La televisione svizzera per l’Italia

Myanmar, la persecuzione dei Rohingya

Sono oltre 370mila i Rohingya fuggiti da Myanmar e giunti in Bangladesh dal 25 agosto. Lo hanno affermato oggi a Ginevra le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite. Per l'Alto Commissario Onu le operazioni militari contro i Rohingya "appaiono come un chiaro esempio di pulizia etnica". Una petizione su Change.org chiede di revocare il Nobel ad Aung San Suu Kyi.

Contenuto esterno

“Abbiamo appena ricevuto un aggiornamento che porta a 370mila il numero delle persone che hanno attraversato la frontiera dal 25 agosto”, ha detto il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Leonard Doyle. “Per darvi un’idea, circa 220mila persone sono entrate in Bangladesh in soli sei giorni tra il 4 e il 10 settembre e non abbiamo alcuna indicazione che questo flusso si fermerà presto. 

Si tratta di una crescente crisi umanitaria ed i bambini sono al centro di questa crisi. Stimano che circa il 60% dei profughi sono bambini”, ha sottolineato Jean Lieby, responsabile della protezione dell’infanzia presso l’Unicef in in Bangladesh.

In risposta alla crisi, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha annunciato l’avvio di “un importante ponte aereo con forniture di soccorso di emergenza per i rifugiati Rohingya in Bangladesh”. Il primo volo è atterrato a Dacca mercoledì mattina con 91 tonnellate di aiuti che saranno trasportati presso i campi profughi di Cox’s Bazar, nel sud-est del Bangladesh, ha precisato il portavoce dell’Unhcr Adrian Edwards. Un secondo volo di aiuti dovrebbe atterrare nel pomeriggio. Anche il Programma alimentare mondiale (Pam) è mobilitato. La portavoce ha descritto una situazione disperata, donne e bambini in particolare arrivano affamati e sono tra i più’ vulnerabili.

Consiglio di sicurezza dell’ONU

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha “espresso profonda preoccupazione” per la situazione in Myanmar e ha chiesto di adottare “azioni immediate per porre fine alle violenze” contro la minoranza musulmana dei Rohingya. Lo affermano i Quindici in una dichiarazione.

“La situazione umanitaria nel Manmar è catastrofica. Lancio un appello alle autorità del paese a sospendere le attività militari e le violenze, e riconoscere il diritto a chi ha lasciato il paese a tornare”: lo ha detto oggi il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, incontrando i giornalisti al Palazzo di Vetro alla vigilia dell’Assemblea Generale Onu. “Serve un piano d’azione per affrontare le cause alla radice della crisi” della minoranza musulmana dei Rohingya, ha precisato, chiedendo a “tutti i paesi di fare il possibile per fornire assistenza”.

“Pulizia etnica”

Nei giorni scorsi l’Alto Commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra’ad al-Hussein ha denunciato che le operazioni militari contro i Rohingya “appaiono come un chiaro esempio di pulizia etnica”, e si è appellato al governo birmano perché ponga fine alle sue “crudeli operazioni militari”.

“Togliete il Nobel a Aung San Suu Kyi”

Nel frattempo una petizione online è stata avviata sulla piattaforma Change.org Collegamento esternoper chiedere al comitato del Nobel per la Pace di revocare il Premio alla leader birmana Aung San Suu Kyi per non aver fatto “nulla per fermare i crimini contro l’umanità nel suo Paese”, commessi nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya. Al momento la petizione è stata firmata da oltre 369 mila persone.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR