dove nel 2022 sono stati trattati complessivamente 1,05 milioni di container.

Una pianta di canapa.
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Berna si unisce alle città che hanno avviato progetti di distribuzione controllata della cannabis in Svizzera.

Nella capitale federale 700 persone (su 900 richieste) sono state selezionate nell’ambito dell’esperimento promosso dall’Università di Berna per studiare gli effetti sociali e sanitari della commercializzazione della canapa e dei suoi derivati a scopo ricreativo. A questa ricerca prendono parte anche altri 300 volontari/ie residenti a Bienne e Lucerna, per un totale di 1’000 persone.

Le e i partecipanti potranno acquistare nei prossimi due anni canapa in cinque farmacie convenzionate. Lo scopo finale, hanno sottolineato i responsabili del progetto, è di ridurre i rischi per le e i consumatori, attraverso la promozione di forme di assunzione di cannabis che riducono i danni e garantiscono la qualità del prodotto.

Le confezioni che vengono messe in vendita legalmente in questa sperimentazione sono state appositamente studiate e comprendono quattro tipi di fiori di cannabis, due varietà di resina, due versioni di liquido per sigarette elettroniche e due tinture spray. Progetti analoghi sono in corso a Losanna, Zurigo, Basilea e Ginevra.

Cartellone di una campagna contro la violenza delle donne.
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Il fenomeno dei femminicidi in Svizzera è più vasto di quanto dicano le cifre, secondo quanto sostiene l’Associazione Brava.

L’anno scorso 20 donne sono state uccise in un quadro riconducibile a violenza domestica e dall’inizio dell’anno si contano almeno sei episodi analoghi, l’ultimo dei quali una decina di giorni fa nel canton Turgovia.

Cifre crude e preoccupanti che celano però, secondo Julia Meier (Associazione Brava) una realtà ben più grave. I dati sono infatti incompleti e vengono interpretati in maniera difforme nei vari cantoni.

Inoltre, sottolinea la portavoce dell’associazione, la preparazione delle forze dell’ordine e il quadro legale non consentono di prevenire in modo efficace il fenomeno. Occorrerebbero infatti norme uguali a livello nazionale per il divieto di avvicinamento alle potenziali vittime e l’allontanamento degli aggressori. C’è insomma ancora molta strada da fare anche nel nostro Paese in questo ambito.

Infermiera cura un paziente in ospedale.
KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Il Governo federale boccia le tre iniziative in ambito sanitario, su cui il popolo sarà chiamato ad esprimersi il prossimo 9 giugno, poiché a suo dire sono troppo onerose, troppo rigide e di difficile applicazione.

A nome dell’esecutivo, Elisabeth Baume-Schneider ha affermato a Berna che le prime due iniziative (“per premi meno onerosi” del PS e “per un freno ai costi sanitari” del Centro) non rappresentano la risposta giusta al problema reale dell’aumento della spesa sanitaria.

In particolare la prima (premi non superiori al 10% del reddito disponibile), ha sottolineato la consigliera federale giurassiana, comporterebbe ulteriori costi miliardari per la Confederazione senza alcun incentivo ai Cantoni, responsabili della politica sanitaria, per contenere la spesa. È preferibile invece il controprogetto indiretto messo a punto da Governo e Parlamento che a suo giudizio è più equilibrato.

Discorso analogo per la proposta del Centro (freno alla spesa sanitaria), ritenuto troppo rigido poiché non tiene conto dei fattori naturali di incremento dei costi (invecchiamento della popolazione) e rischia di tagliare pesantemente le prestazioni.

In merito infine all’iniziativa “per la libertà e l’integrità fisica” lanciata dai No Vax, che vuole imporre l’obbligo del consenso delle e degli interessati, il Governo osserva che tale obiettivo è già contemplato dalla Costituzione.

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