San Gottardo, verso un divieto di uscire dall’autostrada in caso di forte traffico

Con un primo voto favorevole, le Camere hanno approvato la possibilità per Uri, Ticino e Grigioni di sbarrare le strade cantonali in caso di ingorghi autostradali. Ingorghi che in una dozzina di anni sono raddoppiati, passando da 1'633 a 3'123 ore di coda annuali.
Le lunghe code al San Gottardo rappresentano uno di quei temi che non placano mai politica, opinione pubblica e nemmeno la stampa.
È anche vero che l’attualità fornisce puntualmente spunti per tornare sull’argomento. Con l’inizio dei primi ponti e vacanze primaverili e fino all’autunno inoltrato, ogni occasione che la popolazione ha di partire per qualche giorno fuori porta causa infatti chilometri e chilometri di automobili incolonnate ai due portali della galleria autostradale che collega il sud e il nord delle Alpi.
Questo articolo vi interessa? Volete conoscere un po’ meglio la realtà svizzera e avere qualche informazione pratica sulla vita nella Confederazione? Abbonatevi alla nostra newsletter quindicinale.
Lo stesso è valso anche nel fine settimana trascorso. Malgrado non tutta la Svizzera conceda un congedo per il Primo Maggio, è bastato che alcuni Cantoni e/o Paesi vicini prevedessero questa giornata come non lavorativa per ritrovarsi un fine settimana di ponte – e di temperature attorno ai 20 gradi – con code fino a 14 chilometri.
Il rientro alla normalità, in questa prima settimana di maggio, ha coinciso con l’inizio di una sessione straordinaria delle Camere federali durante la quale era in programma una discussione a tema basata su diversi atti parlamentari.
Niente “slot” e rinegoziazioni internazionali
Il Consiglio nazionale, ossia la Camera bassa del Parlamento, ha infatti bocciato – con 108 voti contro 82 e 3 astensioni – un’iniziativa cantonale di UriCollegamento esterno che chiedeva l’adozione di misure per sgravare dal traffico le strade che conducono alla galleria del San Gottardo, introducendo eventualmente un sistema di prenotazione per poter circolare sotto il tunnel.
In aula, il testo è stato sostenuto dalla senatrice vallesana Marianne Maret (Alleanza di Centro) e dal consigliere nazionale ticinese Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi, destra sovranista) e, tra le altre cose, chiedeva l’introduzione di un sistema di prenotazione digitale (“slot”) per il traffico stradale del Gottardo e l’inserimento della tematica del transito stradale attraverso le Alpi in occasione dei prossimi negoziati con l’Unione Europea sull’Accordo sul trasporto di merci e di passeggeri. Questa richiesta valida anche nell’eventualità di un ciclo di negoziati “Bilaterali III”.
Il testo era già stato respinto, lo scorso giugno, dalla Camera alta e l’iniziativa è quindi definitivamente archiviata.
Primo “sì” alla chiusura delle strade cantonali
Approvata di misura, invece, con 96 voti contro 93 e 4 astensioni, una mozione della Commissione dei trasportiCollegamento esterno del Nazionale che “in situazioni particolarmente difficili” dà la possibilità ai Cantoni Uri, Ticino e Grigioni di sbarrare temporaneamente le strade cantonali al traffico di transito in caso di ingorghi sugli assi nord-sud. La misura non interesserebbe residenti e fornitori.

Altri sviluppi
40 anni fa – La prima auto sotto il San Gottardo
Questa mozione, difesa in aula dal deputato urano Simon Stadler (Alleanza di Centro) e dal collega ticinese Bruno Storni (Partito socialista), è stata chiesta allo scopo di salvaguardare i paesi circostanti e le strade cantonali e comunali dal traffico che talvolta vi si riversa nell’intento di evitare l’incolonnamento in autostrada. L’applicazione di una tale misura non è finora stata possibile perché contraria a quanto previsto dall’ordinanza sulle strade di grande transito.
Il Consiglio federale, per voce del ministro dei trasporti Albert Rösti, aveva raccomandato di respingere il testo. I Cantoni “hanno già la possibilità di adottare regolamentazioni del traffico locali, purché disposte d’intesa con la Confederazione e a condizione che siano tutelati non solo gli interessi di carattere locale, ma anche quelli di ordine sovraregionale, in ragione del fatto che tutti gli utenti della strada in Svizzera versano contributi alle strade principali tramite l’imposta sugli oli minerali”, si legge nella posizione del Governo alla mozione.
Va inoltre tenuto presente, ha ricordato ancora l’esecutivo, che sull’Altopiano molti comuni e agglomerati sono quotidianamente interessati dal riversamento di traffico. Una deroga limitata ai tre cantoni in questione non sarebbe quindi equa. Portato a casa questo primo “sì”, la parola fine su questa seconda discussione non è però ancora stata messa dal momento che il Consiglio degli Stati si deve ancora esprimere.

