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Discussioni “fruttuose” tra Ignazio Cassis e Maros Sefcovic

due uomini si stringono la mano
Stretta di mano di rito tra Ignazio Cassis e Maros Sefcovic al termine dell'incontro a Bruxelles. Keystone / Julien Warnand

Il ministro degli esteri svizzero ha incontrato martedì a Bruxelles il vicepresidente della Commissione europea. Obiettivo: rilanciare ulteriormente il dialogo per regolare le numerose questioni in sospeso.

“Il nostro dialogo di oggi apre la strada […] a un’intensificazione delle discussioni”, ha commentato su Twitter Ignazio Cassis.

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In un comunicatoCollegamento esterno piuttosto scarno, il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) ha indicato che l’incontro ha permesso di “fare il punto sui colloqui esplorativi” in corso tra Svizzere e UE e di “parlare delle questioni ancora aperte e degli sforzi necessari nei prossimi mesi per risolverle”.

Ignazio Cassis ha ribadito al responsabile UE delle relazioni con Berna la volontà della Svizzera di “concludere positivamente le discussioni e a individuare soluzioni in grado di suscitare un ampio sostegno tra i principali attori svizzeri, in vista dell’adozione di un mandato negoziale”.

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Mesi di stallo

Le relazioni tra Svizzera e UE hanno subito un brusco arresto nel maggio 2021, dopo la decisione unilaterale del Consiglio federale di non firmare l’accordo istituzionale con Bruxelles, negoziato durante sette anni.

Questo trattato avrebbe dovuto rendere omogeneo il quadro giuridico per la partecipazione della Svizzera al mercato unico europeo, introducendo il principio del recepimento dinamico del diritto UE e stabilendo un meccanismo per risolvere eventuali vertenze tra Berna e Bruxelles.

Per il Governo svizzero, però, il testo comportava concessioni troppo grandi per quanto concerne la protezione dei salari, la libera circolazione delle persone e gli aiuti di Stato.

Dopo mesi di stallo, Svizzera e UE sono tornate a discutere nel quadro di colloqui esplorativi. Berna ha espresso la volontà di negoziare non in vista di un accordo unico, che regoli tutte le questioni in sospeso, bensì adottando un approccio definito “a pacchetto”, ossia settoriale.

“Zone di atterraggio comuni”

I dieci colloqui esplorativi tra la Segretaria di Stato per gli Affari esteri, Livia Leu, che lascerà l’incarico a fine agosto, e il suo omologo dell’UE Juraj Nociar hanno permesso di definire le “zone di atterraggio comuni”, secondo Maros Sefcovic, ossia i settori in cui la Svizzera e l’UE vedono opportunità di avvicinamento.

+ Intervista a Livia Leu

Per aprire un negoziato vero e proprio ci vorrà però ancora tempo. Complici anche le elezioni federali in programma alla fine di ottobre, i tempi si sono allungati e il Governo svizzero non è ancora pronto per un mandato negoziale. L’obiettivo è di adottarne uno entro la fine dell’anno.

A margine di un incontro con la stampa giovedì scorso, il vicepresidente della Commissione europea ha dichiarato che Bruxelles intende “rispettare” questa scadenza.

La posta in gioco

Il 21 giugno scorso, il Consiglio federale aveva definito le linee guida di questo eventuale mandato negoziale con l’UE. Oltre ai cinque settori già coperti da accordi di partecipazione al mercato interno (trasporti terrestri, trasporto aereo, ostacoli tecnici al commercio, agricoltura e libera circolazione delle persone), Berna vuole aggiungerne altri due, ossia uno sull’energia elettrica e l’altro sulla sicurezza alimentare.

+ Il Consiglio federale definisce i punti chiave del mandato negoziale con l’UE

Il Consiglio federale mira anche a concludere un accordo di cooperazione nell’ambito della salute e a partecipare sistematicamente e in modo completo ai futuri programmi dell’UE (programmi Orizzonte Europa ed Erasmus). Fra gli obiettivi figura pure la partecipazione della Svizzera al pacchetto Orizzonte Europa 2021-2027.

Per quanto riguarda le questioni istituzionali, il Governo svizzero ritiene che il recepimento del diritto e la composizione delle controversie possano essere risolti in modo pragmatico in ogni accordo, nuovo o esistente, sul mercato interno. Al momento sono in corso discussioni con l’UE in merito a eccezioni e principi allo scopo di tutelare gli interessi sostanziali della Svizzera.

Nel frattempo, il Consiglio federale continuerà a discutere con le parti sociali e i cantoni misure di politica interna per proteggere il livello attuale dei salari. Per quanto riguarda gli aiuti di Stato, adotterà un approccio equilibrato e settoriale che prevede il recepimento delle disposizioni dell’UE limitatamente a determinati accordi sul mercato interno. Il Governo svizzero intende inoltre minimizzare i rischi per il sistema di aiuto sociale svizzero. Se il risultato complessivo sarà soddisfacente, Berna prenderà in considerazione un contributo solidale regolare alla coesione e alla stabilità in Europa.


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