Torna la calma in Brasile dopo l’assalto al Congresso
I sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro, che non accettano la vittoria del neo presidente Inacio Lula da Silva, hanno dato l'assalto domenica ai palazzi delle massime istituzioni dello stato a Brasilia.
Keystone / Andre Borges
Lunedì mattina le autorità brasiliane hanno iniziato a valutare i danni ingenti al palazzo presidenziale, al congresso e alla Corte suprema di Brasilia dopo l'assalto di domenica dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro.
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tvsvvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Dopo diverse ore di caos, la polizia ha ripreso il controllo degli edifici invasi domenica da centinaia di manifestanti oppositori del neopresidente Luiz Inacio Lula da Silva e ha arrestato centinaia di persone, secondo il ministro della giustizia e della sicurezza Flavio Dino.
L’area era stata isolata dalle autorità. Ma i bolsonaristi, molti dei quali vestiti con le maglie gialle della squadra di calcio brasiliana Seleçao, un simbolo di cui i bolsonaristi si sono appropriati, sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza.
Hanno causato danni considerevoli. Sono stati danneggiati dipinti di valore inestimabile, tra cui “I Mulatti”, del pittore modernista Di Cavalcanti, esposto nel palazzo presidenziale, che presenta diversi buchi, secondo le foto che circolano sulle reti sociali.
I disordini hanno anche causato almeno 46 feriti, di cui sei gravi e due che sono stati sottoposti a intervenuti d’urgenza.
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Bolsonaro condanna gli attacchi
Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”. Lo afferma su Twitter l’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, in riferimento all’attacco ai palazzi del potere a Brasilia.
“Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall’attuale capo dell’esecutivo del Brasile”, aggiunge Bolsonaro, in riferimento ai commenti di Luiz Inacio Lula da Silva. Il capo di Stato di sinistra, in carica solo da una settimana, aveva detto in precedenza in un discorso dallo Stato di San Paolo che il suo predecessore di estrema destra aveva “incoraggiato” i “vandali fascisti” a invadere i luoghi del potere nella capitale.
I fatti
I sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, che non accettano la vittoria del neo presidente Inacio Lula da Silva, hanno dato l’assalto domenica ai palazzi delle massime istituzioni dello stato a Brasilia.
La polizia ha usato i gas lacrimogeni e ha anche sparato proiettili di gomma dagli elicotteri per cercare di respingere migliaia di persone che però sono riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza attorno al parlamento di Brasilia al termine di una manifestazione a sostegno dell’ex presidente. In molti sono riusciti a salire sulla rampa dell’edificio per occuparne il tetto e da lì si sono introdotti all’interno.
I bolsonaristi sono andati all’attacco anche dell’edificio del Planalto, sede dell’esecutivo, assaltata anche la sede della Corte suprema. Il presidente in carica, Luiz Inacio Lula da Silva, non si trovava in quel momento a Brasilia ma era nello stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate.
I manifestanti, vestiti di giallo e verde (la maglia di calcio del Brasile), si sono poi dati ad atti di di vandalismo.
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Condanne un po’ da tutto il mondo
Uno dei primi a reagire è stato il presidente statunitense Joe Biden su Twitter: “Condanno l’assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile. Le istituzioni democratiche del Brasile hanno il nostro pieno sostegno e la volontà del popolo brasiliano non deve essere compromessa. Non vedo l’ora di continuare a lavorare con il presidente Lula”.
Indignazione anche dall’Italia per voce della presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni: “Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane”, ha “cinguettato” la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni.
Le condanne non giungono solo dagli Usa e dall’Italia, ma da tutto il mondo. “Pieno sostegno al presidente (Luiz Inacio) Lula (da Silva), democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere”, ha twittato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Gli ha fatto eco anche l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell: “Sgomento per gli atti di violenza e l’occupazione illegale del quartiere governativo di Brasilia da parte di estremisti violenti. Pieno sostegno a Lula e al suo governo, al Congresso e alla Corte suprema federale”.
Mentre la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, si dice “profondamente preoccupata per quanto sta accadendo in Brasile. La democrazia deve essere sempre rispettata”.
“Il presidente Lula può contare sul sostegno incrollabile della Francia”, ha twittato Emmanuel Macron. Stessa reazione del presidente del Messico, il quale ha affermato che “Lula non è solo, può contare con il sostegno delle forze progressiste del suo Paese, del Messico, del continente americano e del mondo”.
Secondo il presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez, l’assalto rappresenta un “tentativo di colpo di Stato”, mentre il collega del Cile, Gabriel Boric, ha definito “inqualificabile l’attacco ai tre poteri dello Stato del Brasile. Il governo ha tutto il nostro sostegno”.
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