Altri sviluppi
Aprire il passo del San Gottardo tutto l’anno per ridurre le code
Accolta infine con 101 voti contro 92 e un’astensione, anche una mozione della Commissione dei trasporti che vuole obbligare gli operatori dei sistemi di navigazione a segnalare agli automobilisti le strade temporaneamente chiuse al traffico dalle autorità. Anche in questo caso, gli Stati devono ancora esprimersi.
L’evoluzione del traffico
Intanto, con il passare degli anni, la situazione del traffico ai portali del San Gottardo è sempre peggiore. Secondo dati forniti recentemente dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) al Corriere del Ticino, tra il 2012 e il 2023 le ore di coda sono quasi raddoppiate, superando le 3’000 all’anno.
La riapertura della strada alpina tra Airolo e Andermatt è prevista a metà maggio. Nel frattempo, la colonna di automobili davanti alla galleria si allunga di anno in anno in entrambe le direzioni. Se nel 2012 le ore di coda complessive tra il portale nord e quello sud del tunnel erano 1’633 (587 al portale nord e 1’046 al portale sud), nel 2023, si sono raggiunte le 3’123 ore annuali (rispettivamente 1’549 e 1’574 ore).
Il periodo più critico sembra essere proprio quello in cui ci troviamo: quando le giornate sono già belle, i viaggi già programmati, ma la strada del Passo ancora chiusa.
Alla ricerca perenne di soluzioni
Di sessione in sessione, appare chiaro che si è ancora in cerca di soluzioni per quest’annosa questione che tocca, sì, i territori interessati, ma anche tutte e tutti coloro che prima o poi si mettono in viaggio.
Senza arretrare troppo nel tempo, non più di due mesi fa, nel corso dei dibattiti primaverili dell’Assemblea federale, il consigliere nazionale argoviese Benjamin Giezendanner (UDC, destra conservatrice) aveva infatti depositato una mozioneCollegamento esterno nella quale chiede nuovamente che il passo del San Gottardo resti aperto anche d’inverno. Un’operazione che permetterebbe, a chi fruisce delle strade, di avere tutto l’anno un’alternativa alla A2.
La richiesta di Giezendanner è sostenuta dai parlamentari ticinesi di destra Simone Gianini e Alex Farinelli (entrambi PLR), Paolo Pamini (UDC) e Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi).
Ma a sottoscriverla è stato anche il socialista Storni, “soprattutto affinché il passo possa essere utilizzato in primavera, nel periodo che precede la consueta apertura di metà maggio” e che quindi gli ingorghi di Pasqua possano essere ridotti grazie a un collegamento già esistente.
Il dibattito in merito deve ancora avere luogo ma il Consiglio federale si è finora sempre espresso in maniera contraria.

Altri sviluppi
Cento anni fa nascevano i treni-navetta per attraversare il San Gottardo
Poco più di un anno fa, nel dicembre 2023, anche Alex Farinelli sottopose al Consiglio federale la questione dell’apertura anticipata del passoCollegamento esterno del San Gottardo.
La risposta dell’Esecutivo è stata la seguente: “La strada del passo del San Gottardo viene chiusa il più tardi possibile in autunno e aperta il più presto possibile in primavera. I tempi di chiusura o apertura sono determinati dalla valutazione del rischio posto dai pericoli naturali e dalla necessità di garantire la sicurezza stradale. Il Consiglio federale non vede la possibilità a breve termine di aprire prima la strada del passo del San Gottardo per migliorare l’accessibilità al Ticino”.
Secondo una stima dell’Ufficio federale delle strade, i lavori di adattamento e messa in sicurezza necessari all’estensione dell’apertura dagli attuali 155 a 215 giorni all’anno richiederebbero infatti un finanziamento di circa 300 milioni di franchi.
In arrivo una nuova proposta di pedaggio
Insomma, pedaggi, vignette autostradali più care, sistemi di prenotazione orari e aperture prolungate della strada Passo del San Gottardo sono solo alcune delle proposte messe in campo negli ultimi anni.
Proposte avanzate senza però riscuotere troppo successo: o perché non mettevano d’accordo la maggioranza, o perché in contraddizione con altre norme nazionali o sovranazionali.

Altri sviluppi
Dalla prenotazione al pedaggio, il traffico al San Gottardo è ancora in cerca di soluzioni
Sembra tuttavia che la strada verso un nuovo pedaggio non sia comunque stata abbandonata. Pro Alps (ossia l’Iniziativa delle Alpi) ha infatti comunicatoCollegamento esterno in questi giorni che sta valutando la possibilità di lanciare un’iniziativa popolare per un pedaggio alpino.
Citando un sondaggio svolto da Tamedia, Pro Alps sottolinea come circa il 70% della popolazione è favorevole a un pedaggio dinamico, ossia una quota che varia in base a fattori come il traffico, il momento della giornata e il tipo di veicolo.
“Un pedaggio porterebbe un notevole sollievo e controllerebbe i flussi di traffico, soprattutto al Gottardo”, spiega Nara Valsangiacomo, politica cantonale ticinese e membro del comitato di Pro Alps. L’associazione valuterà quindi se il pedaggio alpino dinamico debba essere sottoposto al popolo tramite un’iniziativa popolare. “Sarà fondamentale che casi particolari, come quello del canton Ticino, vengano tenuti in considerazione e che lo strumento venga attuato in modo socialmente responsabile”.

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.