Il Pontefice ha approvato la sorveglianza di telefoni e caselle di posta elettronica
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Papa Francesco ha dato il via libera, tra il 2019 e il 2020, a metodi di sorveglianza incompatibili con il diritto internazionale nell'ambito di un'indagine su diversi reati finanziari.
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tvsvizzera.it/mrj
In uno dei quattro Rescritti firmati dal Pontefice, si può infatti leggere che “si possono usare strumenti tecnologici idonei ad intercettare utenze fisse, mobili, nonché altra comunicazione anche di tipo elettronico”. In buona sostanza: sorveglianza delle comunicazioni telefoniche, delle chat e della posta elettronica.
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Ad accorgersi di questi metodi è stata la difesa di Raffaele Mincione, finanziere italiano residente nel canton Grigioni che ha in parte gestito la compravendita dello stabile che ospitava a Londra i vecchi magazzini Harrods. La Chiesa aveva investito 200 milioni di dollari (185 milioni di franchi) in questa operazione immobiliare. Una parte del denaro era però andata in fumo, tra milioni investiti altrove, commissioni e presunte operazioni a danno del Vaticano, che ha aperto un’inchiesta. Inchiesta nella quale sono coinvolti nove imputati – il cardinale Angelo Becciu, alcuni imprenditori (Mincione compreso) e diverse società – tutti accusati di vari reati finanziari (riciclaggio, corruzione, appropriazione indebita, solo per citarne alcuni).
Dopo questa sorveglianza la Santa Sede ha chiesto e ottenuto da parte della Svizzera il blocco di alcuni conti del finanziere grigionese, accusato di aver investito 100 milioni a lui affidati, perdendone 18.
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