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Accordo UE sui migranti accolto positivamente dalla Svizzera

migranti su imbarcazione
L'intesa tocca parzialmente anche la Confederazione. Keystone / Adriel Perdomo

La Svizzera accoglie con favore la riforma della politica migratoria europea sulla quale i 27 Stati membri dell'Unione europea (UE) hanno raggiunto mercoledì un accordo di principio. La Confederazione, in quanto associata a Schengen, dovrà applicare alcuni aspetti del patto sulla migrazione.

Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sui cinque pilastri principali del Patto sui migranti e l’asilo. Lo ha annunciato oggi, mercoledì, il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas su X. L’intesa è stata accolta favorevolmente dalla Svizzera, che dovrà applicare alcuni punti di questo patto in quanto associata a Schengen.

Alla trasmissione Forum della Radiotelevisione della Svizzera romanda RTS la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha dichiarato di “rallegrarsi particolarmente” della decisione europea, indicando di aver condotto “lunghe” e “intense” discussioni con i suoi omologhi europei sulla questione. La responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia ritiene che la riforma rappresenti “un passo importante” per instaurare solidarietà tra i Paesi che accolgono migranti all’interno dello spazio Schengen.

“La situazione attuale non è più sufficientemente resistente”, ha detto ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI. “Ora abbiamo una soluzione con maggiori controlli alle frontiere esterne di Schengen, con la volontà di rispettare i diritti fondamentali e di considerare la situazione particolare dei bambini”. 

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Sempre alla RTS, il professore di geografia umana all’Università di Neuchâtel e vicepresidente della Commissione federale della migrazione Etienne Piguet, ha dichiarato che l’accordo europeo è una “buona notizia” e non avrà un “forte impatto” sulla Svizzera.

D’altra parte, se l’Europa avesse fallito nella istituzione di una politica d’asilo coordinata, la Confederazione avrebbe potuto vedere aumentare “considerevolmente” il numero di domande d’asilo, secondo l’esperto.

Da parte sua la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ritiene che sia difficile valutare l’impatto complessivo che questa riforma avrà sulla Svizzera. Gli elementi giuridicamente vincolanti per Berna, ha detto un portavoce all’agenzia Keystone-ATS, sono quelli derivanti dagli accordi di Schengen-Dublino, tra cui in particolare le nuove regole di competenza sulla gestione dell’asilo e della migrazione così come la banca dati biometrica europea Eurodac.

È la prima volta, ha aggiunto la SEM, che il “principio della responsabilità comune” viene sancito nel diritto europeo sotto forma di un meccanismo di solidarietà.

Cosa prevede l’accordo?

L’accordo sancito riguarda tutte le fasi della gestione dell’asilo e della migrazione, dallo screening dei e delle migranti irregolari al loro arrivo al rilevamento dei dati biometrici, alle procedure per la presentazione e la gestione delle domande di asilo, alle regole per determinare quale Stato membro sia responsabile della gestione di una domanda d’asilo, alla cooperazione e alla solidarietà tra gli Stati membri e a come gestire le situazioni di crisi, compresi i casi di strumentalizzazione dei migranti.

Misure che mirano in primo luogo a ridurre la migrazione secondaria all’interno dello spazio Schengen e a rendere il sistema Dublino più resistente alle crisi, indica la SEM. “Ciò è nell’interesse della Svizzera, in quanto anch’essa è colpita dalla migrazione irregolare”, aggiunge.

Altri sviluppi

Svizzera che comunque non è tenuta a rispettare tutte le misure introdotte. Non dovrà, per esempio, applicare il meccanismo di solidarietà obbligatoria, introdotto per alleviare gli Stati europei che si trovano ad affrontare la pressione migratoria. Non dovrà nemmeno applicare le procedure più rapide alle frontiere esterne dell’UE.

Questo non significa che non lo farà: potrà “parteciparvi volontariamente”, ma questo dovrà essere deciso “a livello politico”, indica la SEM. Nel 2016, il Paese aveva per esempio preso parte al sistema di ripartizione dei migranti all’interno della sfera europea.

Nelle prossime settimane Bruxelles continuerà a lavorare per definire i dettagli di tutte le nuove regole decise. Una volta questa fase completata, il testo verrà sottoposto ai rappresentanti degli Stati membri per la conferma.

Chi premerà il bottone della solidarietà sarà sicuro che avrà una risposta, la solidarietà diventerà la norma. Ma ci sarà sempre un’alternativa ai ricollocamenti”, ha detto Margaritis Schinas in conferenza stampa.

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