Brexit, accordo raggiunto tra Regno Unito e Ue
Theresa May conferma l'intesa raggiunta "nella notte" fra i negoziatori sulla dichiarazione relativa alle relazioni future fra Londra e Bruxelles e afferma che si tratta di un "accordo giusto" per gli interessi nazionali britannici. Unico punto critico lo status futuro di Gibilterra. La Spagna è tornata ad esprimere con forza la sua preoccupazione.
Una maratona negoziale durata tutta la notte tra le cancellerie europee. Tanto c’è voluto per permettere al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk di annunciare “un accordo a livello tecnico, e di principio anche a quello politico, sulla dichiarazione congiunta per le relazioni future tra l’Ue ed il Regno Unito”, nonostante l’incognita della Spagna, che continua a puntare i piedi sulla trattativa per il futuro di Gibilterra.
La dichiarazione – secondo documento che con il corposo accordo di divorzio compone il pacchetto Brexit – stabilisce i parametri per una partnership futura “ambiziosa, ampia, approfondita e flessibile” in materia commerciale, di politica estera, di difesa e di sicurezza, tra i due blocchi. E prevede la possibilità di estendere il periodo di transizione per un anno.
La Spagna fa resistenza
Un’intesa su cui pesa però l’insistenza della Spagna del premier socialista Pedro Sanchez, che in odore di elezioni anticipate e data la prossimità delle consultazioni del 2 dicembre in Andalusia (regione che, guarda caso, confina proprio con la Rocca), è determinato a portare a casa un risultato.
Ma il dossier Gibilterra – territorio autonomo della corona britannica rivendicato storicamente (invano) dalla Spagna – è materia sensibile anche nel Regno Unito, dove May giovedì si è nuovamente trovata a fare i conti con assalti frontali che le piombavano addosso un po’ da tutte le parti durante la presentazione del testo dell’accordo alla Camera dei comuni.
La premier ha illustrato il testo assicurando che ovviamente la sovranità su Gibilterra non si tocca, che il Regno Unito non resterà “intrappolato” nella transizione post Brexit e che il backstop sull’Irlanda del Nord – preteso come garanzia di un confine aperto fra Belfast e Dublino in caso di intoppi – è un meccanismo che entrambe le parti puntano a sostituire con soluzioni alternative.
Al lavoro in vista del D-Day di domenica
Per questo il lavoro nel triangolo Londra-Bruxelles-Madrid va avanti, e investirà anche la discussione degli sherpa, domattina, in preparazione del vertice di domenica. Summit dove la maggior parte dei leader, Angela Merkel in testa, vogliono assolutamente evitare di ritrovarsi a dover fare negoziati.
Intanto May tornerà nel cuore dell’Unione sabato, per quella che in molti sperano sia l’ultima messa a punto, senza brutte sorprese, in vista del D-Day di domenica, giornata dell’imprimatur politico con strette di mano e foto. Sempre che il rebus Gibilterra trovi una soluzione.
La question irlandese
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