Le strade nazionali svizzere sempre più intasate

Nel 2024 sulla rete viaria nazionale della Confederazione il numero di ore passate in colonna è cresciuto di quasi il 14%. L’autostrada A2, da Chiasso a Basilea attraverso il San Gottardo, si conferma uno dei punti più critici.
In meno di dieci anni, il tempo trascorso in colonna dagli automobilisti e dalle automobiliste sulla rete viaria nazionale è quasi raddoppiato. Nel 2016 si contavano 26’345 ore di ingorghi; nel 2024 il totale ha raggiunto le 55’569 ore. Solo rispetto al 2023 (48’807 ore di coda), l’aumento è stato del 13,9%.
“Nello stesso periodo [tra il 2016 e il 2024, ndr], il chilometraggio è aumentato ‘solo’ del 10%”, rileva l’Ufficio federale delle strade (Ustra), nel rapporto annuale pubblicato martedì. E, se paragonato al 2023, “tutti i veicoli in circolazione sulle autostrade svizzere hanno percorso complessivamente 29,8 miliardi di chilometri, lo 0,7% in più rispetto all’anno precedente”.
Questa impennata degli ingorghi, a fronte di un incremento moderato del traffico, evidenzia “come la rete nazionale stia raggiungendo sempre più spesso i propri limiti di capacità”, sottolinea l’Ustra. Anche piccole interruzioni, dovute ad esempio a incidenti o veicoli in panne, possono causare repentini incolonnamenti.
I cantieri non sono i principali imputati
I cantieri sono responsabili solo di circa il 4% delle colonne. Nell’87% dei casi, la causa è da ricercare in “semplici” situazioni di sovraccarico della rete.
La rete viaria nazionale svizzera è lunga quasi 2’300 chilometri, pari a circa il 3% dell’intero sistema viario del Paese. Nel 2024 ha però assorbito oltre il 40% del traffico complessivo.
Ed è naturalmente su questi due assi che si registra il maggior numero di ore passate in coda: 16’583 sull’A1 e 12’034 sull’A2.

Al San Gottardo situazione sempre più critica
La galleria autostradale del San Gottardo, a una sola corsia, rappresenta uno dei punti più critici lungo la tratta nord-sud. Una situazione che diventa sempre più difficile, come hanno dimostrato recentemente i lunghi tempi d’attesa registrati durante i fine settimana dell’Ascensione e di Pentecoste, quando la colonna al portale nord del tunnel ha raggiunto i 20 chilometri.
“Se negli anni precedenti i fine settimana festivi in primavera erano i più critici, nel 2024 le situazioni di congestione si sono concentrate durante le vacanze di Capodanno e, con frequenza crescente, in tutti i fine settimana da metà marzo a metà luglio – rileva l’Ustra. Da metà luglio a metà ottobre, il traffico è stato congestionato quasi ogni giorno”.
La situazione è difficile anche più a sud. L’anno scorso, la A24 Mendrisio-Stabio, che conduce al valico del Gaggiolo, si è confermata come la tratta in Svizzera con la maggiore intensità delle code. Questo parametro pone in relazione la durata degli incolonnamenti su una strada con il chilometraggio percorso: maggiore è il dato, più elevata è l’intensità delle code.
Se in media sulla rete nazionale sono stati registrati 113 minuti di coda per ogni milione di veicoli-chilometro, sull’A24 il dato è stato pari a ben 1’755 minuti. Complessivamente su questa tratta le ore trascorse in colonna sono state 1’319, oltre 300 in più rispetto all’anno prima.
Sistemi intelligenti di gestione
Per affrontare questo forte incremento delle colonne, l’Ustra risponde con diverse strategie. Ad esempio, in alcuni punti della rete sono utilizzati sistemi intelligenti di gestione del traffico, tra cui limiti di velocità dinamici e corsie dinamiche, come l’apertura temporanea della corsia d’emergenza. Queste soluzioni sono già state adottate su alcune tratte e hanno dato “ottimi risultati”.
In secondo luogo, si ricorre a interventi infrastrutturali, in particolare nei punti che costituiscono dei colli di bottiglia. “Grazie all’apertura della terza canna della galleria del Gubrist – rileva ad esempio l’Ustra – le ore di coda in direzione di Berna sono scese da circa 1’400 nel 2024 a circa 150 nel 2024”.
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Interventi di potenziamento che sono però impossibili al San Gottardo. Approvata nel 1994 in votazione popolare, l’Iniziativa delle Alpi prevede infatti il divieto d’ampliamento delle strade esistenti nella regione alpina svizzera. Anche con l’apertura del secondo tubo del San Gottardo, che avverrà secondo i piani per il 2030, l’attraversamento del massiccio continuerà ad avvenire su una sola corsia per senso di marcia.
Si dovrà quindi continuare ad applicare quelli che sembrano più o meno cerotti. Ad esempio, a Airolo, al portale sud della galleria, in maggio sono iniziati i lavori per la realizzazione della corsia preferenziale definitiva (progetto CUPRACollegamento esterno) che permette di evitare i flussi di traffico in direzione della galleria per chi opta per il passo.

Un po’ più a sud sono invece stati installati dei display che segnalano agli automobilisti i tempi di percorrenza, sia attraverso la galleria, sia lungo il passo.
Per evitare che il traffico si riversi sulla strada cantonale, con relativo peggioramento della qualità di vita della popolazione residente, l’Ustra ha inoltra adottato diverse altre misure, fra cui chiusure di entrate e uscite autostradali.
Del tema del sovraccarico al San Gottardo si è occupato recentemente anche il Parlamento. Da Berna è giunto un “no” alla proposta del Canton Uri di valutare, in particolare, l’introduzione di un sistema di prenotazione per poter circolare sotto il tunnel. Sul tavolo vi sono ancora diverse altre proposte, come quella di garantire l’apertura del passo tutto l’anno.
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Inevitabilmente, però, con l’avvicinarsi dell’apertura della seconda canna (e con un ulteriore probabile aumento del numero di ore passate in colonna) sarà soprattutto una proposta molto più drastica che tornerà a farsi sentire: fare un dietrofront almeno parziale sull’Iniziativa delle Alpi, rendendo transitabili quattro corsie al traffico stradale. Se i passi in tal senso si concretizzeranno, sarà verosimilmente ancora una volta il popolo a dire la sua.

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