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Confiscare beni russi è contrario alla Costituzione svizzera

cassetta di sicurezza aperta e soldi al suo interno
La ricostruzione dell'Ucraina non si può fare con quanto sequestrato in Svizzera agli oligarchi russi. © Keystone / Ti-press / Gabriele Putzu

Utilizzare i valori patrimoniali russi bloccati nella Confederazione per la ricostruzione dell’Ucraina violerebbe la Costituzione. È quanto ha concluso un’indagine dell’amministrazione federale realizzata su incarico del Governo.

Dall’inizio dell’invasione russa ormai quasi un anno fa, è un tema ricorrente: perché non usare i soldi e i beni appartenenti alle personalità russe sottoposte a sanzioni e bloccati nelle banche di mezzo mondo per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina?

In occasione del recente World Economic Forum di Davos, il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis non si era detto totalmente opposto a una simile soluzione, precisando però che un tale passo richiederebbe una modifica legislativa e dovrebbe basarsi su un ampio consenso internazionale.

La proposta sembra però di difficile attuazione visto l’ordinamento giuridico elvetico. Su incarico del Consiglio federale, un gruppo di lavoro diretto dall’Ufficio federale di giustizia ha esaminato la questione ed è giunto alla conclusione che, secondo il diritto svizzero, l’espropriazione senza indennizzo di proprietà privata di provenienza legale non è ammissibile.

“La confisca di valori congelati violerebbe infatti la Costituzione federale, l’ordinamento giuridico e gli impegni internazionali della Svizzera. Anche altri Stati prevedono diritti e garanzie analoghi”, si legge nel comunicatoCollegamento esterno diramato mercoledì dal Governo.

7,5 miliardi bloccati in Svizzera

A livello internazionale si sta inoltre discutendo della possibilità di confiscare le riserve valutarie della Banca nazionale russa e altri beni di proprietà dello Stato guidato dal presidente Vladimir Putin, oltre che di un possibile inasprimento delle norme penali per chi viola le sanzioni cui è sottoposto. La Svizzera, assicura il Consiglio federale, sta seguendo tali riflessioni, partecipando al dibattito per fornire il suo punto di vista.

In ogni caso, a prescindere dalle discussioni sui valori patrimoniali russi bloccati, il Governo ribadisce l’intenzione di continuare a sostenere Kiev. Attaccando l’Ucraina, la Russia ha violato il diritto internazionale ed è in via di principio obbligata a risarcire i danni causati, viene ricordato nella nota.

La Svizzera, ricordiamo, ha ripreso in toto le sanzioni pronunciate dall’Unione Europea nei confronti della Russia. Nella Confederazione sono stati congelati valori patrimoniali di persone o società sottoposte a sanzioni per complessivi 7,5 miliardi di franchi, stando alle ultime cifre comunicate in dicembre dalla Segreteria di Stato dell’economia.

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