La sua ASL le aveva rifiutato la possibilità di ricorrere all'aiuto medico alla morte volontaria.
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La regista e attrice italiana Sibilla Barbieri, malata oncologica terminale, è morta in Svizzera, dove era arrivata per poterricorrere al suicidio assistito.
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tvsvizzera.it/mrj con ANSA
Non potendo farlo in Italia, la regista e attrice italiana Sibilla Barbieri, malata terminale di cancro, ha scelto di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera. Lo ha fatto sapere lunedì l’Associazione Luca CoscioniCollegamento esterno, di cui Barbieri era anche consigliera.
La decisione d’intraprendere il viaggio all’estero è stata presa dall’attrice in seguito al rifiuto della ASL romana cui apparteneva di usufruire dell’aiuto medico alla morte volontaria. A metà settembre, ricorda l’associazione Coscioni, la struttura sanitaria aveva comunicato la propria decisione, spiegando che la donna non possedeva i quattro requisiti previsti dalla sentenza Cappato\Dj FaboCollegamento esterno della Corte costituzionale per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita.
In particolare, la commissione medica ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale. “Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali”, ha detto la regista nell’ultimo video pubblicato online prima del viaggio. “Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10’000 euro necessari e posso ancora andarci fisicamente. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono farlo perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio”.
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