A rischio i contributi che l'istituto versa ogni anno a Confederazione e Cantoni.
Keystone / Anthony Anex
Ancora cifre in rosso per la Banca Nazionale Svizzera, che ha chiuso il terzo trimestre con un'ulteriore perdita di 47,2 miliardi di franchi.
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tvsvizzera.it/mrj
La Banca nazionale svizzera (BNS) ha subìto una nuova perdita di 47,2 miliardi di franchi nel terzo trimestre del 2022. Le perdite totali nei primi nove mesi dell’anno salgono così a oltre 140 miliardi di franchi. Anche se l’anno non è ancora finito, sono già ora a rischio i consueti versamenti a Cantoni e Confederazione. Uno scenario che era già stato paventato a fine luglio e che ora sembra farsi sempre più probabile: per la prima volta in 30 anni, Cantoni e Confederazione rischiano di non ricevere versamenti dall’istituto bancario nazionale.
In una nota emanata lunedì mattina, la BNS ha motivato le perdite con il perseverare delle turbolenze dei mercati. Nel dettaglio, la perdita sulle posizioni in valuta estera è ammontata a 141 miliardi di franchi, a cui va aggiunta una perdita di valore dell’oro di 1,1 miliardi. La perdita sulle posizioni in franchi è stata di 24,1 milioni.
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Dopo due anni di cifre positive, quindi, è arrivata la stangata: nel 2021 la BNS aveva ottenuto un utile di 26 miliardi di franchi, nonostante un terzo e un quarto trimestre in negativo e nel 2020 l’attivo era stato di 20 miliardi. Secondi gli analisti l’ondata nera potrebbe continuare, dato che le condizioni dei mercati internazionali non lasciano intravvedere una fine delle turbolenze a breve medio termine. Nel mese di ottobre, infatti, l’inflazione in Europa ha segnato un nuovo record: i 19 Paesi dell’Eurozona hanno infatti registrato un tasso del 10,7%, ossia un aumento dello 0,8% rispetto a settembre. Si tratta, secondo quanto scrive lunedì l’agenzia statistica EuroSTAT, del dato più alto mai raggiunto dall’intproduzione della moneta unica. I rincari superano il 40% nel settore energetico, ma si fanno sempre più marcati anche per quanto riguarda i prodotti alimentari.
Nessuna sorpresa per i Cantoni
In seguito all’annuncio da parte della BNS, la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF) ha fatto sapere di non essere sorpresa dalla perdita record. “A causa dell’evoluzione dei mercati, c’era da attendersi un risultato nettamente negativo”, ha detto il presidente della CDF Ernst Stocker all’agenzia Keystone-ATS.
Secondo una convenzione tra il Dipartimento federale delle finanze e la BNS, firmata nel 2021, “a condizione che la situazione finanziaria lo consenta, alla Confederazione e ai Cantoni sarà versato annualmente un importo massimo di 6 miliardi di franchi”. L’importo viene ripartito per un terzo alla Confederazione e due terzi ai Cantoni. Nella convenzione si legge inoltre che “la distribuzione annuale massima di 6 miliardi di franchi comprende un importo di base pari a 2 miliardi che viene versato a condizione che l’utile di bilancio ammonti almeno a tale importo. A questo si aggiungono quattro possibili distribuzioni aggiuntive, ciascuna di 1 miliardo, cui si procede quando l’ammontare dell’utile di bilancio raggiunge i valori di 10, 20, 30 o 40 miliardi di franchi”.
La trasmissione “Il Quotidiano” della Radiotelevisione della Svizzera italiana ha raccolto le reazioni della politica ticinese alla notizia delle perdite della BNS:
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