La neutralità elvetica deve rimanere al cuore della politica estera

Sarà il popolo ad avere l'ultima parola. L'iniziativa popolare denominata "Salvaguardia della neutralità svizzera", che auspica un ritorno alla neutralità integrale, dovrebbe essere riuscita: il comitato promotore ha consegnato alla Cancelleria federale 132'780 firme autenticate. Si andrà dunque al voto popolare.
Fra i Cantoni che hanno maggiormente sostenuto l’iniziativa figura il Ticino con 15’537 firme su una popolazione di circa 350’000 persone. Molte firme raccolte anche nel Canton Vaud (16’642, 830’000 abitanti), Zurigo (20’168, 1’580’000), Ginevra (12’111, 514’000), Berna (14262, 1’051’000).
L’iniziativa esige che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo che in caso di attacco diretto contro il Paese. Vuole inoltre che Berna rinunci a sanzioni nei confronti di Stati belligeranti, come ha fatto invece con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. L’addestramento con partner stranieri rimarrebbe consentito e gli obblighi nei riguardi dell’Onu non sarebbero intaccati.
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Un altro obiettivo del testo è permettere alla Svizzera di utilizzare la sua neutralità permanente per i buoni uffici così da prevenire e risolvere i conflitti. Dovrebbe quindi essere un mediatore in grado di mantenere buone relazioni con tutti.
Ampi consensi tra la popolazione
Stando al comitato promotore, la proposta avrebbe trovato ampia eco fra la popolazione: non solo perché le firme sono state inoltrate con circa un mese d’anticipo sulla scadenza, come precisa una nota odierna, ma anche perché le sottoscrizioni racimolate superano le 185’000. Ma, a causa dei tempi stretti, non è stato possibile inviare tutte le firme ai Comuni affinché provvedessero ad un controllo.
Ad ogni modo, queste cifre – “che superano le attese” – rispecchiano il successo della proposta fra la popolazione che, firmando, ha voluto lanciare un segnale forte alle autorità: la neutralità della Svizzera deve rimanere al cuore della politica estera, interna e di sicurezza.
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Per i fautori della modifica costituzionale, a Berna “regna ancora il caos in materia di politica estera e la neutralità svizzera è diventata il gioco dei partiti politici che cercano di farsi notare”. Il lancio dell’iniziativa per la neutralità l’8 novembre 2022 rappresenta insomma la risposta al crescente declino di una politica di neutralità credibile.
A decretare il successo della raccolta delle firme, secondo il comunicato, è stato anche l’avvicinamento alla Nato promosso dalla responsabile del Dipartimento federale della difesa, protezione della popolazione e dello sport, la consigliera federale Viola Amherd. I cittadini, secondo la nota, temono che la Svizzera stia per essere coinvolta nel gioco al massacro militare voluto dall’alleanza atlantica.

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