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Vaccinazione obbligatoria per i grandi eventi in Svizzera?

persone assistono a un concerto
In un futuro prossimo, concerti, open air, festival, partite di calcio e hockey potrebbero essere accessibili solo per le persone vaccinate contro il coronavirus. Manuel Lopez

Gli organizzatori di grandi eventi stanno ventilando la possibilità di permettere l'entrata alle manifestazioni solo a chi è vaccinato contro il coronavirus. Intanto, in tutta Europa è iniziata la campagna di vaccinazione.

“La vaccinazione potrebbe un giorno essere una delle tante misure per partecipare a un evento”, sostiene il direttore dell’Associazione svizzera dei promotori musicali (SMPA) – l’organizzazione professionale elvetica che raggruppa gli organizzatori di concerti, spettacoli e festival musicali nella Confederazione – Stefan Breitenmoser, intervistato dal giornale domenicale SonntagsBlick.

Concerti, open air, festival, partite di calcio e hockey potrebbero così essere accessibili solo per le persone vaccinate contro il coronavirus.

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Con questi presupposti sarebbe infatti possibile abolire tutte le altre misure di protezione. Gli organizzatori vogliono tornare al lavoro, ma il presupposto fondamentale è che possano avere la certezza di poter pianificare eventi nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni. Una sicurezza che al momento non c’è e molti appuntamenti in agenda nel 2021, che richiedono mesi di preparazione e di organizzazione, rimangono incerti.

Tuttavia, una tale misura comporta anche forti resistenze: da chi è assolutamente contrario ai vaccini, fino a coloro che per il momento sono scettici, tale obbligo rappresenta forse una forzatura e pure il pubblico medio non ne sarebbe entusiasta. Sono infatti ancora molte le questioni da chiarire per l’obbligo di vaccinazione e secondo Breitenmoser ciò dipenderà molto anche dall’accettazione di questa misura in altri settori.

L’opinione di Gabriele Censi, organizzatore di concerti:

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 Calcio e hockey stanno valutando

A prendere posizione sulle colonne del SonntagsBlick è pure la Swiss Football League (SFL). “È un ambito molto delicato che solleva rapidamente questioni etiche”, afferma Philippe Guggisberg, responsabile della comunicazione della SFL, precisando che la Lega attualmente sta cercando di chiarire cosa potrebbe rappresentare il vaccino per il calcio, per i giocatori stessi e per la presenza di pubblico negli stadi.

Nessuno, al momento, si vuole esporre particolarmente e anche la Federazione svizzera di hockey su ghiaccio (SIHF) per il momento rimane sulle sue. In particolare, rimane da stabilire se l’obbligo di vaccinazione per partecipare agli eventi sia legalmente ammissibile.

Obbligo potrebbe essere valido a livello giuridico

“In linea di principio, non è escluso che persone vaccinate e non vaccinate possano essere trattate in modo diverso a livello giuridico”, indica al domenicale l’avvocato Ingrid Ryser, a nome dell’Ufficio federale di giustizia (UFG) e dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

In ambito privato, “ognuno è libero di decidere con chi vuole concludere un contratto”. Ciò si applica anche alle condizioni stipulate tra gli organizzatori di eventi e il pubblico, spiega Ryser, precisando che è ancora troppo presto per dare risposte generali se e in quale contesto potrebbe essere consentito un trattamento differenziato delle persone vaccinate e non vaccinate.

Al momento infatti ci sono ancora domande irrisolte in merito alla vaccinazione – ad esempio la sua efficacia – che potrebbero anche cambiare la valutazione legale, aggiunge Ryser. La questione terrà dunque banco ancora nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Al via campagna in Europa

Intanto, in tutta Europa domenica è partita la campagna di vaccinazione. “”Stiamo iniziando a voltare pagina in un anno difficile”, ha commentato su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, parlando di “un toccante momento di unità”. “Oggi iniziano le campagne di vaccinazioni in Europa. Le consegne dei vaccini contro la Covid-19 sono state fatte agli Stati membri: così continueremo a salvare vite e giriamo pagina rispetto alla pandemia”, ha dal canto suo sottolineato la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides.

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Partite dallo stabilimento Pfizer di Puurs, in Belgio, le dosi di vaccino sono arrivate negli ultimi giorni in tutti Paesi dell’Unione, pronte a raggiungere i diversi centri di smistamento e ad essere inoculate alle fasce prioritarie identificate dai singoli governi.

La campagna è ovviamente partita anche in Italia. La Radiotelevisione svizzera si è recata in Lombardia per vedere come è andata.

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tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 27.12.2020)

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