Il Governo svizzero ha fissato i paletti per riprendere le trattative con l'Unione Europea, dopo che Berna aveva deciso di non firmare l'Accordo istituzionale che avrebbe dovuto dare nuovo impulso alle relazioni con Bruxelles, che negli ultimi due anni hanno attraversato un periodo difficile.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La Svizzera punta soprattutto ad accordi sull’elettricità e sulla sicurezza alimentare, all’accesso al programma di ricerca europeo Horizon e a una nuova metodologia nell’evoluzione dei negoziati (approccio settoriale sulle questioni istituzionali).
La decisione in merito a un mandato negoziale, di cui sono state definite le linee guida, interverrà solo in autunno, dopo le elezioni federali d’ottobre.
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Tutela degli interessi elvetici
Questi accordi, ha annunciato mercoledì il governo, non dovranno però andare a scapito degli “interessi essenziali” della Svizzera, come la sicurezza dei posti di lavoro e dei salari. La Svizzera vuole inoltre stabilire un sistema di risoluzione delle controversie che sia accettabile per entrambe le parti.
L’UE chiede da tempo un insieme di principi fondamentali che regolino i legami politici ed economici e che sostituiscano l’attuale serie disomogenea di accordi bilaterali che sono stati stipulati nel corso degli anni.
Ma i colloqui per un nuovo trattato quadro si sono interrotti nel maggio 2021 quando la Svizzera si è ritirata dai negoziati. La bozza concordata, a giudizio di Berna, non avrebbe superato l’ostacolo delle urne per le forti opposizioni nel Paese.
Ripresa del dialogo
Dopo le tensioni, le due parti hanno tenuto una serie di colloqui esplorativi nel tentativo di rilanciare i negoziati formali (i futuri colloqui non saranno più guidati dalla Segretaria di Stato Livia Leu, che si dimetterà dal ruolo di capo negoziatore svizzero alla fine di agosto).
Il Governo ha ribadito la volontà di stabilizzare e approfondire le relazioni con l’UE allo scopo di garantire un accesso senza ostacoli al mercato interno dell’UE in nuovi settori.
Ai cinque settori già coperti da accordi (trasporti terrestri, trasporto aereo, ostacoli tecnici al commercio, agricoltura e libera circolazione delle persone), dovrebbero aggiungersi anche quelli dell’energia elettrica e della sicurezza alimentare.
Il Consiglio federale mira anche a concludere un accordo di cooperazione nell’ambito della salute e a partecipare sistematicamente e in modo completo ai futuri programmi dell’Ue (programmi Horizon ed Erasmus).
Per quanto riguarda le questioni istituzionali, l’esecutivo ritiene che il recepimento del diritto europeo e la composizione delle controversie possano essere risolti in modo pragmatico in ogni accordo (sono in corso discussioni con l’UE in merito a eccezioni e principi allo scopo di tutelare gli interessi sostanziali della Svizzera).
Discussioni con partner sociali e cantoni
Nel frattempo il Consiglio federale continuerà a discutere con le parti sociali e i cantoni misure di politica interna per proteggere il livello attuale dei salari. Per quanto riguarda gli aiuti di Stato, “adotterà un approccio equilibrato e settoriale che prevede il recepimento delle disposizioni dell’Ue limitatamente a determinati accordi sul mercato interno”. Intende inoltre minimizzare i rischi per il sistema di aiuto sociale svizzero.
Se il risultato complessivo sarà soddisfacente, il governo prenderà in considerazione un contributo solidale regolare alla coesione e alla stabilità in Europa.
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