G7: niente pace in Siria finché Assad è al potere
La pace in Siria non sarà possibile finché al potere rimarrà Bashar al-Assad. È quanto hanno affermato martedì i ministri degli Esteri dei paesi del G7, nella dichiarazione congiunta al termine del vertice di Lucca. I capi delle diplomazie dei sette ritengono però fondamentale il coinvolgimento della Russia, alleata del regime siriano, contro la quale hanno deciso di non adottare nuove sanzioni.
Questo contenuto è stato pubblicato il 11 aprile 2017 - 21:05“Il regno della famiglia Assad sta volgendo alla fine”, ha detto il segretario di Stato americano Rex Tillerson. “Ma come questa fine avverrà per noi è fondamentale, per garantire la stabilità, l’unità e la solidità del Paese”, ha spiegato al vertice, allargato questa volta a Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e Giordania.
Il processo di pace passa per Mosca e i sette hanno bocciato la proposta britannica di nuove sanzioni: “In questo momento”, ha detto il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano “non vi è un consenso per altre e nuove sanzioni come strumento efficace per il raggiungimento dell’obiettivo che ci poniamo”.
Obiettivo che è la fine della guerra civile e la sconfitta dell’autoproclamato Stato islamico. A coinvolgere la Russia e l’Iran, principale sponsor di Assad, proverà Rex Tillerson, che da Lucca è volato a Mosca.
“Vogliamo dare un futuro sicuro e stabile alla Siria e la Russia può giocare un ruolo fondamentale. Oppure può decidere di mantenere le sue alleanze attuali, che secondo noi, a lungo termine, non faranno il suo bene. Ma questo solo la Russia stessa può deciderlo”.
È chiara la volontà del G7 di evitare un’ulteriore escalation. Con una solida opinione comune: in Siria non c’è soluzione militare ma solo politica.
Partecipa alla discussione!