Berna vuole migliorare le condizioni di vita dei e delle disabili nella società e al lavoro. Previste diverse misure, tra le quali, il riconoscimento della lingua dei segni.
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tvsvizzera.it/MaMi con Keystone-ATS
I disabili vanno meglio protetti dalla discriminazione nella vita lavorativa e nell’accesso alle prestazioni di servizio. È quanto auspica il Consiglio federaleCollegamento esterno che ha incaricato il dipartimento di Alain Berset di preparare una modifica legislativa, che dovrà anche riconoscere ufficialmente la lingua dei segni.
In Svizzera, circa 1,8 milioni di persone vivono con un handicap, ha sostenuto Berset in una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio. “È un numero elevato, che rappresenta la realtà sociale”, ha aggiunto. È stato calcolato in modo largo, tenendo ad esempio conto ti tutte le persone che sono limitate nelle loro attività, come gli anziani, ha precisato il direttore dell’Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità (UFPD) Andreas Rieder.
Queste devono, ha proseguito Berset, poter partecipare pienamente, su un piano di parità e in modo autodeterminato alla vita pubblica, economica e della società. “Devono poter andare a lavorare e a fare acquisti in modo autonomo, assistere ad un concerto o a un teatro, navigare su internet, scegliere liberamente un alloggio e potersi impegnare politicamente”, ha aggiunto.
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Negli ultimi anni sono stati fatti progressi, in particolare per quel che concerne l’accesso agli edifici e ai trasporti pubblici. La base per tutto ciò è stata entrata in vigore nel 2004 della Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili (Legge sui disabili, LDis), ha spiegato il consigliere federale. Nel 2018 è poi stata adottata la prima Politica nazionale in favore delle persone disabili.
Malgrado ciò sussistono lacune: le persone con disabilità continuano ad essere svantaggiate nella loro vita quotidiana. Incontrano ad esempio ostacoli nell’accesso al mercato del lavoro, ad esempio a causa di pregiudizi, oppure nell’ambiente lavorativo a causa di barriere. “Ciò concerne anche le persone molto qualificate”, ha sostenuto Berset. Molte prestazioni di servizio, per esempio nel settore sanitario o bancario, sono poi accessibili soltanto in misura limitata.
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Per ovviare a queste lacune, l’esecutivo ha – come detto – chiesto al Dipartimento federale dell’interno (DFI) di presentare entro fine anno una modifica parziale della LDis da porre in consultazione. Quattro sono i punti cardine della revisione.
Innanzitutto i datori di lavoro dovranno adottare misure per consentire ai dipendenti con disabilità di lavorare su un piano di parità. I disabili vanno esplicitamente protetti dalla discriminazione nella vita lavorativa. Sono previste misure vincolanti, ha lasciato intendere Berset.
Secondariamente le prestazioni di servizio destinate al pubblico dovranno essere accessibili ai disabili. I privati saranno tenuti a prendere provvedimenti adeguati per consentire loro di usufruire senza ostacoli di questi servizi.
La legge dovrà anche riconoscere giuridicamente le tre lingue dei segni utilizzate in Svizzera. Si tratta di una esplicita richiesta del Parlamento, ha aggiunto il ministro dell’interno.
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Nell’elaborazione del disegno di legge, il DFI dovrà infine esaminare le modalità per migliorare le condizioni quadro per la libera scelta dell’alloggio da parte degli handicappati. “Vivere in maniera autonoma significa anche poter scegliere autonomamente il proprio alloggio”, ha detto Berset. Circa 150’000 disabili risiedono in strutture specializzate, come istituti per disabili o case di riposo.
Il Consiglio federale ha poi incaricato il DFI di esaminare le modalità per promuovere la partecipazione attiva dei disabili alla vita pubblica e della società. In questo contesto viene analizzata, in collaborazione con il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), anche la curatela generale, un provvedimento che limita fortemente la capacità di agire della persona interessata e quindi anche la sua autonomia.
Per garantire la collaborazione tra i diversi attori sono previsti programmi che vanno a completare il miglioramento del quadro giuridico. Il DFI dovrà elaborarli entro fine anno, dopodiché l’esecutivo deciderà in merito alla loro attuazione.
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A quanto pare si tratta di un caso isolato: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è a conoscenza di altri connazionali coinvolti in una situazione simile.
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