Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
l'Ufficio federale di statistica (UST) ha comunicato che in Svizzera circolano oltre 6,4 milioni di veicoli. Rispetto all'anno scorso, si registra un aumento di ben 76'500 mezzi. Numeri notevoli per un Paese tanto piccolo. Eppure, in tante città elvetiche ci si muove prevalentemente a piedi e con i mezzi pubblici, che vantano quasi ovunque prestazioni di tutto rispetto: sono puliti e puntuali. In queste ore sono però uscite anche altre notizie suggestive che riguardano la mobilità e il traffico. Il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione per regolamentare i mezzi senza conducente. Si è conclusa invece quella sulla proposta del Governo di consentire la guida di biciclette elettriche a partire dai 12 anni di età. Berna non ha trovato pieno consenso sulla proposta, e sarà il Parlamento nei prossimi mesi a decidere. Nel frattempo, il portale tio.ch racconta che sarebbe questione di pochi anni, prima che le consegne di pacchi siano effettuate da droni. Come dobbiamo immaginare la nostra futura vita quotidiana? La prospettiva di bimbi e bimbe a cavallo di bolidi elettrici, macchine senza conducente e stormi di droni che svolazzano fra i palazzi, mi fa venire una notevole voglia di buttare il telefono e fuggire dalle città. Sono "antica", come sostiene mia nipote?
Buona lettura con le notizie del giorno.
Il cambio euro-franco raggiunge un nuovo minimo storico. La valuta svizzera acquista forza grazie alla situazione di crisi geopolitica e ritorna al suo ruolo di “bene rifugio”.
In queste ore, c’è da scommetterci, consumatori e consumatrici che vivono a cavallo fra la Svizzera e i Paesi europei circostanti stanno telefonando alle loro banche e chiedendo di cambiare franchi in euro, mentre nella Confederazione c’è chi programma gite per fare la spesa oltrefrontiera. La moneta unica europea ha segnato infatti un nuovo minimo storico, pari a 0,9449 euro per un franco.
Il tasso di cambio CHF/EUR è aumentato del +4,62% negli ultimi sei mesi, a conferma che la valuta elvetica ha guadagnato valore sulla moneta unica europea. La situazione difficile in Medio Oriente, le continue guerre e le incertezze collegate hanno riportato il franco svizzero alla sua caratteristica di “bene rifugio”.
Impossibile prevedere quanto durerà questa fase, e se il cambio continuerà a favorire chi lavora in Svizzera ma vive in Italia, e in generale chi ha le risorse per approfittare delle fluttuazioni.
- La notizia su tvsvizzera.it.
- Lo storico dei tassi di cambio fra le due valuteCollegamento esterno, sul sito Exchange-Rates.org.
- Perché il franco forte non fa più paura all’industria svizzera, un approfondimento di SWI swissinfo.ch.
- Il “franco forte” è solo un mito? Un articolo di Fabio Canetg per SWI swissinfo.ch.
Guerra in Medio Oriente, si continua a discutere del ruolo della Svizzera nel contesto di conflitti internazionali. Per ora non si rinforzano le frontiere, ma alcune città proibiscono le manifestazioni.
Mentre continua a crescere il numero di persone morte e ferite a causa della guerra in Israele e Palestina, in Svizzera ferve il dibattito sul ruolo del Paese, sulla sua neutralità e sull’opportunità o meno che Hamas venga dichiarata “organizzazione terroristica”, e con quali conseguenze.
Nella Ginevra internazionale, sede di tante organizzazioni non governative e di importanti agenzie delle Nazioni Unite, c’è grande preoccupazione per le conseguenze umanitarie del conflitto israelo-palestinese e si piangono i collaboratori e le collaboratrici che ci hanno rimesso la vita.
Anche in Svizzera, come in altri Stati del continente Europa, in questi giorni ci sono state messe in guardia su rischi di attentati, episodi che si sono invariabilmente rivelati falsi allarmi. Se diversi Governi hanno sospeso temporaneamente l’applicazione dell’accordo di Schengen, ripristinando i controlli alle frontiere, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha precisato che la Confederazione per il momento non lo ritiene necessario, né opportuno.
