La Titanus ieri e oggi, dal Gattopardo al Pardo
Incontro con Guido Lombardo, presidente della casa di produzione di cui il Festival di Locarno propone una retrospettiva, e figlio di Goffredo, “l’ultimo Gattopardo”
di Gino Ceschina
Entrare nella sede della TitanusCollegamento esterno (o “in Titanus” come si usa dire da quelle parti) è un’esperienza tra la visita ad un museo e il tuffo in un passato denso di sogni, divertimento e nostalgia.
Si trova in una splendida palazzina in pietra rossa, non lontano dalla stazione Termini, e già dall’ingresso dichiara la sua vocazione cinematografica. Nell’atrio ti accolgono due giganteschi manifesti di Rocco e i suoi fratelliCollegamento esterno e il GattopardoCollegamento esterno, probabilmente le due opere più importanti prodotte dalla Titanus e sicuramente fra le più importanti della storia del cinema italiano. Poi, salendo le scale ed aggirandoti per corridoi e uffici, vieni quasi assalito dalle centinaia di locandine dei film prodotti, coprodotti o distribuiti da quella che può essere definita la Metro Goldwin Mayer italiana: mentre tu guardi rapito la Cardinale all’apice del suo splendore, dall’alto ti osserva Yul Brynner, a destra c’è Gassman, e sulla parete di fronte campeggia Bud Spencer con le sue manone e i suoi Piedoni.
È un viaggio nel tempo. In un tempo più felice, in cui la Titanus rappresentava qualcosa di speciale per il cinema italiano che a sua volta rappresentava qualcosa di speciale per la cultura italiana e non. Un tempo in cui i film, gli attori ed i registi erano per Roma come gioielli per una bella signora in gran forma qual era, tanto da far risaltare ancor più l’anziana signora un po’ decadente e piena di acciacchi in cui si è trasformata ora.
Guido Lombardo, poi, è un personaggione. Ti accoglie nel suo meraviglioso ufficio, una specie di tripudio del kitsch con i cani di porcellana, l’arredamento anni ’50, i quadri e i premi vinti negli anni dalla Titanus. E racconta. Racconta degli anni d’oro, quelli che lui non ha vissuto, quelli della casa di produzione, e poi del periodo della crisi, con i problemi finanziari causati dagli ultimi film prodotti in proprio, tra i quali proprio il fiore all’occhiello della Titanus, quel Gattopardo che per suo padre –il gran patron della Titanus, Goffredo, scomparso 9 anni fa- è stato, lo si capisce dall’intervista, l’emblema del lavoro di una vita.
Poi seguono gli anni in cui la Titanus si dedica alla distribuzione, che però era una sorta di “co-produzione mascherata”, visto che comunque si offrivano dei garantiti ai film, e delle produzioni televisive, settore in cui l’azienda è attiva tutt’oggi.
110 anni di storia attraverso tre generazioni, dal fondatore, Gustavo, poco meno che contemporaneo dei fratelli Lumière, al gran patron Goffredo, la cui figura aleggia e permea tutt’ora la sede dell’azienda (a lui il Giuseppe Tornatore ha dedicato un docufilm, intitolato –guardacaso- L’ultimo gattopardoCollegamento esterno), e appunto Guido. Gallery
110 anni caratterizzati da alti e bassi, da film e fiction tv, ma soprattutto dall’abilità di sapersi destreggiare tra film “da cassetta” e “film d’autore” senza falsi pudori, ma anche senza perdere di vista ciò che è veramente importante (“Il gattopardo è il gattopardo. Punto” dice il padre al figlio).
Anche se poi, come dice Guido Lombardo nell’intervista, col passar degli anni anche per i critici risulta difficile tracciare un confine chiaro tra “cinepanettoni” e opere d’arte, se i primi sono Pane amore e fantasia, Brancaleone, o i film di Totò.
Come “bonus track”, un aneddoto raccontato da quella che è un po’ la memoria storica della Titanus, Cesarina Marchetti, per decenni assistente di Goffredo Lombardo, e tutt’ora punto di riferimento per l’azienda, che ci racconta la storia dietro l’unica locandina ospitata in Titanus che non rappresenta nessun film.
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