Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
in periodo di feste nelle case di molte e molti di noi non possono mancare il panettone o il pandoro. Se poi sono artigianali, anche meglio. C'è chi però ha portato questo amore per le tradizioni all'estremo: un uomo, impiegato di una ditta in Ticino, è stato fermato alla dogana di Stabio mentre cercava di entrare in Svizzera dall'Italia con oltre 100 panettoni artigianali a bordo senza dichiararli. Facevano parte di un carico più ampio non ancora consegnato (600 pezzi) e destinato alla vendita su suolo elvetico.
Ed è così che con la non meglio precisata multa comminata dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, il tipico dolce natalizio ha assunto un gusto amaro.
Buona lettura delle notizie del giorno.
Il progetto di mandato negoziale con l’Unione europea, elaborato dopo lunghi colloqui esplorativi in seguito al “no” elvetico del 2021 all’accordo istituzionale, è stato adottato oggi dal Consiglio federale. L’approvazione definitiva, però, arriverà dopo che Cantoni e Parlamento, comprese parti sociali e ambienti economici, si saranno espresse al riguardo.
Nel caso di un “sì”, indica l’Esecutivo in una notaCollegamento esterno, il capo negoziatore sarà Patric Franzen, capo della Divisione Europa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e segretario di Stato supplente. Franzen svolgerà questo compito con i negoziatori dei dipartimenti competenti per i vari ambiti del pacchetto di accordi. I negoziati cominceranno dopo l’approvazione definitiva del mandato da parte elvetica, e una volta che l’UE avrà a sua volta adottato il proprio mandato negoziale.
Il Governo fa sapere che è possibile trovare potenziali soluzioni per diversi aspetti delicati, soprattutto in materia di libera circolazione delle persone ed è stata chiarita la questione degli aiuti di Stato. Rimangono comunque alcuni punti in sospeso – come per esempio la protezione dei salari – che andranno affrontati nel quadro dei negoziati.
Il pacchetto prevede anche un’intesa sulla cooperazione in materia di sanità pubblica come pure la partecipazione sistematica ai programmi dell’UE, in particolare nel campo dell’istruzione e della ricerca (Orizzonte Europa ed Erasmus+, per esempio). Fa infine parte del pacchetto anche un contributo svizzero periodico a favore della coesione nell’UE.
- La notizia riportata dal portale online del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Il dossier di SWI Swissinfo.ch dedicato ai negoziati tra Berna e Bruxelles.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Definiti i punti chiave del mandato negoziale con l’UE”.
Rimpasto a sorpresa in Consiglio federale: il neoeletto Beat Jans (che subentra all’uscente Alain Berset) assumerà la direzione del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), che era di Elisabeth Baume-Schneider. Quest’ultimaassumerà le redini del Dipartimento dell’Interno (DFI), che era diretto da Alain Berset.
Baume-Schneider, eletta in Governo un anno fa, è stata criticata dalla destra a più riprese nel corso degli ultimi 12 mesi per la sua gestione della politica di asilo. Questo nuovo ruolo, secondo alcuni politologi, le permetterà di ripartire da zero e dimostrare le sue capacità in un nuovo campo.
Il DFGP cambia così responsabile per la seconda volta nel giro di un anno: nel gennaio 2023 la liberal-radicale Keller-Sutter l’aveva ceduto per passare al Dipartimento federale delle finanze (DFF9 lasciato vacante dal dimissionario Ueli Maurer, dell’Unione democratica di centro.
Gli altri dipartimenti, invece, mantengono i vertici avuti finora: gli Affari esteri (DFAE) rimangono di Ignazio Cassis, Economia, formazione e ricerca (DEFR) di Guy Parmelin, Difesa, protezione della popolazione e sport (DDPS) di Viola Amherd, che l’anno prossimo assumerà anche il ruolo di presidente della Confederazione, le Finanze (DFF) di Karin Keller-Sutter e Ambiente, trasporti, energia e comunicazioni (DATEC) di Albert Rösti.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- L’attuale composizione dei dipartimenti federaliCollegamento esterno (valida fino al 31 dicembre).
- Vi siete mai chiesti quanto guadagna un membro del Governo elvetico? La risposta in questo articolo.
Il villaggio di Schwanden, nel canton Glarona, perde una parte del suo territorio abitabile: gli immobili della “zona rossa” colpita quest’estate dalle frane, verranno infatti abbattuti perché si trovano in un’area a rischio.
La zona, ha dichiarato il sindaco Hansruedi Forrer, rappresenta un pericolo diretto per la popolazione. Il municipio dovrà ora provvedere a emanare i divieti d’accesso e di utilizzo degli stabilimenti della zona rossa, nonché a procedere con i decreti di demolizione.
Entro la fine di dicembre, le autorità inviteranno a colloquio i proprietari e gli abitanti delle case della zona. A fine gennaio verranno spediti i decreti, contro i quali potranno presentare eventuali ricorsi.
Alla fine di agosto sopra Schwanden si erano staccate due grandi frane in seguito a forti piogge. Sei case sono state sepolte o distrutte e altre danneggiate. Non ci sono stati feriti, ma un centinaio di persone hanno dovuto essere sfollate. Lo spostamento del terreno ha registrato in seguito un rallentamento, ma permane tuttavia il rischio che circa 60’000 metri cubi di roccia si stacchino e colpiscano nuovamente il perimetro a valle.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- La frana caduta in agosto dagli archivi di tvsvizzera.it.
- Tutti gli aggiornamenti sulla situazione frane sul sito ufficiale del villaggioCollegamento esterno.
Svizzera, terra di esaurite ed esauriti? Stando a recenti studi e sondaggi, sembrerebbe proprio di sì. Nella Confederazione si osserva infatti un aumento di sintomi da burnout sul posto di lavoro. Una malattia spesso definita “sociale”, caratterizzata da un senso di spossatezza e spesso collegata a sintomi simili alla depressione.
Stando all’ultimo Job-Stress-IndexCollegamento esterno, il 30,3% di chi lavora si sente emotivamente esaurito; una quota che non è mai stata così alta. Uno studio del 2020 effettuato dall’assicurazione malattia Swica, ha dal canto suo rilevato che il 57% dei giorni di malattia dovuti a malesseri psichici dipende da conflitti sul posto di lavoro.
Alcuni settori sono più toccati di altri (gastronomia, sanità e ambito sociale), ma sono soprattutto i ruoli all’interno dei diversi settori a essere decisivi: impiegate e impiegati che guadagnano salari bassi sono molto più soggetti al burnout rispetto a chi ricopre ruoli dirigenziali.
Secondo Regina Jensen di Promozione salute Svizzera, coautrice del Job-Stress-Index, uno dei fattori di questo aumento è il mutamento subìto delle condizioni di lavoro nel corso degli anni: la necessità di essere sempre reperibili, i ritmi serrati e la carenza di personale specializzato fanno aumentare la pressione sui e sulle dipendenti. E la Svizzera è il Paese europeo con i ritmi di lavoro più elevati, secondo uno studio.
- Da SWI Swissinfo.ch: “La Svizzera, Paese del burnout?”.
- “Tutti felici, o quasi”: i risultati del sondaggio “Svizzera come stai?”.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Lavoratori svizzeri sempre più stressati”.
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