In alcune città svizzere sono state però vietate le manifestazioni. Le autorità di Berna, Zurigo e Basilea hanno giustificato la decisione con la tensione internazionale e con l’imminenza delle elezioni federali, che si svolgeranno questa domenica 22 ottobre.
- L’importanza del ruolo di mediazione della Svizzera nell’intervista a Riccardo Bocco, esperto di Medio Oriente presso il Graduate Institute di Ginevra, realizzata dal mio collega Amal Mekki per SWI swissinfo.ch.
- “Il concetto svizzero di neutralità non è mai stato statico“, un corsivo dell’ex consigliera federale Micheline Calmy-Rey per SWI swissinfo.ch.
- La sospensione di Schengen in diversi Paesi, in un articolo del Corriere del Ticino.
- Vietato manifestare: le dichiarazioni di Basilea, Berna e Zurigo nell’articolo di tvsvizzera.it.
- Berna: per ora esclusi controlli più severi alle frontiere, l’articolo di tvsvizzera.it.
Forniture di corrente “verdi”, ma l’elettricità può essere derivata da centrali nucleari e a carbone: un’inchiesta del settimanale K-Tipp svela i retroscena dei “certificati d’origine”.
Le grandi aziende sono ai giorni nostri regolarmente accusate di proporre prodotti e strategie solo apparentemente ecologiche. Lo farebbero per raccogliere consensi (e denari) dalla parte sempre più grande della popolazione che esprime preoccupazione per l’inquinamento del pianeta e tenta di fare la sua parte per limitarlo. In questo caso, si parla di “greenwashing”.
L’ultimo esempio lo ha portato un’inchiesta di Daniel Bütler per il settimanale svizzero di lingua tedesca K-Tipp. L’articolo mette in evidenza il paradosso dei cosiddetti “certificati di origine”, obbligatori in Svizzera dal 2007. In buona sostanza, i fornitori di elettricità sono tenuti a giustificare la provenienza della corrente acquistata all’estero. Bütler ha scoperto che questo meccanismo offre alle aziende fornitrici un trucco perfettamente legale per presentare come “sostenibile”, quindi derivata da fonti di energia rinnovabile, elettricità prodotta grazie al nucleare e al carbone.
I contratti per corrente “verde” sono invariabilmente più costosi. Consumatori e consumatrici li scelgono per tentare di dare un contributo positivo. Stando ai risultati dell’inchiesta di K-Tipp, sarebbero però doppiamente danneggiati, a livello finanziario ma anche etico, vista l’opacità della comunicazione su quale tipo di elettricità stiano effettivamente comprando.
- L’inchiesta di K-Tipp raccontata in italiano in un articolo di tvsvizzera.it.
- Come funziona il mercato dell’elettricità svizzero? Un approfondimento di Marie Vuilleumier per SWI swissinfo.ch.
- Energia eolica, la sfida della tutela del paesaggio svizzero da tvsvizzera.it.
- Nucleare sì o nucleare no: dove va la strategia energetica della Svizzera? Dati e opinioni a confronto, nell’articolo della mia collega Sara Ibrahim per SWI swissinfo.ch.
I Giochi olimpici invernali del 2030 saranno ospitati dalla Svizzera? Il Comitato olimpico elvetico ha deciso di lanciare il progetto, sostenuto dalla consigliera federale Amherd.
Swiss Olympic, il comitato olimpico svizzero, ha comunicato ieri, mercoledì, di voler presentare una candidatura per l’edizione 2030 della kermesse sportiva. L’agenzia ha menzionato i risultati positivi di uno studio di fattibilità e le reazioni positive di molti cantoni e città.
La ministra dello sport Viola Amherd si è detta favorevole all’organizzazione di un simile evento. Secondo l’Ufficio federale dello sport, il Governo elvetico ha individuato nell’organizzazione dei Giochi olimpici possibilità di sviluppo positive per la Svizzera.
Intanto, il Governo cantonale grigionese ha confermato la disponibilità ad ospitare tre gare nell’ambito delle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina.
- La notizia della possibile candidatura per il 2030 da tvsvizzera.it.
- “Le Olimpiadi del 2030 potrebbero essere anche un po’ ticinesi”, un articolo di CdT.chCollegamento esterno (a pagamento).
- Grigioni pronti a ospitare tre gare delle Olimpiadi 2026, da tvsvizzera.it.
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