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Minori ucraini, una sfida per il sistema scolastico elvetico

bambini
I minorenni tornano dietro i banchi, tra non poche difficoltà legate alla lingua © Keystone / Jean-christophe Bott

I profughi ucraini in età scolastica giunti in Svizzera iniziano a frequentare le scuole.  

Alcuni dei profughi ucraini minorenni giunti in Svizzera stanno cominciando a frequentare le scuole. Si tratta di una nuova sfida per il sistema scolastico elvetico, già impegnato e messo a dura prova da due anni con la pandemia.

A Küsnacht (ZH), sono giunti nelle aule bambini che sono stati portati in Svizzera con le madri e i fratelli da due ospedali ucraini grazie all’impegno di un cittadino del comune.

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Attualmente sono state create classi speciali di introduzione al tedesco frequentate da minorenni di diverse età (dalla seconda elementare alla terza secondaria): “Inoltre, nella ex casa per anziani dove sono alloggiati abbiamo messo loro a disposizione molti computer di seconda mano. I ragazzi più grandi il pomeriggio si collegano via zoom con i loro insegnanti ucraini e possono continuare in parte il loro programma”, spiega ai microfoni della RSI la vicepresidente del distretto scolastico di Küsnacht Stephanie Rippmann.

Un carico, quello dei rifugiati, che presenta anche sfide logistiche: “Abbiamo bisogno urgente di personale, insegnanti di tedesco come lingua secondaria che possono aiutare questi bambini, di spazi per poterli accogliere in modo adeguato e di sostegno psicologico per i tanti traumatizzati. Un sostegno che i docenti non possono dare”, ha dichiarato la segretaria centrale dell’Associazione svizzera degli insegnanti Franziska Peterhans.

Alcuni volontari si sono già messi a disposizione, mentre a Küsnacht è stata rimaneggiata la composizione del suo corpo insegnanti: “Abbiamo dovuto cercare degli insegnanti di tedesco come lingua straniera: per fortuna abbiamo potuto aumentare la percentuale di lavoro di una persona e assumerne altre due in pensione”, aggiunge Stephanie Rippmann.

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