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Importante sequestro di cocaina ed eroina a Lugano

Cocaina.
Una parte della droga sequestrata era probabilmente desinata al mercato locale. Keystone / Martin Ruetschi

Il mese scorso, a Besso, gli inquirenti hanno fatto il colpaccio. Un maxi-sequestro di stupefacenti, di cui soltanto ora si è avuto notizia. Nell’auto di un cittadino serbo-croato, che alloggiava in un albergo del quartiere, hanno scovato qualcosa come otto chili e mezzo di droga, confezionata in panetti: 4,5 chilogrammi di eroina e quattro di cocaina.

Coca a cui va aggiunto il chilo che aveva appena venduto a Molino Nuovo, pure recuperato dalla polizia. In totale, dunque, quasi dieci chili di sostanza sequestrata. Il corriere (difeso da Chiara Donati) ha inoltre ammesso di avere già consegnato, in marzo, un altro chilogrammo alle stesse persone.

L’uomo, assoldato da un’organizzazione, era partito dalla zona di Bruxelles, in Belgio, con una Ford Mondeo appositamente modificata. La droga era stata nascosta in uno spazio ricavato all’altezza del cambio, apribile azionando una serie di comandi. Ma la procura era già sulle sue tracce. E grazie a un intenso lavoro di indagine, alla fine ha stroncato il traffico.

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La sera del 14 aprile, gli agenti hanno lasciato che recapitasse il pacchetto a Molino Nuovo, pagato in contanti 9mila franchi. Quando l’acquirente è tornato nel suo appartamento, è scattato il blitz. Quattro uomini (tutti d’origine balcanica) sono finiti in manette. Uno di loro è stato scarcerato il giorno successivo, poiché estraneo alla compravendita in questione. Gli altri, al pari del corriere e di una persona presa in seguito, sono tuttora dietro le sbarre.

Cinque arresti, per un giro di oltre 10 chili, tra coca ed eroina. Cifre davvero notevoli alle nostre latitudini. L’inchiesta, coordinata dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti, è in pieno svolgimento, e a breve si terranno altri verbali.

Molti i punti ancora da chiarire. Non da ultimo, si tratterà di capire dove e a chi era destinata la droga trovata nell’auto del corriere. L’imputato, che riceveva di volta in volta le istruzioni via telefono, non ha saputo spiegarlo. Ha però attivamente collaborato al recupero dello stupefacente occultato nella vettura.

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