Gli screzi politici non pregiudicano gli scambi economici
Le piccole incomprensioni a livello politico tra Svizzera e Italia non influenzano negativamente gli scambi economici tra i due paesi. Così la pensa Giorgio Berner, presidente dalla Camera di commercio svizzera in ItaliaCollegamento esterno alla vigilia della visita del Consigliere federale Johann Schneider-Ammann, che si recherà venerdì a Roma per incontrare il ministro italiano dello sviluppo economico Carlo Calenda.
Al centro dei colloqui vi saranno le relazioni economiche bilaterali fra Svizzera e Italia e, in particolare, le condizioni quadro per gli investitori e le sfide per l’esportazione. L’Italia è il terzo partner commerciale della Svizzera dopo la Germania e gli Stati Uniti. Gli scambi tra Berna e Roma sono molto fiorenti soprattutto nei settori chimico e farmaceutico, in quello delle macchine industriali e dell’agricoltura. Alla fine del 2015 gli investimenti diretti svizzeri in ItaliaCollegamento esterno ammontavano a 15,6 miliardi di franchi. Quelli italianiCollegamento esterno in Svizzera a poco più di 4 miliardi.
tvsvizzera.it: Le esportazioni svizzere in Italia continuano a scendere. È sempre colpa del franco forte o è dovuto ad altri motivi?
Giorgio Berner: Va detto come premessa che la produzione elvetica in generale è diminuita. È chiaro poi che la forza del franco ha giocato sicuramente un ruolo, anche se ora si sta riassestando su valori più accettabili. Va inoltre aggiunta la debolezza dell’economia italiana che in questi anni ha conosciuto momenti davvero difficili.
Sarà interessante osservare l’evoluzione nei prossimi trimestri: nel cambio con l’euro, il franco svizzero si sta avvicinando a valori attorno al franco e 15, cosa interessante per la nostra industria d’esportazione. Inoltre l’economia italiana, specie in taluni settori sta mostrando un dinamismo e una crescita superiore al passato. Vedremo dunque cosa succederà nei prossimi trimestri. Detto questo, non credo che le esportazioni elvetiche in Italia siano vittime di una tendenza negativa.
tvsvizzera.it: Anche le importazioni di prodotti italiani in Svizzera scendono…
G.B.: Questo è meno spiegabile. Sono un po’ sorpreso. Non saprei dare una risposta a questa tendenza. Dovrei avere i dati settore per settore per capirne i motivi.
tvsvizzera.it: Nel campo degli investimenti diretti svizzeri in Italia le cose non vanno meglio. Infatti sono scesi del 6.1% mentre quelli italiani in Svizzera addirittura del 23%. Come mai?
G.B.: L’attrattività dell’Italia è chiara e innegabile: si tratta di un mercato di 60 milioni di abitanti. È vero anche che se qualcuno pensa a investimenti in siti produttivi, deve prendere in considerazione diversi fattori. Da un lato la capacità di consumo, dall’altra l’alta professionalità del personale. In ambedue i casi l’Italia è davvero interessante.
Ci sono però altri aspetti che rendono l’Italia meno interessante per un grande gruppo svizzero che vuole operare nella Penisola. Ad esempio i problemi della fiscalità come quelli legati alle infrastrutture. La non coerenza legislativa gioca anche un ruolo nelle scelte. Se poi si aggiungono altri problemi che rallentano gli investimenti, vedi i problemi sindacali, la difficoltà ad ottenere le autorizzazioni, la burocrazia imperante, si capisce che l’Italia è meno attrattiva di altri paesi a livello di investimenti. In breve, quando un grande gruppo deve fare una scelta a breve termine, l’Italia non è tra i primi paesi dove si vuole investire. Questo può cambiare ma per ora è così.
tvsvizzera.it: Otto anni fa al momento della sua nomina a presidente della Camera di commercio svizzera in Italia lei disse: “specialmente per la Svizzera, l’Italia rappresenta un partner importante. Naturalmente si può fare di più, non tanto puntando sull’importazione e l’esportazione, quanto nell’individuare ciò che si può fare insieme”. La pensa ancora così?
G.B.: Si. Le alleanze a livello industriale sono molto importanti. Ma io mi riferivo anche alle piccole e medie industrie. In Italia ci sono grandi competenze che non vengono sfruttate al meglio per le esportazioni. La Svizzera sa muoversi meglio sui mercati internazionali. Dunque proprio per questo motivo pensavo e penso che collaborazioni e alleanze italo-svizzere sarebbero auspicabili. Dipende naturalmente da settore a settore, ma considerate le competenze dei due paesi, un’alleanza potrebbe dare importanti frutti.
tvsvizzera.it: In questi otto anni i rapporti italo-svizzeri sono stati turbolenti. Pensiamo ai frontalieri, ai problemi fiscali, black list… Insomma i rapporti difficili a livello politico influenzano i rapporti puramente economici tra i due paesi?
G.B.: All’inizio del mio mandato eravamo nell’era di Giulio Tremonti (ministro dell’economia e delle finanze sotto il governo Berlusconi, ndr.) che fece della Confederazione il suo bersaglio preferito. In quel periodo la Svizzera non godeva di molta popolarità in Italia. Noi abbiamo fatto grandi sforzi per dare un’immagine realistica, positiva della Svizzera. E il mondo dell’economia italiana ci ha sempre accolti favorevolmente.
Ci sono sicuramente ancora oggi dossier, come quello fiscale, che sono delicati. Però non credo che i difficili rapporti a livello politico abbiano influenzato negativamente gli scambi economici. La Svizzera offre qualità, affidabilità, e molto altro ancora. Così come l’Italia ha industrie leader a livello mondiale, ad esempio nel settore della grafica, meccanica, dell’automazione, nella moda ecc. Tra i due paesi c’è inoltre molto rispetto e considerazione reciproca. Per questo motivo posso senza dubbio dire che i problemi nella politica non hanno intaccato gli scambi economici.
Va aggiunto che le relazioni italo-svizzere sono comunque buone. Qualche screzio qua e là, anche su temi importanti, ma niente di irreparabile.
Certo, l’ultima iniziativa che chiede agli istituti finanziari elvetici di avere una sede in Italia per operare su suolo italiano, è un colpo basso alla media e piccola finanza elvetica. Comunque lo ripeto. I rapporti politici italo-svizzeri sono molto buoni ma non influenzano gli scambi economici tra i due paesi.
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