Morta la fotografa svizzera Sabine Weiss
La fotografa svizzero-francese Sabine Weiss, pioniera di quella che in seguito divenne nota come la 'fotografia di strada', è morta all'età di 97 anni nella sua casa di Parigi: lo ha reso noto mercoledì la famiglia.
Sabine Weiss – nata Weber nel 1924 a Saint-Gingolph nel canton Vallese – è stata l’ultima esponente della scuola di fotografia umanista francese del secondo dopoguerra, che ha reinventato i poteri evocativi delle immagini espressi da grandi come Robert Doisneau, Willy Ronis e Brassai.
Nella sua carriera di quasi 80 anni, la Weiss ha catturato la condizione della gente comune nella capitale francese, spesso all’aperto, in un corpus di opere che sono state mostrate in importanti retrospettive in tutto il mondo. Ed è stata anche molto richiesta come fotografa ritrattista di artisti, tra cui i compositori Benjamin Britten e Igor Stravinsky, il famoso violoncellista Pablo Casals, il pittore francese Fernand Léger e lo scultore svizzero Alberto Giacometti.
Il suo lavoro è stato esposto in 160 mostre e fa parte delle collezioni permanenti di diversi importanti musei, tra cui il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art di New York, e il Centre Pompidou di Parigi.
Figlia di Louis Frédéric Weber, chimico, e di Sonia Meckling, dopo aver compiuto un apprendistato di fotografa con Paul Boissonnas a Ginevra (1942-45), nel 1946 si stabilisce a Parigi, diventando l’assistente di Willy Maywald. Nel 1950 sposa il pittore americano Hugh Weiss. Fotografa indipendente dal 1949, ha fatto parte dell’agenzia Rapho dal 1953.
Ha partecipato all’esposizione The Family of Man di Edward Steichen al Museo di arte moderna di New York (1955). Ha pubblicato soprattutto nelle riviste Esquire, Vogue, Paris-Match, Life e Time. I suoi archivi sono conservati al Musée de l’Elysée di Losanna.
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