Prosciolte le ONG accusate di collaborare con gli scafisti

La lunga vicenda giudiziaria che in Italia ha visto al suo centro le navi delle organizzazioni non governative (ONG) impegnate nel soccorso in mare dei migranti si è conclusa con il proscioglimenti degli accusati.
L’accusa nei confronti delle ONG che si occupano del soccorso dei e delle migranti in mare era di collusione con i trafficanti, ma venerdì, dopo diversi anni di processi, è arrivata la decisione del tribunale di Trapani: tutti prosciolti.
La vicenda era iniziata nel 2016, in pieno boom di sbarchi in Italia: 180’000 quell’anno e 150’000 quello precedente. Molte di queste persone sono state salvate da navi gestite da ONG, messe allora sotto accusa da una parte del mondo politico.
Luigi Di Maio (Movimento 5 stelle) le definì “taxi del mare”, mentre per il leghista Matteo Salvini la presunta collaborazione con gli scafisti era solo una conferma di ciò che il suo partito sosteneva da tempo.

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L’indagine del Tribunale di Trapani ha riguardato 24 persone a bordo della nave Iuventa appartenenti a Medici senza Frontiere, Save the Children e Jugend Rettet. La denuncia era partita da due dipendenti di una società di sicurezza, ingaggiati per lavorare a bordo di queste imbarcazioni. Sostenevano che ci fossero delle anomalie che hanno poi segnalato ai servizi segreti e alla polizia. Gli inquirenti inviarono allora a bordo di una di queste navi un agente sotto copertura.
In seguito partirono prima un’inchiesta e dopo un processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo l’accusa, le ONG si accordavano segretamente con i trafficanti di esseri umani in Libia e concordavano ora e luogo per recuperare i e le migranti.
Ma la Corte ha ora stabilito che le cose non sono andate così, per il grande sollievo delle ONG coinvolte, ma anche dell’amarezza: il sequestro per sette anni della Iuventa, ha dichiarato Daniela Fatarella direttrice Save the Children Italia, ha impedito di salvare centinaia di vite.

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