È proseguito anche nello scorso anno, nonostante il favorevole momento dell'economia elvetica, il calo degli scambi commerciali con l'Italia, secondo quanto ha reso noto oggi l’Amministrazione federale delle dogane (AFD).
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tvsvizzera/spal con RSI (Quotidiano del 31.10.2017)
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Dal 2008, anno in cui scoppiò la grave crisi finanziaria ed economica innescata dai titoli speculativi americani subprime, l’export svizzero verso sud è sceso di un terzo fissandosi nel 2016 a 12,5 miliardi di franchi, vale a dire lo stesso livello del 2002. Parallelamente anche le importazioni sono regredite di circa un quinto.
Le statistiche di questi ultimi anni, indica sempre l’AFD, evidenziano un andamento contrastante tra due periodi ben distinti: dal 2002 al 2008 le importazioni dal Belpaese sono progredite mediamente dell’8% all’anno per raggiungere un livello record di 21,4 miliardi di franchi, così come le esportazioni, aumentate del 6,7% annuo a 18,2 miliardi.
La successiva crisi finanziaria, che ha colpito pesantemente soprattutto i paesi mediterranei, e l’indebolimento dell’euro hanno cambiato lo senario: dal 2008 al 2016 l’import è sceso del 3% annuo e l’export del 4,6%, per un calo globale rispettivamente del 21% e del 31%.
L’Italia, sottolinea sempre l’amministrazione federale, rimane comunque il secondo partner commerciale per quanto riguarda le importazioni e il quarto sul fronte delle esportazioni.
Più preoccupati sono invece gli operatori economici ticinesi, per i quali il mercato italiano costituisce un approdo privilegiato (nel 2015 ha assorbito il 17% delle esportazioni cantonali).
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