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“Il cinema svizzero può fiorire”

Elisabeth Baume-Schneider e Carine Bachmann
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider posa con la direttrice dell'Ufficio federale della cultura Carine Bachmann. KEYSTONE/© KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT

La consigliera federale Elizabeth Baume-Schneider, presente al Festival di Cannes, si dice fiduciosa per il futuro del cinema rossocrociato.

Si è chiusa venerdì sera con la “Soirée suisse”, organizzata da Swiss Films, la visita ufficiale della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider al Festival di Cannes. Tre giorni intensi di scambi, incontri e proiezioni sulla Croisette.

Non capita tutti i giorni che una consigliera federale calchi il tappeto rosso del più prestigioso festival internazionale del cinema. Quest’anno, però, è successo, grazie al fatto che la Confederazione è ospite d’onore del Marché du Film, che si tiene a margine del Festival.

Cannes, però, non è solo tappeto rosso; è “un luogo di cultura e di relax, ma anche un luogo di lavoro estremamente intenso”, ha afferma Baume-Schneider in un’intervista rilasciata all’agenzia Keystone-ATS. È ciò che ha potuto constatare la consigliera federale giurassiana passando qualche giorno sulla Croisette, dove ha incontrato diversi attori dell’industria cinematografica.

Ampliare le coproduzioni

Nel 2014 la Svizzera è stata esclusa dal programma di finanziamento europeo “Creative Europe”. Per ora, però, non ci sono progetti per reintegrarlo: “Questo programma purtroppo non fa attualmente parte dei dossier prioritari del Consiglio federale nelle discussioni che conduce con l’Unione europea”, ha dichiarato la direttrice del Dipartimento federale dell’interno (DFI).

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Per rimediare a tale esclusione, il cinema elvetico ha sviluppato le coproduzioni. “Vediamo che è più difficile, ma il lavoro e le collaborazioni continuano. È sempre possibile sviluppare progetti con l’esterno”, spiega la consigliera federale. Sono una trentina le coproduzioni portate avanti ogni anno nella Confederazione.

Coproduzioni che si vuole aumentare: incentivare la creazione di una rete permette di avere più “credibilità e legittimità” e di aumentare il numero di coproduzioni di cui si è partner, ha spiegato l’ex responsabile del Dipartimento della formazione, della cultura e dello sport.

La Lex Netflix? “Molto positiva per il cinema rossocrociato”

Per quanto riguarda la cosiddetta “Lex Netflix”, entrata in vigore a gennaio e che obbliga le piattaforme di streaming a investire nel cinema elvetico, Baume-Schneider sottolinea che “è molto positivo per il cinema svizzero, ma è ancora troppo presto per dire di preciso cosa questa nuova legge apporterà in termini di finanziamenti supplementari”.

Culture e lingue diverse, un’opportunità

Quest’anno a Cannes hanno partecipato circa 300-400 rappresentanti di industria cinematografica e aziende elvetiche. Una presenza record. “Penso che dobbiamo ringraziarli, esprimere loro la nostra riconoscenza, ciascuno alla loro maniera è ambasciatore della nostra ricchezza culturale, della nostra diversità, della nostra differenza linguistica”, ha sottolineato Baume-Schneider. Inoltre, ha sottolineateo, grazie alle diverse lingue la Svizzera può partecipare al mercato italiano, a quello francese e a quello tedesco

Pochi cambiamenti in futuro

Per quanto riguarda i prossimi cinque anni, il cinema elvetico dovrà “consolidare” ciò che già sta facendo. “Non c’è la volontà di fare le cose in modo molto diverso, piuttosto c’è quella di accompagnare ciò che si sta facendo attualmente, e di proseguire la nostra apertura su partenariati con l’estero”, ha spiegato Baume-Schneider.

La consigliera federale cita anche la possibilità di incitare produttori e registi a venire a girare i loro film in Svizzera, facendo riferimento in particolare al Vallese, o al lavoro nella Svizzera italiana della Ticino Film Commission.

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