Un terzo dei mezzi pesanti controllati nel 2023 era irregolare e per l’Iniziativa delle Alpi il risultato è sconfortante. Il centro ticinese di Giornico, entrato in funzione nel 2022, ha migliorato la situazione ma si può fare meglio.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
Sulle strade e autostrade elvetiche circolano troppi autocarri fuori norma. L’Iniziativa delle Alpi Collegamento esternodefinisce il risultato dei controlli compiuti nel 2023 sconfortante e chiede di conseguenza un incremento significativo delle operazioni di sorveglianza, con particolare riferimento al nuovo centro di controllo con sede a Giornico e costato 250 milioni di franchi. Tuttavia, gli uffici competenti riferiscono che servirà del tempo e, in proposito, sottolineano l’attuale carenza di personale.
Alla luce delle verifiche effettuate, quasi un terzo dei mezzi pesanti che circolavano in Svizzera l’anno scorso non era in regola (un dato in linea con gli ultimi 5 anni). Erano camion troppo grandi, troppo pesanti o che accusavano problemi tecnici. Ma non sono mancati tempi di lavoro eccessivi e di riposo insufficienti da parte degli autisti.
Si tratta di statistiche pubblicate dall’USTRACollegamento esterno, l’Ufficio federale delle strade, che non piacciono affatto all’Iniziativa delle Alpi. Il direttore dell’organizzazione Django Betschart ha appunto definito preoccupante il quadro poiché, spiega, guardando al lavoro effettuato negli otto centri di controllo della Confederazione, dove le verifiche tecniche sono accurate, ben un terzo dei veicoli esaminati non è conforme e al 6% le autorità intimano uno stop fino a quando non sono nuovamente in regola.
Complessivamente, nel 2023 sono stati ispezionati oltre 41’000 automezzi pesanti, il 30% in più dell’anno precedente. Un ruolo di rilievo lo svolge la struttura aperta nel 2022 a Giornico in Ticino, ma proprio in quest’ultima – secondo Betschart – il potenziale non è sfruttato al massimo.
Betschart spiega infatti che, pur avendo colmato una lacuna, analizzando il numero di controlli eseguiti si vede che nel canton Uri ne sono stati fatti il doppio. A suo avviso ci vorrà del tempo e si dovrà formare del personale, ma resta però fiducioso e auspica che la situazione migliori entro i prossimi due o tre anni.
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