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Traballa il governo di Boris Johnson

Un governo a pezzi, già di fatto in crisi. Boris Johnson è con un piede nella fossa, forse tutte e due, dopo tre anni al 10 di Downing Street: travolto dagli scandali e abbandonato stasera da due pezzi da 90 del gabinetto Tory (e potenziali aspiranti alla successione) come il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, titolare della politica economica e numero due de facto della compagine, e come Sajid Javid, ministro della Sanità, ex cancelliere ed ex responsabile dell'Interno.

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La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la vicenda boccaccesca che la settimana scorsa ha investito un alleato chiave del premier, il chiacchieratissimo Chris Pincher, obbligato dalle rivelazioni del Sun a dimettersi dalla carica strategica di deputy chief whip – sorta di custode della disciplina di maggioranza in Parlamento – dopo essersi ubriacato in un gentlemen club di Londra, il Carlton, e aver “palpeggiato” due uomini, incluso un altro deputato.

Uno scandalo gestito ancora una volta male da Number 10, secondo l’onda montante dei detrattori. E su cui BoJo – già inciampato in questi mesi in passi falsi imbarazzanti a ripetizione come quello del cosiddetto Partygate – è stato costretto a un’umiliante marcia indietro rispetto alle dichiarazioni iniziali: ad ammettere cioè di essere stato informato in prima persona almeno su uno dei tanti sospetti precedenti circolati sul suo pretoriano.

Nel frattempo Boris Johnson ha nominato Steve Barclay, il capo gabinetto di Downing Street, nuovo ministro della Sanità, dopo le dimissioni di Sajid Javid. Johnson ha inoltre designato Nadhim Zahawi nuovo cancelliere dello Scacchiere, in sostituzione di Rishi Sunak. Zahawi era finora ministro dell’Istruzione.


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