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Le persone straniere pesano meno di quelle svizzere sull’assicurazione sanitaria

tessere cassa malati
Keystone / Christian Beutler

Il principale partito di destra svizzero sostiene che l’immigrazione causi l’aumento dei costi sanitari nel Paese. Ma è stato smentito da un’analisi statistica che la stessa fazione aveva richiesto.  

I costi sanitari sono in costante crescita in Svizzera. E con loro anche le tariffe dell’assicurazioni malattia, o casse malati, a carico dei singoli e delle singole contribuenti.  

A tal proposito, l’Ufficio federale di statistica (UST) ha ora pubblicato l’analisi dei costi nettiCollegamento esterno dell’assicurazione sanitaria di base dal 2019 al 2022 (i dati per il 2023 e 2024 non erano ancora disponibili all’inizio dello studio).  

In particolare, sono stati analizzati i costi totali meno la partecipazione finanziaria delle persone assicurate tramite franchigia o quota percentuale.  

Quasi mille franchi di differenza 

Il risultato rivela che i costi medi delle persone straniere residenti nel Paese sono nettamente inferiori a quelle degli svizzeri e delle svizzere. Mentre per chi ha la cittadinanza si calcolano in media 3’554 franchi all’anno, per gli assicurati di nazionalità straniera la media è inferiore del 28%, ossia di 2’569 franchi. 

Tra le principali ragioni di questa differenza c’è probabilmente la diversa conformazione generazionale: tra le persone svizzere c’è una quota maggiore di persone molto anziane, e i costi sanitari sono notoriamente più elevati negli ultimi anni di vita.  

Le persone straniere, invece, immigrano spesso in età lavorativa e lasciano il Paese in età pensionabile. Un meccanismo, questo, che apporta benefici alle casse malati. 

La tesi smentita dell’Unione democratica di centro 

L’analisi in questione è stata eseguita anche a seguito della richiesta presentata dal capogruppo in Parlamento del partito dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) Thomas Aeschi. 

Il partito sosteneva infatti che l’immigrazione “smisurata” avrebbe conseguenze drastiche sul sistema sanitario elvetico. Una “verità” che verrebbe “volutamente taciuta” in politica, sostenevano esponenti della fazione conservatrice. 

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il vicedirettore dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Thomas Christen

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L’aumento dei premi di cassa malati sarà più contenuto nel 2026

Questo contenuto è stato pubblicato al Anche il prossimo anno i premi malattia aumenteranno, ma l’incremento dovrebbe essere meno marcato rispetto a quello annunciato lo scorso anno per il 2025, quando era del 6%.

Di più L’aumento dei premi di cassa malati sarà più contenuto nel 2026

L’UDC chiedeva quindi che i cittadini e le cittadine straniere residenti in Svizzera fossero chiamate a pagare premi e franchigie più alti rispetto a chi è svizzero. Ed è proprio per sostenere questa tesi che Aeschi ha presentato una mozioneCollegamento esterno alla Commissione per la sicurezza sociale e la sanità del Consiglio nazionale affinché per spingere il Consiglio federale ad agire.  

La posizione del Consiglio federale 

La ministra dell’interno e responsabile della sanità Elisabeth Baume-Schneider, pur esprimendo l’avversione dell’esecutivo rispetto ai contenuti della mozione, ha incaricato l’UST di effettuare l’analisi. Ma il Consiglio federale ha ritenuto che non fosse opportuno valutare i dati tenendo conto unicamente della nazionalità. 

Il Governo ha proposto quindi di elaborare un rapporto sulla distribuzione dei costi a carico dell’assicurazione malattie in base alle caratteristiche sociodemografiche delle persone assicurate, compresa la nazionalità. “In tal modo gli obiettivi della mozione verrebbero realizzati non soltanto a un costo inferiore, ma anche in un contesto più ampio e a breve termine”. 

Malawi, Fiji e Corea del Sud i più parsimoniosi 

Citato dal Tages-AnzeigerCollegamento esterno, il deputato Aeschi ha reagito alle conclusioni rilevate dalla ricerca in maniera critica: “L’UST ha ‘dimenticato’ di suddividere i dati per fasce d’età”, ha asserito.  

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In effetti, il rapporto non contiene tali suddivisioni. Tuttavia, secondo il portavoce Marc Moser, sempre citato dal foglio svizzero-tedesco, l’UST ha verificato se i costi medi degli stranieri restassero significativamente più bassi anche tenendo conto dell’età. E un’analisi multivariata – che prevede la variazione simultanea di due o più variabili casuali – ha confermato. 

Nel caso di 30 delle 193 nazionalità analizzate, i costi medi superano quelli degli svizzeri. Di queste, l’UST ne cita solo 23 nel rapporto e omette le restanti 7 perché in Svizzera vivono meno di 100 persone di quelle nazionalità. Non si tratta quindi di valori affidabili. 

Le persone appartenente alla stragrande maggioranza delle nazionalità causa invece costi inferiori alla media svizzera. L’UST non le elenca nel rapporto, ma ha fornito i dati al Tages-Anzeiger. Tra coloro i cui costi sono i più bassi ci sono le persone immigrate dal Malawi (593 franchi all’anno contro i 3’554 franchi medi degli svizzeri). 

Molte altre nazionalità – tra cui Fiji, Corea del Sud, Polonia, Bulgaria, Slovacchia, Cina, Romania, Ungheria, India, Ucraina, Thailandia ed Eritrea – presentano costi inferiori alla metà della media svizzera. 

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Non solo sanità 

C’è però un altro ambito in Svizzera il cui il tentativo di introdurre premi assicurativi differenti in base all’età ha avuto successo ed è in vigore ormai da anni: si tratta delle assicurazioni sulle automobili. 

“La nazionalità è un criterio importante per la maggior parte degli assicuratori quando si tratta di fissare le tariffe”, ha affermato Takashi Sugimoto, portavoce dell’Associazione svizzera di assicurazioniCollegamento esterno (ASA) interpellato da Swissinfo.ch in un approfondimento su questo tema. 

In Svizzera, quindi, gli assicuratori auto riscuotono già premi più elevati dalle persone di determinate nazionalità.  

Rispondendo a un’interrogazione parlamentareCollegamento esterno risalente ormai al 2012, che criticava questa prassi, il Consiglio federale aveva ritenuto che un calcolo dei premi basato sui rischi derivanti da diverse nazionalità non rappresenti una discriminazione e la pratica è infatti proseguita fino ai giorni nostri. 

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Questo tipo di discriminazioni sembrano tuttavia raccogliere sempre meno appoggio nell’opinione pubblica. Un recente sondaggio, effettuato dal servizio di confronti su internet Comparis, ha infatti rilevato che il 57% della popolazione svizzera è contraria a differenziare i premi dell’assicurazione auto a seconda di criteri come il sesso o la nazionalità, come avviene attualmente.  

La maggioranza delle persone interpellate sarebbe infatti favorevole a un divieto che impedisca di applicare tali criteri ai calcoli di attribuzione dei premi assicurativi, come già avviene nell’Unione Europea (UE). Se i criteri fossero allineati a quelli Paesi UE, asserisce Comparis, il premio medio dell’assicurazione auto per le persone straniere diminuirebbe di circa il 13%, mentre le assicurate e gli assicurati di nazionalità elvetica dovrebbero pagare circa il 5% in più. 

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