L’annuncio di Berna del 29 agosto ha fatto però emergere una serie di questioni. In particolare, oltre al valore del mezzo militare ad alta tecnologia, azionato a distanza (fino a 200’000 franchi), ci si sta interrogando sulla compatibilità di una tale donazione con la neutralità elvetica.
In una risposta alla Radiotelevisione svizzera RSI il Dipartimento federale della difesa ha fatto sapere che nel contratto di donazione il servizio di aiuto in caso di catastrofe ucraini si impegna a utilizzare il veicolo solo per scopi umanitari e non al fronte, senza poterne quindi trarre vantaggi strategici sul campo di battaglia.
Berna sottolinea inoltre che il mezzo donato è molto lento e non dispone di corazza, aspetto questo che non consente il suo impiego in situazioni di combattimento.
Lo sminamento dei terreni è destinato a restare un problema acuto, anche quando verranno deposte le armi da part dei due contendenti. In proposito il Dipartimento della difesa ha precisato è disposto a elargire ulteriori aiuti a Kiev per migliorare le condizioni di vita quotidiane per la popolazione locale.
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Il Consiglio federale ha dato il via libera venerdì agli accordi Svizzera-UE volti a stabilizzare e sviluppare le relazioni con Bruxelles. La procedura di consultazione è aperta fino al 31 ottobre.
Basta con il greenwashing, i fondi sostenibili devono essere davvero tali
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