Proposta in Parlamento: “Passo del San Gottardo aperto tutto l’anno”
Il costo dell'apertura sarebbe di 300 milioni di franchi.
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Lasciare aperta tutto l'anno la strada del passo del San Gottardo. Questa la proposta per ridurre gli ingorghi del consigliere nazionale democentrista Benjamin Giezendanner, che, sotto forma di mozione firmata da altri 60 deputati, verrà trasmessa al Parlamento.
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Il consigliere nazionale Benjamin Giezendanner (UDC, destra conservatrice) ha proposto in Parlamento una mozione firmata da 60 deputati che chiede che il Passo del San Gottardo non venga chiuso d’inverno. Costo dell’ipotetica operazione: 300 milioni di franchi. La notizia è stata riportata dal domenicale “SonntagsZeitung”, che ricorda come da anni si sia alla ricerca di una soluzione per le interminabili ore di attesa da trascorrere davanti alla galleria autostradale del San Gottardo. Giezendanner vuole in particolar modo porre fine alle colonne nel periodo pasquale, quando il passo, che solitamente riapre a metà maggio, è ancora chiuso per la stagione invernale.
Per rendere percorribile la strada senza interruzioni da dicembre a gennaio servirebbero ovviamente numerosi lavori. Si parla della costruzione di paravalanghe, coperture parziali e nuovi raccordi, elenca il giornale svizzerotedesco.
Secondo una stima dell’Ufficio federale delle strade (USTRA), servirebbero circa 300 milioni. Un importo che il depositario dell’atto parlamentare definisce “relativamente basso”. Quasi un affare, a suo dire, rispetto ai 2 miliardi necessari per la seconda canna, attualmente in fase di realizzazione. Giezendanner sottolinea inoltre come l’obiettivo non sia solo decongestionare il traffico davanti ai portali del tunnel, bensì anche alleggerire quello che disturba i comuni urani.
Un attacco frontale a Pro Alps
La proposta, sottoscritta soprattutto da consiglieri nazionali UDC e PLR, è però un attacco frontale all’associazione Pro Alps, all’origine dell’iniziativa delle Alpi. Da quando questo testo è stato approvato in votazione popolare nel 1994, la Costituzione infatti stabilisce espressamente che la capacità delle strade di transito nella regione alpina non può essere aumentata.
Tuttavia, per Giezendanner ciò non rappresenterebbe un problema. Rendere accessibile il passo tutto l’anno non è un aumento della capacità, in quanto non si costruisce né una nuova strada né una nuova corsia, sostiene, citato dalla “SonntagsZeitung”, il politico argoviese e imprenditore del settore dei trasporti.
Un’affermazione che Pro Alps contesta. “La proposta di Giezendanner è altamente problematica in termini di politica dei trasporti, climatica e costituzionale”, protesta, sempre dalle pagine del domenicale, il responsabile politico dell’organizzazione Silvan Gnos.
Second Gnos, è scientificamente dimostrato come ogni nuova infrastruttura di trasporto generi un incremento del flusso di veicoli. Inoltre, il Consiglio federale ha già respinto l’idea di rendere il valico accessibile dodici mesi su dodici nel 2022, quando, in un’analisi complessiva sul traffico nord-sud, aveva definito tale soluzione troppo costosa rispetto ai benefici.
Gnos assicura che Pro Alps è disposta a contribuire a risolvere il problema degli ingorghi, ad esempio tramite una tassa per attraversare il tunnel o un sistema di annuncio preventivo, con l’assegnazione di slot orari. L’introduzione di un pedaggio è però pure già stata respinta dal governo e anche in Ticino non è stata accolta favorevolmente.
Entusiasmo a sud delle Alpi
La mozione di Giezendanner sembra invece poter fare proseliti al sud, perlomeno a giudicare dalla reazione positiva di alcuni deputati ticinesi sentiti dalla “SonntagsZeitung”. Secondo Simone Gianini (Partito liberale radicale – PLR, destra), sarebbe importante poter sempre transitare sul passo, dato che il cantone è particolarmente vulnerabile in inverno. “C’è il rischio concreto che sia il tunnel stradale che quello ferroviario vengano chiusi contemporaneamente: in tal caso saremmo di fatto tagliati fuori dal resto della Svizzera”. Uno scenario peraltro già concretizzatosi due anni fa “con gravi conseguenze per turismo e relazioni commerciali”.
La proposta fa breccia anche a sinistra, come dimostra l’appoggio ricevuto dal consigliere nazionale socialista Bruno Storni. Oltre al rischio di un isolamento del Ticino, questi si dice d’accordo soprattutto “per poter utilizzare il passo più presto in primavera” e ridurre così gli ingorghi pasquali, un problema “davvero grosso”. Storni, in linea di principio, incoraggia comunque le persone a servirsi del treno per recarsi al sud delle Alpi.
Meno entusiasmo per l’idea di Giezendanner si registra per contro in campo urano. “Non posso pensare che rendere il passo del Gottardo accessibile tutto l’anno possa alleviare la pressione sulle nostre strade”, afferma il consigliere nazionale Simon Stadler. Il deputato preferirebbe altre due opzioni: impedire temporaneamente l’accesso alle tratte cantonali ai non residenti quando il traffico è particolarmente elevato oppure convincere i gestori di dispositivi GPS a non mostrare più agli automobilisti i percorsi che attraversano i villaggi.
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A quanto pare si tratta di un caso isolato: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è a conoscenza di altri connazionali coinvolti in una situazione simile.
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